Nell'«agorà» del libro di Giorgio Fattori

Nell'«agorà» del libro CENTO Nell'«agorà» del libro Giorgio Fattori: «L'anno scorso pareva di aggirarsi in una casba, oggi si ha più l'idea di una piazza» - Giulio Einaudi: «Bisognerebbe togliere le ortensie e lasciare solo le rose» - Stand come «banchi di vendita» per battere il record d'affari dell'88: oltre 5 miliardi di lire - Alice, computer-cicerone: 220 mila titoli in memoria TORINO — E' partito questo Secondo Salóne del Libro. Quasi dimenticata, ma non perdonata, la serata inaugurale al Regio, consegnata, mani e piedi, alla Rai, per una noiosa e interminabile presentazione alla Costanzo, con seggioilne e filmati: una improbabile riduzione dal ■ «capolavoro» di Manzoni, con una Lucia tontolona, un Innominato alla Sergio Leone, un Don Abbondio-Sordi che assomigliava a Burt Lancaster-Cardinal Borromeo. Ma anche l'intervista a Mahruz, Nobel d'Egitto, molto drastico nei confronti del libro Versi Satanici di Rushdle. Tanto che il vice presidente del Salone, e libraio. Angelo Pezzana voleva smontare la vetrina dedicata all'autore di Vicolo del mortaio. Gli 873 editori italiani, distribuiti su 26.500 metri quadri si sono trovati, con i loro stand, sotto le volte illuminate del Palazzo del Valentino, fra bordure d'ortensie blu e viola, cespugli di roselline antiche, pratolini verdi. C'è il 97% della produzione editoriale italiana, ma la prima impressione non è assolutamente quella di affollamento. »L'anno passato, dice Giorgio Fattori, si aveva l'impressione di aggirarsi in una casba, fra vicoli, vicoletti. Oggi si ha più l'idea di una piazza, di un'agorà. C'è aria d'allegria. Mi sembra partilo molto bene. Cerio pensare che siamo più di ottocento editori dà un po' di vertigine'. La lezione dello scorso anno, con più di centodiecimila visitatori e una vendita di libri per oltre cinque miliardi di lire, ha spinto gli editori a modificare i loro stand, a renderli più aperti, percorribili, a trasformarli in «banchi di véndita». Anche l'Adelphl, l'anno scorso quasi impene¬ trabile, si- è aperta un po', sfoggia tre foto del best-seller Roberto Cai asso, con Le nózze di Cadmo e Armonia, e, generosamente, ha ceduto un po' di spazio a Leonardo, che l'anno scorso con i dissidi De Benedetti - Mondadori, aveva saltato il Salone. Luciano Foà è positivo sull'avvio di questa seconda edizione. Scuote solo la testa sull'invadenza televisiva. «La tivù è una piaga", ripete. Leonardo Mondadori Forneron ha l'impressione di una iniziativa concreta. C'è l'occasione di vedere bene la produzione dei colleghi italiani, incontrare molti autori, e soprattutto vedere in faccia i nostri lettori». Il Salone si anima. Inge Feltrinelli corre, con una grande margherita sul risvolto della giacca. Attira verso il suo stand, organizzato come un «fai da te», tutto metallico, incolla un adesivo dove capita. Rosellina Archinto agita la sua rivista Leggere. Renata Discacciati mostra orgogliosa i primi titoli della neonata Phileas e 11 libro di Jan Morris, .un omone diventato donna, Manhattan 45, storie di ritorno dalle guerre d'Europa. Arrivano gli scrittori. Giuseppe Pontiggia cerca lo stand della Mondadori, dove c'è il suo La grande sera. Ma Pontiggia è, o si considera, in veste d'acquirente. L'anno passato ha comprato libri per un milione di lire, oggi è riuscito a trovare delle «Stampe giapponesi», e un rarissimo dizionario storico critico. Luciano De Crescenzo s'impressiona a vedere la sua «autobiografia» vicina ài Versi Satanici. 