Il rischio pillola divide i medici di Ezio Minetto

Il rischio pillola divide i medici L'allarme per uno studio pubblicato su «Lancet» Il rischio pillola divide i medici Aumenterebbero i casi di cancro dopo quattro anni d'uso In tema di pillola anticoncezionale, non si è ancora finito di ricever rassicurazioni sul suo possibile beneficio sulla qualità della vita femminile, che già ti preoccupano con avvisi di rìschio (incidenza del tumore mammario), ad aggiungere preoccupazione in un problema già di per sé molto sentito dalle donne, in senso umano, morale e religioso. Tutti d'accordo, sino a ieri — vedi il recente Congresso organizzato dall'American College of Obstetricians and Oynecologists di Las Vegas — che la moderna terapia sostitutiva con estrogeni (alle ormai ultraminiaturizzate dosi e razionali associazioni ormoniche oggi raggiunte) ha azione benefica generale e sintomatica, buone possibilità di anticipo sull'attuale o futuro rìschio osteoporotico, nonché capacità di rimpiazzare umore, tono e vitalità nelle donne in menopausa. Per altro, dietro l'angolo dell'obbiettivo «antisenescenza» («trombosi-zero», «non-epatopatie», «non ipertensione né dislipidemie») non è mai stato cancellato, in effetti, quel tanto di dubbio statistico del tumore ovarìco e specie mammario: con un rìschio grosso modo omologabile a due possibili casi di tu more della mammella su ogni 10 casi di presenescenza evitata o prevenu ta. Sta di fatto, però, che questa volta, su «Lancet» è M. Pike, del Dipartimento dell'Imperiai Cancer Research Fund di Oxford, che riporta una pesante esperienza rivolta alla donna giovanissima, con area rìschio da estrogeni entro i vent'anni: e poi con ulte riore rìschio praticamente discendente sino all'età menopausale. Nella comunità scientifica, ancora pochi mesi fa, una commissione di esperti della FDA dichiarava l'assenza di prove sul rischio-pillola-tumore. Le opinioni, nella classe medica, osculavano tra l'entusiastico slogan «estrogeni a vita» allo scetticismo prudenziale di chi non dimentica un rischio possibile. A portar pace e qualificati commenti a queste povere «fertili», alternativamente blandite e poi spaventate, sicuramente verranno, dagli esperti, precisazioni se non sconfessioni. Cosi come suona, la notizia, oggi, è piuttosto severa, se non da incubo. Le donne giovani e giovanissime, afferma Pike, vedono aumentare in modo significativo il rischio di cancro mammario (43 per cento dopo quattro anni di impiego giovanile di pillola, 74 dopo otto anni). Viene addirittura da pensare che, se cosi fosse, non occorrerebbero tante inchieste e avremmo sott'occhio una realtà esplicitamente palese ed epidemica. E' vero che qui si parla di -«rischio» e non di certezza di contrarre il tumore: ma la notizia, anche cosi, non sarebbe affatto consolante. I ricercatori non sono stati in grado di accertare se il rìschio individuato in età giovanile persiste anche in età avanzata ma sono inclini a ritenere che con gli anni — e, si precisa, con l'abbandono del contraccettivo orale — il rischio vada diminuendo. Dopo queste non rosee notizie, l'associazione britannica per la pianificazione familiare si accontenta, direi poi persin troppo tranquillamente, di racco¬ mandar prudenza, cioè pillola a bassissimo ed equilibrato dosaggio, sottolineando che «i rischi del tumore mammario sono bilanciati dalla protezione che la pillola fornisce nei confronti del tumore ovarico»: come se una giovane donna — che abbia già 1 suoi problemi si e no di contraccezione (30,5 per cento in Italia) — dovesse anche preoccuparsi di un grafico al rischio tumore, in questa o quella ginecologica sede, distribuito nel corso del suoi decenni, fertili e poi no. Se, come consiglia «Lancet», il problema è di pillole a bassissimo dosaggio e a limitazione dell'uso al minimo indispensabile, la cosa è da tempo realizzata. Lo può ben sostenere la Schering, leader universale di competenza In questo campo. La pillola Ideale («gestoden») è da tempo realizzata, con efficacia contraccettiva largamente confermata in ogni Paese del mondo: e con praticamente assoluta e controllata sicurezza. E' davvero una assurda altalena che va fermata, questa — perlomeno quando va diretta, senza freni, sui giornali — che oscilla tra l'ottimismo della «sicurezza ormonica» e l'implicito, fin troppo evidente, «sgomento tumorale». Forse non basta, nell'identificar colpevolezze, che speriamo molto teoriche, affermare che il tumore mammario è poco frequente sotto i trentasei anni d'età (una donna su cin quecento) e che quel tanto temuto rischio — che non si vede perché obbligatoriamente ed esclusivamente legato all'impiego della pillola — potrebbe portare a una donna malata su trecento. Ezio Minetto

Persone citate: Pike

Luoghi citati: Italia, Las Vegas, Oxford