Un ballo con Forlani

Un ballo con Forlani Un ballo con Forlani A sorpresa, Bettino Craxi nella relazione al congresso socialista è stato, nei confronti del governo presieduto da Ciraco De Mita e della de, meno liquidatorio del presidente repubblicano Bruno Visentini. Non che si sia abbandonato allo spirito d'indulgenza; ogni volta, anzi, che s'è occupato del gabinetto a guida de, lo ha fatto per criticarne lo stato di paralisi, la confusione, l'inefficacia, il mancato mantenimento delle promesse di un anno fa. Ma, al momento di assestargli una spallata, s'è fermato e ha evitato di pronunciare i due verbi fatidici: «Deve andarsene». A cosa si deve questo rabbonimento? Davvero il leader socialista vuole offrire una tregua o quanto meno un'ultima chance a quel De Mita che è stato il suo avversario di un decennio? Niente affatto. Non c'è né rabbonimento, né offerta di tregua da parte di Craxi. Ma un'ultima esitazione, probabilmente tattica, tra il mandare a monte go verno e legislatura e ricontrat tare con la de di Arnaldo Forlani un'ulteriore stagione governativa da cui intravede di poter ottenere vantaggi e soddisfazioni per il suo partito. Abbiamo parlato di tattica perché l'essersi Craxi arrestato di fronte a questo bivio ha più il carattere di un temporeggiamento prima delle elezioni del 18 giugno che quello di una reale indecisione. Per quel che lo riguarda, il governo De Mita ha chiuso la sua esperienza; l'offerta di una verifica da parte del segretario psi è del tutto diversa da quella di Giorgio La Malfa a cui, sulle prime, parrebbe assomigliare. Per vie traverse, Craxi sta esortando il nuovo segretario della de Arnaldo Forlani a gettare alle ortiche ogni persistenza di demitismo, ogni residuo di spirito consociativo, ogni ulteriore ricerca di agganciamento dei comunisti. Come se pensasse che la partita giocatasi al congresso de e culminata con la sconfitta dello stesso De Mita non è chiusa del tutto e abbisogna di un ulteriore regolamento dei conti in vista della definitiva emarginazione di quell'ala interna al partito di maggioranza relativa che tuttora cerca il dialogo con laici e pei in chiave antisocialista. Significativo in tal senso è quel che Craxi ha detto in materia di riforma elettorale. Da una parte ha annunciato d'esser pronto a discutere di tale riforma solo in un contesto che preveda luce verde a elezione diretta del Presidente della Repubblica e referendum propositivo. Dall'altra ha però chiesto a Forlani, sia pure senza mai nominarlo, di impegnarsi una voi ta per tutte in maniera definitiva a difendere il psi dalla minaccia di una «possibile forma zione di maggioranze alternative proprio sulle leggi elettorali». Altrettanto significativo i che Craxi, a dispetto di apertu re e sollecitazioni che gli giungono adesso oltreché dai comu nisti anche dal congresso repubblicano, è più che mai re stio ad imbarcarsi proprio ora sulla zattera dell'alternativa. Per Occhetto ha esclusivamen te motti critici, a parte un invito quasi ironico a che sia lui ad aggregarsi al psi; e, dice, ogni prò spediva d'alleanza a sinistra per come gli viene offerta da Botteghe Oscure sa ancora troppo di frontismo. E' per un ballo con Forlani, perciò, che Craxi si sta prenotando. Un ultimo ballo, nel quale a lui toccherebbe con durre la danza e all'altro farsi trascinare per il lasso di tempo che ci separa da quel momento in cui socialisti e democristiani si divideranno per il resto dei loro giorni. Di fronte a questa prenota zione, Forlani risponde con un sorriso di assenso. Sa bene che non è detto che quel giro di bai lommcsccrisCdgmucsdnrnmsccitpdcgsd lo si possa fare davvero dal momento che la pista è resa oltremodo malsicura, impervia e ancor più lo sarà per come la lascerebbe De Mita quando fosse costretto ad abbandonare il campo. Sa anche che, ove mai riesca a cominciare, quel ballo sarà interrotto non appena Craxi considererà giunta l'ora di passare ad altri abbracci. Ma giudica questa offerta in extremis del segretario socialista un'ottima copertura che gli consente di rafforzarsi come segretario della de e costituisce di per sé la riprova che una nuova maggioranza in grado di relegare la democrazia cristiana all'opposizione non è nemmeno all'orizzonte. A meno che... un colpo di scena nel discorso conclusivo che Craxi dovrebbe tenere tra cinque giorni è difficilmente ipotizzabile. Semmai, il segretario del psi potrà essere più preciso su tempi e modalità della verifica di governo che ha chiesto. Ma, dopo le elezioni di giugno, tutte queste ipotesi di sostanziale continuità nelle alleanze potrebbero essere rapidamente travolte e i tempi della separazione tra de e psi farsi più veloci. paoi0 Mieu

Luoghi citati: Ciraco De Mita