Ucciso dai fringuelli alla cicuta

Ucciso dai fringuelli alla cicuta Un cacciatore a Taranto: gli uccelli avevano mangiato semi velenosi Ucciso dai fringuelli alla cicuta TARANTO — Avvelenati da un piatto di fringuelli catturati di frodo. Francesco Caforio, 61 anni, agricoltore di Sava, è morto l'altra notte nel reparto di rianimazione dell'ospedale «Santissima Annunziata» di Taranto. La moglie Elisabetta Pichierri, 59 anni, è grave. Per i medici l'anamnesi e le analisi non lasciano dubbi: intossicazione da cicuta. Sì, proprio la pianta entrata nei libri di storia perché del suo veleno peri Socrate, condannato a morte dal governo di Atene. La tesi dei sanitari tarantini è questa: i fringuelli — specie protetta — cacciati da Caforio nelle campagne pugliesi avevano mangiato semi di cicuta. Essi, a differenza dei mammiferi, resistono agli effetti del veleno, che viene però assorbito dalle loro carni. I coniugi Caforio si sentono male giovedì sera, due ore dopo la cena: vomito, diarrea, vertigini, sensazioni di freddo. Avvertono alcuni parenti e si fanno portare all'ospedale di Manduria, ma qui le loro condizioni si aggravano e un'ambulanza li trasferisce d'urgenza a Taranto. I due respirano con difficoltà, non riescono più a muovere gambe e braccia. I medici chiedono spiegazioni ai familiari: «Che cos'hanno ingerito?». •Non lo sappiamo, a cena hanno mangiato gli uccelli cacciati da Francesco». In ospedale il «giallo» dura poche ore. Sono stati i fringuelli. Fringuelli alla cicuta. Dopo la morte dell'uomo il sostituto procuratore di Taranto Piergiorgio Acquaviva apre un'inchiesta e dispone l'autopsia che sarà fatta oggi. Dice un dottore della rianimazione: «Per noi non ci sono dubbi sulla causa dell'intossicazione, anche se a molti può sembrare incredibile. Abbiano riscontrato la tipica sintomatologia neuromuscolare: blocco dell'attività nervosa e muscolare, difficoltà respiratorie, insufficienza renale, paralisi ascendente...». Avete potuto stabilire quanti uccelli hanno mangiato i co¬ niugi Caforio? -Non lo sappiamo, ma spesso possono essere fatali pochi microgrammi di cicuta». Quali cure avete attivato? 'Contro il veleno di questa pianta non esistono antidoti». Ferdinando Graziano, direttore sanitario dell'ospedale «Santissima Annunziata», aggiunge: -Non è la prima volta che registriamo casi del genere. In passato abbiamo già avuto pazienti ricoverati con la stessa patologia». La storia di Taranto, la «vendetta dei fringuelli», fa discutere gli esperti. Dice Paolo Bertagnolio, della Lipu di Roma: •Fringuelli e allodole in questa stagione si nutrono anche di semi di cicuta ed è provato che non ne vengono danneggiati». Guido Tappi, fino a novembre dell'anno scorso professore ordinario di chimica farmaceutica e tossicologica all'università di Torino, collega la cronaca di Taranto ad un passo dell'Antico Testamento: «Libro dei numeri, capitolo undecimo, versetti 31-33, dove si racconta della morte di un gran numero di ebrei durante la fuga dall'Egitto: avvelenati dalla carne delle quaglie che, nello svernamento in Africa, si erano nutrite di semi di cicuta. Pochi giorni fa, in un convegno, avevo detto che difficilmente un episodio del genere potrebbe ripetersi oggi. Dovrò forse ricredermi?». La cicuta, spiega Elena Accati, dell'Istituto delle coltivazioni dell'università torinese, è un'ombrellifera dall'odore sgradevole che un po' assomiglia al prezzemolo. Si trova ovunque in Italia e mette i frutti da aprile a luglio. «E contiene non uno, ma più veleni — aggiunge Tappi —. Il più famoso e la "coniina", quello che uccise Socrate e i cui effetti sono stati così ben descritti da Platone, ma il più potente è il meno conosciutela "cicutotossina" che si trova in tutta la pianta, semi compresi-. Nei semi di cui son ghiotti i fringuelli. Dario Cresto-Dina