Troppi guerrieri della notte

Troppi guerrieri della notte Vandali, teppisti e svastiche: una strana voglia di botte in città Troppi guerrieri della notte Attacchi a scuole, chiese, tram e cabine - Perché? Tra le mazze e i coltelli delle bande tradizionali di ragazzi (almeno duecento) sono comparse anche minacce. Rigurgiti di nazismo o gesti di qualche squilibrato? - Qualche scritta razzista contro le minoranze denuncia un nuovo fenomeno di violenza Attacchi di teppisti, svastiche sui muri, aggressioni, irruzioni di vandali in chiese e scuole: c'è ima strana voglia di botte in città. Duecento bande si contendono la notte, da Mirafiori a Barriera di Milano: sono ragazzi di strada, dai 15 ai ventanni, stanno insieme per sentirsi più forti. Vivono di scippi e risse, di furti e di colpi. Delinquenti senza bandiere. Ma accanto a loro, tra uno scontro e un'intimidazione, una spedizione punitiva «in territorio nemico» e un duello con mazze e coltelli, spuntano sempre più spesso croci uncinate e messaggi non proprio e soltanto vagamente minacciosi: «Razzismo nordista», «Ariano piemontese», «nazismo militante». Ragazzate? Azioni di esaltati? Quasi sicuramente si. «Afa attenzione — avverte Franco Garelli, docente di sociologia — siamo di fronte a due fenomeni diversi. Non più solo violenza, ma gruppi che ostentano vaghe e confuse colorazioni politiche». Nelle grandi città, da Torino a Milano, a Roma, a Napoli accanto ai «guerrieri della notte» se ne stanno schierando altri, ben più pericolosi che nulla hanno a che fare con la rrucrocriminalità di quartie' re. Vandali nelle scuole—Cinquantasei raid nell'88 (dieci in meno rispetto all'87), comunque tanti, tutti di notte. La scena è la stessa in ogni zona: vetri infranti, serrature forzate, tv e videoregistratori rubati, scritte provocatorie e di disprezzo sui muri. Forsennati sfoghi e rivalse di ra gazzi che a scuola non hanno mai brillato? Spedizioni organizzate esclusivamente per riempire la noia di un fine settimana? Impossibile rispondere. Ma i fatti restano. Ventidue ottobre '87: scoppia una gigantesca rissa in piazza Carducci tra un gruppo di Torino ed un altro di Nichelino. Cinquanta giovani con catene, mazze e randelli e bastoni si massacrano di botte. Intervengono volanti della polizia, carabinieri, vigili ur¬ bani. Si finisce davanti ai magistrati. Tutto sarebbe nato per un vecchio litigio nato in discoteca a Cavoretto. Non è che uno dei tanti casi. Le bande — L'ultima foto scattata da Marco Bajardi e Bruno Guglielminotti del «Laboratorio di ricerche sociali» ne ha contate 221. Forse oggi sono molte di più. In una società dove i centri di aggregazione d'un tempo (partiti, associazioni, bar) attirano sempre meno, cresce la voglia di stare insieme di tanta gente che nella vita di gruppo e nella violenza trova le ragioni della difesa del proprio modo di essere, della propria classe sociale. E' nelle serate di questi giovani che nascono le idee di scippi e assalti. Come quello con bombe colorate, un anno fa, contro il ristotram fermo alle Porte Palatine, le quindici auto bruciate in una sola notte nel maggio '88, le distruzioni sistematiche delle cabine della Sip, gli attacchi ai treni con scempio delle vetture, l'incendio del liceo Volta, la manomissione dell'impianto luci dei mercati (novembre '88) e mille altri fatti che la cronaca registra con cadenza quasi quotidiana e ossessiva. Razzismo — Crescono ì piccoli atti di intolleranza che negli ultimi due anni hanno già provocato dibattiti, dichiarazioni, una «festa» al palazzo a Vela per allontanare i vecchi fantasmi del razzismo. Ma intanto minacce ed insulti continuano a correre sul filo del telefono: contro gli ebrei, i marocchini, i neri. E mentre gli studenti, in assemblea nella Chiesa del Redentore a Mirafiori, si schierano contro ogni rigurgito di violenza, tre militari di leva, a Pinerolo, si spacciano per guardie e derubano un marocchino, un etiope viene pestato e picchiato (ottobre '88). Ancora: mentre il Comune conferma che sono in aumento i matrimoni tra torinesi e stranieri la cronaca registra il caso di un ebreo che, perseguitato da una donna, ha dovuto rivolgersi ai giudici. Raid con svastiche — Il 18 ottobre dell'88, nella notte, una gang spazia da Piazza Statuto lungo via Garibaldi distribuendo svastiche su muri e serrande dei negozi. Per i cento anni della nascita di Hitler sventola qua e là, qualche bandiera strana, appaiono scritte e le solite minacce. Da tempo in molte strade (da via Ferrante Aporti ai sottopassaggi di Porta Nuova, sui pilastri che sorreggono tangenziali e superstrade, sui cestini dei rifiuti) si moltiplicano slogan con colorazione vagamente nazista e attacchi agli stranieri. 'Eccoli i segnali più pericolosi della nuova violenza. Quella contro le minoranze di qualunque genere. Sono quasi sempre espresse — continua Garelli — da giovani del ceto medio e della borghesia, gente che non ha particolari problemi economici. A volte esprimono la necessità di avere un nemico e sbocciano nei contesti dove lo sradicamento sociale è più accentuato. Sono la conseguenza della vita in una società del benessere, in un clima di profonda differenziazione». Mancano ideali e allora è più facile prendersela con i più deboli e, nello stesso tempo, seguire le scie dei più folli personaggi della storia. Cosi violenza rigurgiti d'intolleranza razzismo e vandalismo si possono amalgamare in una miscela esplosiva. E il timore non è affatto infondato. Gian Mario Ricciardi NdÒiii^'SENYi^N-ri ì|l§pl 1 Scritte razziste e oltraggiose sui muri di Torino: fenomeno che denuncia una pericolosa tendenza nei giovani

Persone citate: Barriera, Bruno Guglielminotti, Franco Garelli, Garelli, Gian Mario Ricciardi, Hitler, Marco Bajardi

Luoghi citati: Milano, Napoli, Nichelino, Pinerolo, Roma, Torino