Incontri ravvicinati col «canaro» di Franco Lucentini

Incontri ravvicinati col «canaro» Il torturatore assassino scarcerato: è un folle e dunque irresponsabile Incontri ravvicinati col «canaro» E' sempre un conforto sapere che occhi vigili proteggono la comunità dai suoi nemici più subdoli, il singolo individuo, si sa. tende a essere gretto e miope, tira avanti la vita ora per ora senza rendersi conto dei vasti pericoli che corre. Ma per fortuna c'è sempre chi li vede per lui. chi denuncia, chi smaschera. Ieri l'interesse generale poteva essere minacciato dagli Ugonotti o dai Gesuiti, dagli Aristocràtici O dagli Untori. Oggi sono alle porle i Carboidrati e i Pesticidi; i torvi Fumatori, i micidiali Inquinatori, i selvaggi Ecceditori del limite di velocità. Uno tipre ogni giorno il giornale e respira di sollievo: meno male, le sentinelle non dormono, i divieti s'infittiscono, i controlli sono sempre più severi, i grandi problemi sono lutti sul tappeto, grandi strateghi si preoccupano della difesa contro i grandi nemici. Ma in una pagina meno impegnativa, in corpo più piccolo, il singolo individuo legge ogni giorno strane piccolezze. '•Lo scippatore arrestato. Arminio Stasentire, detto "il curogitone", è una vecchia conoscenza della polizia. Nel 1983 era stato condannato a 2 unni per favoreggiamento della prostituzione, nel 1984 a 4 anni per stupro, nel /Wi7 a ù anni per spaccio di stupefacenti, truffa aggravata e furto di televisori». Oppure: "Ferito nella sparatoria anche Ezzechiele iMvirgola. detto "lo schifosone", autore di una rapina al Credito filosofico che gli era valsa nel IW2 una pesante sentenza. 16 anni; e condannato nel /V.s'o a 22 anni per estorsione, assalto al furgone della Banca Etnica, pluriomicidio, sequestro di persóna, incendio doloso e vendita di Lacoste false». Qualcosa non quadra. Il sin¬ golo individuo fa i suoi piccoli, rapidi conti e si chiede: ma come mai costoro, con tutte quelle sovrapposi/ioni di condanne intrecciate, erano tranquillamente in circola/ione nel 1989? Una risposta precisa non c'è mai. O meglio, ce ne sono sempre parecchie, tutte anch'esse intrecciate e sovrapposte, tutte impeccabilmente largate da qualche lormula burocratica, decorrenza dèi termini, buona condotta, regime di scmilibertà, carenza di posti letto, incapacità di intendere e di volere, e via rilasciando. E' cosi che è uscito dal carcere per tornarsene a casa anche Piero De Negri, detto «cr canaro» che l'anno scorso a Roma aveva torturato per sei ore, orrendamente mutilalo e infine ucciso, un suo nemico e persecutore, l'ex pugile Giancarlo Ricci. Il tribunale della Libertà lo ha ritenuto folle, e quindi irresponsabile, al momento del delitto; ora peto l'assassino, essendo scomparsa la eausa della sua follia, ossia l'assassinalo, non è più da ritenersi «socialmente pericoloso», e può circolare tranquillamente su tutto il territorio nazionale. Qualcosa, pensa il singolo individuo, davvero non quadra. Qualcosa ricorda la logica del tribunale di Pinocchio. Ma quando poi volta pagina e legge le tante cose che si l'anno o quantomeno si discutono ai massimi livelli per meglio proteggerlo dai massimi rischi, non tttrda a rasserenarsi. Certo, sarebbe spiacevole incappare una sera nel «carognone», nello «schifosone» o nel «canaro» in libera uscita. Ma quante sono le probabilità? Non c'è miglior protezione della statistica. Carlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Arminio, Carlo Frutterò, Giancarlo Ricci, Piero De Negri

Luoghi citati: Roma