La svolta del malessere

La svolta del malessere La svolta del malessere Gli intoccabili di Filippo Grassia Per alcuni è il derby del malessere, per noi è quello della svolta. Abbiamo troppa stima di Boniperti e Borsano per pensare che Juve e Torino interpretino anche il campionato venturo in maniera così scialba. La squadra bianconera esiste per vincere ma da tre stagioni non veste panni da protagonista e guarda con invidia le prodezze altrui. I suoi tifosi non conoscono l'esercizio della pazienza, per abitudine al primato sono divenuti sempre più esigenti. Da qualche tempo, invece, sono costretti a segnare il passo e, tenuto conto del pensiero di Gianni Agnelli, dovranno rassegnarsi a vivere di episodi per altri due campionati, magari tre. L'opinione dell'Avvocato ha raccolto solo consensi, sia pure amari, per la sua razionalità. Ci chiediamo tuttavia se Boniperti non possa compiere un mezzo miracolo e restituire una grande squadra ai suoi tifosi in tempi più brevi. C'è già riuscito in due occasioni. Perché negargli questa terza opportunità? In fin dei conti l'Inter, che non ha alle spalle né la Fiat né la Fininvest né la Ferruzzi, ha spezzato la dittatura di Milan e Napoli. Ce l'ha fatta azzeccando in un colpo solo gli acquisti giusti (Brehme, Matthaus, Berti, Bianchi) e rispolverando la sapienza tattica di Matteoli. A Boniperti non mancano i mezzi per tenere a bada la concorrenza: a lui e ai suoi collaboratori—però—è assolutamente vietato fallire la valutazione tecnica di giovani e campioni, come è accaduto negli ultimi tempi. Un problema di staff. Il presidente bianconero l'ha capito al punto da modificare più di una pedina all'interno del club. Il compito di Borsano, il suo nuovo dirim¬ pettaio, è ancora più difficile perché il Torino è incagliato in una situazione di classifica pesante di suo e pesantissima in relazione al calendario. Il presidente granata sta muovendo passi decisi e giusti all'interno di un club dove tanta, troppa gente si era abituata a comportarsi con egoismo. Le sue idee sono cosi affascinanti e moderne da far paura perfino agli addetti ai lavori. Molto ha cambiato, molto cambierà ancora. Peccato che non possa agire con il bisturi anche all'interno della squadra pensata male, costruita peggio, costata un'enormità. Sul piano tecnico sono stati compiuti errori grossolani che incideranno pesantemente sul piano economico. E sotto l'aspetto finanziario i conti di gestione sono aumentati di almeno quattro volte rispetto alla presidenza Rossi. Un esempio. Ciascun giocatore granata riceverà due milioni a punto indipendentemente dal fatto che il Torino si salvi o meno. Quanta differenza col Milan di Berlusconi che riconoscerà premi solo se i rossoneri vinceranno la Coppa Campioni o arriveranno secondi in campionato! Con Borsano il Torino ha ritrovato quel presidente-padrone assente da anni in corso Vittorio. L'ultimo risale a Piattelli, guarda caso al tempo dell'ultimo scudetto. E gli altri?, direte. Rossi, così generoso da regalare alla società 17-18 miliardi, ha abdicato troppo spesso al suo ruolo e Cerbi, troppo gentiluomo, non s'è esposto abbastanza forse perché leader non è mai stato. Nella Juve la voce del padrone non è mai mancata, né mancherà ora che il Gruppo Fiat è divenuto partner autentico della Signora. Basta, allora, con i derby del malessere.

Luoghi citati: Napoli, Torino