Manzoni d'Egitto

Manzoni d'Egitto LE TV-GAFFES DI UNA SERA AL REGIO Manzoni d'Egitto Apertura ufficiale del Salone del Libro, al Regio. Sullo schermo appaiono le Piramidi egiziane, con polvere e cammelli. Mancano le trombe, ma l'Aida oggi non c'entra. Da giorni era stata annunciata la proiezione, in anteprima assoluta, di alcuni spezzoni dei Promessi sposi, realizzati per la tv da Salvatore Nocita. La gente è sconcertata. Che questo regista abbia voluto ambientare Manzoni in Egitto? Ma no, si capisce dopo un po', con sollievo, che era il prologo di un'intervista al premio Nobel Mahfuz: piramidi e cammelli sembrerebbero indispensabili a individuare lo spessore di una cultura, le linee di una originale esperienza narrativa. A introdurre, quanto meno, il pubblico del Regio nei misteri d'Egitto. Compare Piero Badaloni, con il suo bel sorriso di bravo ragazzo tv. Non perde occasione di ricordare che possiamo rivedercelo con comodo, il Badaloni, a Unomattina, dove sarà in collegamento con Torino e il Salone. Presenta le autorità che siedono in palcoscenico. Ci sono anche due scrittori stranieri. Al russo Borodin va bene tutto, è stato in galera, è contento di avere ricevuto un premio (il Grinzane Cavour) nella patria di Dante e Manzoni: figuriamoci se sta a sottilizzare sulle domande di Badaloni. Doris Lessing sembra più esigente, guarda il presentatore che arranca in un arcipelago di nebbie, sul suo voltò di grande dama del¬ la letteratura è stampata l'incredulità. Meglio il dialogo con Fuscagni, qui si gioca in casa. Il direttore di Reteuno si scusa per la Rai che, a dire il vero, negli ultimi decenni non si è occupata molto di libri, doveva vedersela con le «private» e gli indici di ascolto. Ma adesso è tornata sulla strada giusta: Manzoni grazie alla tv supererà tutte le frontiere linguistiche e nazionali. E il suo ingaggio sarà anche una bella botta per Berlusconi. La prova del film non lascia dubbi. Lucia nella carrozza dei bravi scuote sdegnosetta i capelli vaporosi, è appena uscita dal parrucchiere anziché dalla stretta dei malandrini. L'Innominato ha davvero una grossa crisi interiore, lo dimostra il fatto che digrigna i denti e spacca tutto quello che trova al suo passaggio. Il cardinal Federigo e la sua pretarla esemplificano quello che i detrattori di Manzoni fingono che sia. Melodrammatico, bigotto, inattendibile. Il gran lombardo è servito. Insomma, tutta la serata è lì a dimostrare che tra letteratura e piccolo schermo non ci s'intende troppo. Forse è inevitabile, in chi finora non si è frequentato molto. Ma qualcosa deve cambiare in questa fatua e prepotente tv, se si vuole che le nozze promesse con il libro vadano a buon fine. Meglio per il libro aspettare offerte migliori, in rigorosa castità o correndo liberamente la cavallina, piuttosto che sottoporsi a un amplesso mortale. " Lm.

Luoghi citati: Egitto, Grinzane Cavour, Torino