«Stiamo indagando sul signor Ligaciov»

«Stiamo indagando sul signor Ligaciov» Nella campagna elettorale per i ballottaggi un magistrato accusa in tv alti dirigenti del pcus «Stiamo indagando sul signor Ligaciov» «Il suo nome compare in un'inchiesta sul crimine organizzato» - Il giudice coinvolge anche il conservatore Solomentsev e Romanov, vecchio capo del partito di Leningrado e rivale di Gorbaciov - Il Presidium replica sulla Pravda: «Provocazioni» NOSTRO SERVIZIO MOSCA — Nikolaj Ivanov, giudice istruttore sovietico diventato famoso negli ultimi anni per aver condotto una coraggiosa battaglia contro la corruzione nelle alte sfere del Paese, ha lanciato a Leningrado nel corso di tre trasmissioni televisive locali, una grave accusa: il nome di Jegor Ligaciov, membro del Politburo considerato il capofila dell'ala conservatrice del Cremlino, comparirebbe insieme a quello di altri dirigenti politici in un'inchiesta contro il crimine organizzato che Ivanov e il suo superiore Telman Odlian hanno istruito già da qualche tempo. Insieme a Ligaciov il giudice istruttore ha tirato in ballo Mikhail Solomentsev, membro del Politbjuro fino all'ottobre scorso, Grigori Romanov, vecchio capo del partito di Leningrado e rivale di Gorbaciov nella corsa al posto di segretario generale nell'85 e da allora caduto definitivamente in disgrazia, e l'ex presidente della Corte Suprema dell'Urss Vladimir Terebilov, dimessosi un mese fa. Le accuse sono pesanti ma ancora vaghe; dalle dichiarazioni di Ivanov, rilasciate in occasione di un ultimo strascico di campagna elettorale che riporterà oggi alle urne alcuni cittadini di Leningrado, non è chiaro né il capo d'imputazione che sostiene l'apertura dell'inchiesta, né di quale colpa vengano accusati gli inquisiti eccellenti: «Non sto affermando che qualcuno di essi è colpevole, riferisco soltanto ciò che è registrato nei documenti riguardanti il caso». Ivanov ha continuato il suo affondo sostenendo che lo Stato si adopera per ostacolare la lotta contro il crimine organizzato, rinforzando la tesi sostenuta già qualche settimana fa dall'altro magistrato Telman Gdlian, che denunciava «irregolarità» e «violazioni di legge» commesse dai responsabili della Corte Suprema nella lotta contro la corruzione. Nikolaj Ivanov e Telman Gdlian sono i due giu¬ dici istruttori che hanno lavorato per cinque anni al caso Ciurbanov (il genero di Leonid Breznev), riuscendo a smascherare in tribunale l'intrigo di interessi, peculato, mafia e protezione politica che negli Anni 70 travolse la Repubblica asiatica dell'Uzbekistan. E la reazione ufficiale non si è fatta attendere. Ieri la Pra¬ vda pubblicava una dichiarazione del Presidium del Soviet Supremo dell'Urss nella quale si denunciano le «affermazioni provocatorie» rilasciate dai due magistrati alla radio e alla televisione: «Sostenere che alcuni leaders politici hanno violato la legge è un tentativo di disorientare il popolo e di nuocere alla speciale commissione d'inchie¬ sta istituita a causa delle numerose lamentele dei cittadini». Telman Gdlian è infatti inquisito dal 30 aprile da due commissioni d'inchiesta, una del Comitato Centrale e l'altra della Procura generale sovietica, incaricate di indagare sulle violazioni di disciplina del partito e di legge che il magistrato avrebbe commesso durante le indagini sulla corruzione in Uzbekistan. Ma già dal 4 aprile a Gdlian e Ivanov è stata sottratta tutta l'inchiesta sulla mafia, e da allora una serie di accuse regolarmente pubblicate sulla stampa ha fatto a gara nel denunciare le numerose abiezioni cui si sarebbero macchiati durante le indagini. E' un tentativo di imbavagliare dei magistrati coraggiosi, un complotto orchestrato per gettare discredito sulle loro figure ed impedire di scavare più a fondo nella mafia sovietica, oppure un'obiettiva denuncia dei metodi illeciti usati dalla magistratura? Difficile rispondere ora, ma una cosa è certa, che la guerra tra il Cremlino e i giudici speciali non conosce ormai esclusione di colpi. L'opinione pubblica ha dimostrato finora essere dalla parte di chi combatte la mafia; le elezioni del 26 marzo hanno premiato trionfalmente la candidatura di Telman Gdlian a Mosca, le sue inchieste coraggiose sono apparse come una sfida alla corruzione di Stato che alligna in molte Repubbliche dell'Urss. Nikolaj Ivanov ha usato la stessa arma in queste ultime ore di campagna elettorale a Leningrado, dove correrà insieme ad altri 33 candidati per un solo seggio. Oggi si tornerà alle uree in 198 distretti elettorali in tutta l'Urss, in 195 di essi si dovrà votare laddove il 26 marzo il candidato unico presente in lista non è riuscito a riscuotere il 50 per cento dei consensi, e in tre distretti In Armenia dove la percentuale dei votanti è stata di meno della metà. Paola Delle Fratte