Baudo «Il Festival di Sanremo? Le salverei volentieri» di Marinella Venegoni

Baudo: «Il Festival di Sanremo? Le salverei volentieri» Il presentatore parla delle polemiche che minacciano la rassegna - Nove milioni di telespettatori per «Serata d'onore» Baudo: «Il Festival di Sanremo? Le salverei volentieri» DAL NOSTRO INVIATO MONTECATINI — S'è brindato a cappuccini ieri mattina nel clan Baudo, quando sono arrivati gli indici d'ascolto della Serata d'onore di venerdì con Monica Vitti e Gianni Morandi: 9 milioni 89 mila telespettatori, 41,75 per cento dello share, contro i 2 milioni 921 mila della sbaragliata Carrà. Pippo Baudo, però, non ostenta entusiasmi eccessivi quasi il risultato fosse scontato: «/ personaggi erano popolari, d'impatto. Si sapeva che con gente difficile come Paoli e la Vanoni prima, o De Crescenzo e la Fracci poi, ci sarebbe stato un calo; ma 7 milioni di spettatori sono comunque un traguardo altissimo. E' che i critici ci chiedono la qualità, poi giudicano la quantità: non è giusto-. Baudo ha ripreso la vita all'adrenalina di un tempo, senza soste. Nel pomeriggio di ieri era già a Catania dove si mette a punto il cartellone dello Stabile (di cui è direttore artistico) che sarà presentato fra 15 giorni Nell'aria estiva c'è già la rentrée sulla prima rete da Taormina, con la Festa del cinema il 30 luglio e quella del teatro il 6 agosto. Un primo bilancio del ritomo in Rai? 'Raidue non ha mai avuto una audience cosi. E' stata innovativa la formula del programma, di fare uno show con tramo. Per ora, i conti sono con le ultime puntate di Serata d'onore. la settimana prossima ne saranno protagonisti Milva e Renzo Arbore, mentre l'ultimo ven rdì toccherà ad Alberto Sordi ed Eros Ramazzotti: una maggioranza vistosa di eroi della musica popolare, amati dalla gente. Il Baudo multimediale resta molto legato alla musica leggera, e ora che la tempesta s'è scatenata fuori stagione sul Festival di Sanremo, con lo «scandalo- delle canzoni d'oro, lui, presentatore di alcune delle edizioni più seguite, ha da dire la sua: «C'è una crisi delle istituzioni, come Sanremo è, proprio mentre la musica leggera italiana vende benissimo, fra Dalla e Morandi e Vasco Rossi. I responsabili sono tanti, è difficile trovare una soluzione. La crisi è di impostazione e di ideazione; io avevo inventato il talk-show, altri hanno tentato di risolvere ingigantendo; ma quel che si vede, a Festival concluso, è che resta poco da canticchiare: Baudo pensa che la storia delle tangenti per cantare a Sanremo si sgonfierà: 'Sono preoccupato per la prossima edizione, potrebbe ripiombare nell'oscurità dei primi Anni Settanta: a chi ha letto i giornali nessuno toglierà dalla testa che c'è sotto qualcosa di poco chiaro. La gente vuol bene al Festival, fa parte dei ricordi, del versante leggero della vita; questa coperta di sospetti macchia l'idea della manifestazione: Se la chiamassero come sal¬ vatore della patria? «Lo farei volentieri, per la gioia di farlo. Anch'io voglio bene a Sanremo'. Ma lei non crede che ci sia sotto anche qualcosa che non riguarda soltanto la musica, cioè lotte inteme alla de? Glissa: «Ci sono disagi. Tutti si aspettano da Sanremo una soluzione a problemi professionali'. Sotto accusa sembrano soprattutto gii Impresàri che si muovono dietro le quinte senza collocazione ufficiale, a far da tramite fra cantanti organizzatore, case discografiche. Gli impresari sono anche coinvolti in altri spettacoli Rai ad alcuni di essi viene affidato il «casting», cioè il compito di portare gli artisti negli show seriali Che pensa Baudo di questi personaggi? «E' una figura che ha avuto uno sviluppo eccessivo. Un tempo i ruoli erano divisi, la tv scritturava per sé, gli impresari si occupavano di feste di piazza. Credo chela tv si possa cercare gli artisti da sola, con tutto U diritto di questa gente a campare'. Produttore musicale di Sera/o d'onore di Baudo è Sergio Bardotti, autore di alcuni successi del repertorio italiano, coautore di Ti lancerò che ha vinto a Sanremo con Oxa e Leali impegnato anche nella Siae e nel sindacato compositori Sulla struttura del Sanremo, Bardotti ha le sue precisazioni da fare: «E' un Festival non della canzone, ma del disco, cioè della canzone industriale. E' un Festival di professionisti, degli impresari che li fanno lavorare, di manager e discografici Non ci può andare a cantare chiunque: Secondo Bardotti, il Festival poggia, senza misteri, su due pilastri uno è l'Afi (la confindustria dei discografici ndr), l'altro i famigerati impresari •Il Festival è come una Università a numero chiuso, non è un segreto che la discografia stabilisca la divisione di cantanti fra le singole case; ci so¬ no interessi enormi, ogni nastro di canzone che passa vale tre milioni di diritti di proprietà; e se un pezzo passa quattro volte, si paga l'incisione di un mezzo album'. E gl'impresari? 'Sono importanti soprattutto per i giovani e al Sud, sono come una guida che canalizza verso le case discografiche e permette ai cantanti di acquisire uno status: certo è lì il massimo movimento, non so di tangenti, ma certo di pattuizione di interessi reciproci, magari non soldi ma scambi di favori, cointeressenze di edizioni e royalties. E' sempre stato cosi, è un mestiere organizzato secondo regole proprie, non c'è niente di illegale'. Che cosa pensa di Dino Vitola e del marchese Germi gli impresari più chiacchierati? 'Non mi pronuncio'. A Montecatini l'aria è fresca e salubre, i palazzi di giustizia paiono lontani. Marinella Venegoni

Luoghi citati: Catania, Montecatini, Sanremo, Taormina