Menem 5 anni di tregua per i debiti
Menem: 5 anni di tregua per i debiti Menem: 5 anni di tregua per i debiti DAL NOSTRO INVIATO BUENOS AIRES—L'intervista è avvenuta in imo studiolo di Callao, poco dopo l'alba con alle pareti una vecchia foto di Perón e un ritratto di Evita Carlos Saul Menem, il candidato del Frente Justicialista de Unidad Popular, la lista dell'alleanza peronista democristiana e intransigente, mi ha fatto l'impressione di un uomo semplice ma determinato; pronuncia le sue impegnative parole con una naturalezza dimessa che ne smonta l'enfasi retorica. Avvocato, 57 anni, sposato con una musulmana due figli cattolici come lui, sembra più a suo agio con le dichiarazioni di principio che nelle analisi dei problemi. Appare soprattutto sincero. Durante la dittatura è stato in galera. — Il suo primo atto politico quale sarà? «Un appello all'unità del popolo. Non è uno slogan. La crisi è tanto profonda che risolverla non è, e non può essere, il lavoro di un uomo soltanto: occorre uno sforzo comune, collettivo, di un'intera nazione. Solo uniti potremo tornare a essere il grande Paese che siamo stati nel passato». — Il passato riporta avanti i fantasmi del peronismo. In Europa, nel mondo, ci sono profondi timori. «Noi non vogliamo nessuna violenza non la tolleriamo. Se mai, ne siamo stati vittime noi stessi: io ero in galera, sotto la dittatura, mentre altri che oggi parlano di democrazia andavano a pranzo con i generali che mi tenevano in prigione. Temo che spesso si voglia ignorare l'essenza reale del peronismo, la sua difesa dei più deboli nella società». — Quali sono allora i contenuti di questo programma peronista? «Dell'unità nazionale, che è imprescindibile, le ho già detto, n mio sarà un governo di coalizione, di unione, non un comitato di partito. Poi c'è il progetto di una rivoluzione produttiva. E infine, l'unità latinoamericana-. — Che cosa significa rivoluzione produttiva? «E' un piano economico nel quale lavorano migliaia di tecnici e di studiosi: invertire l'andamento della nostra economia trasformarne, e non solo congiunturalmente, la sua propensione storica alla rendita e la speculazione, inraprmcofidnitePlascsochndntotasePn in una sana e moderna cultura degli investimenti e della produzione». — Dove troverà I capitali? «La nostra fede e la nostra morale, e l'unità del popolo, convinceranno qualsiasi diffidenza. Ridurremo e riorganizzeremo anche le spese interne, per trovare capitali nel Paese. Dovremo ridisegnare la pianta delle imposizioni fiscali, eliminare gli sprechi, soprattutto la corruzione che fa arricchire pochi a danno di tutti, aumentare la produttività e l'efficienza». — Il peronismo è tradizionalmente legato a un aumento della spesa pubblica. «Noi oggi non siamo nè statalisti nè privatisti, siamo semplicemente pragmatici. Privatizzeremo tutto ciò che non è essenziale alla spesa sociale e che viene gestito con un danno economico. Ma non sostituiremo a un monopollo pubblico un monopolio privato. Vogliamo che ci sia concorrenza nella prestazione dei servizi, per favorire tutti gli utenti e non solo i possessori di capitali». — Attorno a lei ci sono uomini che talvolta richiamano le tentazioni più autoritarie e più oscure del peronismo. «Attorno a me non ho nessuno che abbia o possa avere conti in sospeso con la giustizia e tutto il resto sono solo giudizi politici non sempre sereni. Io ho le mani libere da qualsiasi legame, e sono mani pulite. In ogni caso il mio impegno assoluto è di formare un governo con uomini che siano onesti, leali, e capaci. E la prego di porre attenzione sull'ordine con il quale le elenco le tre prerogative essenziali». — L'Argentina peronista pagherà il debito estero? «Chiediamo una moratoria concordata per cinque anni, per investire nel Paese i dollari che dovremmo pagar fuori. E' interesse di tutti accordarci». — E' favorevole a un'amnistia ai militari? «Assolutamente no. Ma credo giusto che si ponga una fine giuridica, legittima a questo stato di incertezza». — Quanto tempo è necessario per risanare questa crisi? «Non sono un mago e non prometto miracoli. Io chiedo che il Paese mi segua per due anni. E gli offro una sola cosa: lavoro, lavoro, e lavoro». in. c. Buenos Aires. Il peronista Carlos Saul Menem (Telefoto Ap
Persone citate: Carlos Saul Menem, Evita Carlos Saul Menem, Menem
Luoghi citati: Buenos Aires, Europa
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