Il mitico Dior «firmato» Ferré

Il mitico Dior «firmato» Ferré Lo stilista italiano disegnerà le prossime collezioni della Casa francese Il mitico Dior «firmato» Ferré La conferma a Parigi: «Sono commosso, per me è un'esperienza unica» - Due miliardi e mezzo all'anno per creare i capi di alta moda e il «prèt-à-porter» - Polemica la stampa transalpina: «Così si rinuncia alla nostra griffe-simbolo» - Fendi e Versace: «E' la dimostrazione che il momento d'oro del made in Italy continua» PARIGI — Lo stilista italiano Gianfranco Ferré disegnerà le prossime collezioni di Dior, la casa simbolo della moda francese. L'annuncio alla conferenza stampa di Parigi, davanti a cento persone, fra cui molti giornalisti di moda, economia e televisione. La decisione è stata presa subito dopo la chiamata di Marc Bohan, da quasi trent'anni disegnatore delle collezioni alta moda e prèt-àporter della prestigiosa casa francese, a presidente della Fondazione Dior, ed ha avuto l'effetto dì una bomba in Francia e in Italia. Nell'ultimo numero del «Women Wear's Daily» Pierre Bergee della Yves Saint Laurent, Christian Lacroix e Karl Lagerfeld criticano con durezza l'idea di Bernard Arnoult, a capo della «Chrstian Dior», di affidare ad un italiano le sorti di una firma-sintbolo della moda francese. E un'atmosfera gelidamente tesa si avvertiva alla conferenza stampa, mentre Ferré, rendendo omaggio alla mitica «griffe», si diceva commos¬ so per essere chiamato a vivere un'esperienza di cosi grande valore. Beatrix Bougibault, direttrice generale della Maison Dior, rispondendo alla domanda di un giornalista tedesco ha aggiunto: *U talento non ha patria, è una moneta internazionale. Chi si prefigge di creare abiti straordinari deve decidere rapidamente come spenderlo'. E' la convinzione anche di Gianni Versace: 'Sono felice per Ferré. E'un momento fortunato per lo stilismo italiano. Valentino porta a Parigi l'alta moda, Tarlazzi la creerà per Laroche, io ho presentato i modelli atelier al Museo d'Orsay. E' un'affermazione del lavoro italiano, è un segno che la Francia sta cambiando sulla via dell'internazionalizzazione». La stampa francese è sorpresa. Si imputa la «promozione» di Marc Bohan all'approdo recente di Beatrix Bougibault alla Maison Dior. Si guarda con apprensione alla sempre più massiccia presenza della finanza, con obiettivi diversi da quelli della creatività, nelle case di moda e di accessori, mentre si profila il problema della successione ai grandi stilisti francesi e si teme la crescente presenza italiana. Eppure Ferré non perde il suo entusiasmo. Arrivare a Dior, dopo appena dieci anni di lavoro, è per lui un risultato di massimo rilievo, anche economico. Si parla di due milioni di dollari (circa due miliardi e mezzo di lire) all'anno per realizzare le due collezioni alta moda e le altre due di prèt-àporter. 'Sono fiera di lui—dice Carla Fendi —. Mi dispiace solo che non disegnerà più una collezione alta moda per Roma Ma chissà che non arrivi da noi qualche stilista francese». Gianfranco Ferré, del resto, non è impreparato alle accoglienze fredde: quando da Milano venne a «rinvigorire» la passerella romana con i suoi modelli, 1 puristi non mancarono di far notare che sarto d'alta moda è solo colui che possiede un congruo atelier. Ora Ferrè di atelier ne avrà due, e potrà contare sulle famose «petites mains» di sarte dalla straordinaria abilità. Dice Mila Schòn: 'Nella vita e nel lavoro di uno stilista ci sono momenti difficili, in cui si devono prendere decisioni in grado di risolverli. Ferré è chiamato a realizzare le collezioni di Dior: senza dubbio è un fatto importante, faccio all'amico ogni augurio. Anche se io preferisco fare Mila Schòn di Mila Schòn: Gianfranco Ferré non rinuncia però all'alta moda in Italia: continuerà infatti ad occuparsi del proprio prèt-àporter, delle collezioni maschili, degli accessori, il suo nome è stato scelto per imprimere una svolta alla strada un po' troppo quieta, negli ultimi tempi, della Maison Dior. La finanziaria Agache, a cui la casa francese fa capo, non è nuova ai colpi d'ala per far lievitare il fatturato, come fece con l'astro nascente Christian Lacroix. Bernard Arnault ammette di non essere al riparo da ogni rischio nell'accoppiata Ferré-Dior, per l'innegabile diversità dello stile fra l'orgogliosa geometrìa dell'italiano e la tradizionale grazia della Maison francese. Ma Ferré è di parere opposto: 'Non bisogna confondere risultati diversi con uno spirito a metà fra tradizioni e audacia, passione per i materiali discordi fra loro e l'accento romantico nel rigore più classico, per una donna pienamente viva fra passato e futuro». Lucia Sollazzo

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