Venezia in guerra con l'estate di Pierangelo Sapegno

Venezia in guerra con l'estate E' già emergenza per il caldo: alghe in laguna e chironomidi in terraferma Venezia in guerra con l'estate In Comune si teme il collasso ambientale -1 Verdi: «Si è perso troppo tempo nella raccolta della lattuga di mare» - Il sindaco Casellati: «Speriamo che la stagione non sia torrida» - La giunta spenderà 600 milioni per le trappole contro i moscerini DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — 'Guardate la laguna, com'è ridotta: è una prateria verde-. Le alghe ci sono già, ci sono sempre state, ha ragione Stefano Boato, Verde, assessore all'urbanistica. Sembrano foglie d'insalata, soffocano il mare e uccidono i pesci. E ci sono pure i chironomidi. insetti piccoli come moscerini, che ronzano a migliaia attorno alle luci, nelle case. Un'altra estate a rischio, s'annuncia a Venezia. La Serenissima ha già pagato un conto salato l'anno scorso, a luglio: disdette e fughe dagli alberghi, la foto del gondoliere con la maschera per proteggersi dall'inquinamento che ha fatto il giro del mondo. E quest'anno? 11 sindaco, Antonio Casellati, repubblicano, allarga le braccia: •Speriamo che i periodi caldi siano brevi, speriamo che non arrivi una stagione torrida'. Boato, invece, dice: 'Questa volta sarà peggio di tutte le altre. E' stato un inverno strano, a maggio non si erano mai raggiunti questi livelli: ci stiamo avviando al collasso'. Chissà. Rosa Carbone, assessore all'Ambiente, giura che la situazione non è così grave, che -la macchina è già in moto, e l'emergenza ha risposte sistematiche'. Colpe e ritardi, però, è vero, non mancano. L'anno scorso, di questi tempi, era in piena attività la raccolta delle alghe. Pochi soldi, tanto volontariato, 5 barche per raccogliere le alghe. "In pochi mesi ne tirammo su trentamila tonnellate'. ricorda Carbone. Quest'anno non ci pensa più il Comunema il Magistrato delle acque un pool di imprese riunitnel «Consorzio Venezia nuova-. Le barche sono diventate 14, e sono arrivati i soldi-perché da Roma hanno deciso di spendere 12 miliardi-Finalmente si fa sul serioMacché. Dall'agosto scorstutto s'è quasi fermato. Hcominciato il Comune, sospendendo la raccolta perchaveva finito i soldi proprio negiorni più critici. Poi, l'incarco è stato assegnato al «Consorzio Venezia Nuova». Cobuona pace della burocraziaprima, s'è atteso il visto dellCorte dei conti poi quello de o a é i n : a l ministero dei lavori Pubblici e alla fine c'erano le barche da sperimentare. Si erano già persi 7 mesi, ma non bastavano ancora. A metà marzo si parte. Dura poco, però, qualche giorno soltanto. «7/ Consorzio non aveva predisposto un piano adeguato—racconta Rosa Carbone — aveva individuato un solo posto dove portare le alghe-. Quel posto era Porto Nogaro. E lì successe il finimondo, la popolazione sì ribellò, bloccò le barche: -Non vogliamo altro inquinamento-, protestarono. Il Consorzio si rivolse al Comune, e il Comune cercò altri posti: Chioggia e Mira dissero di sì. Quanto tempo s'è perso? •Troppo — accusa Casellati — e si tratta di un ritardo ingiustificato. Perché abbiamo dovuto sprecare anni per far capire che quella delle alghe era un'emergenza e poi perché, quando alla fine l'hanno capito, hanno aspettato ancora a dare i soldi-. Adesso, ci sono le alghe. E ci sono i chironomidi. Anzi, a sentir Erminio Chiozzotto, responsabile della direzione ecologia al Comune, sono forse questi insetti il pericolo maggiore. Per combatterli, in cantiere qualche soldo e qualche idea. Il ricordo è tragico: immagi¬ nteaNppnsssl'sclaAztsli nate colonne di moscerini alte 50 metri, i soffitti delle case anneriti, i lampioni oscurati. Nell'85 dovettero chiudere per 5 volte l'aeroporto, perché gl'insetti si infilavano nei motori e riempivano le piste d'atterraggio rendendole scivolose. Anche la stazione subì la stessa sorte. Oggi, nell'aeroporto ci sono 50 grandi schermi bianchi per attirare i chironomidi, quando sfarfallano all'imbrunire, e bruciarli. Altri pannelli, spiega Chiozzotto, -sono stati disposti intorno alla città, nelle isole disabitate: lunghi teli chiari illuminati durante la notte e innaffiati con prodotti spe¬ ciali. Se i teli non dovessero bastare, li bombarderemo dal cielo con gli elicotteri. Un altro sistema prevede l'uso di battelli speciali, con teli bianchi, ormeggiati in alcuni punti strategici per spostare l'attenzione degli insetti e portarli in luoghi non abitati: Povera Venezia. Sembra quasi un piano di guerra. Soldi e squadre operative di 30 persone contro i moscerini, le chiatte che spazzolano la laguna per catturare le alghe. Eppure, si lamenta il sindaco, è ancora poca cosa: -Per la lotta ai chironomidi abbiamo in cantiere una delibera di 600 milioni. Ma serviranno per le trappole, e nient'altro. Io non so davvero quanto possano reggere sul serio questi palliativi-. E Boato incalza: -Noi abbiamo chiesto una decina d'interventi alla Regione, niente di speciale, roba di normale amministrazione. Niente. Siamo qui a rincorrere tardi e male le alghe. Pazienza. Vedrete che faremo le cose a furor di popolo, appena arriverà il caldo e l'aria sarà invivibile-. Per ora, assicurano all'Apt, i turisti non rinunciano. -Diminuiscono gli americani, ma aumentano i giapponesi — dice il vicedirettore, Franco Cristinelli —. Tedeschi, spagnoli e francesi vengono come sempre-. Va peggio, pare, sulla costa dell'Adriatico, dove piovono disdette dalla Germania e dall'Austria. Venezia, invece, aspetta. Pierangelo Sapegno Venezia, luglio '88, I turisti e il gondolière si difendono con una mascherina dall'odore delle alghe in decomposizione (Ansa