'Se buttano una bomba e i libri vanno a fuoco, si chiede, che fa la Mondadori, li considera esauriti e paga i diritti?-. C'è Natalia' Gìnzburg con la sua ènnesima sigaretta. Dice che questo Salone ormai le ricorda 'Francoforte, ma più tranquillo. La gente compra i libri, speriamo poi li legga». C'è Rosetta Loy, ricercatissima, ieri ha portato le sue Strade di polvere alla Bottega del Borgo Nuovo, oggi alla biblioteca civica di Dogliani. E c'è con i suol autori Giulio Einaudi, vicino a Carlo Ginzburg e Alberto Asor Rosa. Ha fretta: 'Voglio vedere la mo¬ stra di Laterza, lo stand di Rizzoli, il collega Mondadori e poi i piccoli dell'Einaudi, n Melangolo e Pratiche». Le piace il Salone? «C'è meno marmo dello scorso anno, è tutto più chiaro. Bisognerebbe togliere le ortensie e lasciare solo le rose». ' Arriva Stella Pende, in un impossibile color pistacchio, deve fare uno speciale per Mixer, cerca gli scrittori. Lui¬ gi Malerba, qui come finalista al Premio Grinzane, si dichiara senza voce, persa durante un recentissimo tour in Cina. Anche Raffaele La Capria svicola via. Alla Rizzoli avvertono che le iscrizioni per la caccia agli autori stanno per chiudersi. Una signorina sospirosa, vestita da Carmen, dice che vorrebbe trovare Mario Biondi e Furio Colombo. Furio Colombo gì- ra con un taccuino, ha saputo che deve andare a Dogliani a parlare del suo Carriera: vale una vita?, ma la data non è chiara. Raffaele Crovi con le sue edizioni di Camunia, sta affabile contro una pila di libri: .E' bello, c'è un bel clima, questo Salone è come una anticamera di famiglia». Alla Rizzoli quest'anno, e in Fiera, festeggiano i quarant'anni della Bur. Alla Bompiani grande animazione per l'ultimo romanzo di Pier Vittorio Tondelli 'Camere separate». 'Ciò che mi stupisce, dice Gianni Ferrari, numero due della Mondadori, in modo positivo è il piacere con il quale gli editori partecipano al Salone. Gli stand sono betti, ariosi. E' una grande festa fra chi scrive, stampa e legge». Vanni Scheiwiller, fedele al suo cliché, sballa cassettine ripiene dei suoi preziosi libri, mette in mostra un bel librò sui Tallone. A pochi metri lo stand Bollati Borin ghieri mette in evidenza il Politecnico di Carlo Cattaneo e l'opera completa in economica di Freud. Un piccolo editore milanese, Marcos y Marcos avverte i suoi lettori che se nelle proprie edizioni o in quelle della Tartaruga, troveranno tre errori di stampa riceveranno un libro in regalo. Se si applicasse all'editoria in generale, che succederebbe? Roberto Gervaso, in veste di grillo parlante, gira da uno stand all'altro con la battuta: «Se gli italiani leggessero quanto scrivono, l'editoria sarebbe a posto». Non è sempre detto, pensando a Gervaso, che le crisi siano del tutto negative. Per girare nel Salone, fatevi aiutare da «Alice». E' un piccolo video con un grande computer alle spalle. Potete chiedere un titolo di un libro che vi Interessa.'In'memòria ne ha 220.000. Vi dirà dov'è un libro di cucina, di giardinaggio, di modellismo, di occultistica. Dalla Fantascienza di Fannucci, ai «Manobook» sulla matematica, ai Libri del Mistero delle Edizioni Mediterranee, a quelli sul gatto delle edizioni Lucchetti, ai libri raffinati della Hopefulmonster, con testi di Michelangelo Pistoletto e Giovanni Anselmo, e a quelli di Lubrina, con testi di Edgar Morin e Jean Lorrain. Fra i segnali positivi: tanti piccoli' editori; 'tantt libri the non sempre arrivano in libre¬ ria e la presenza di Theoria, Marietti, Ubulibri, Costa & Nolan e tanti altri che danno stimolo, pungolano anche l'editoria maggiore. E poi, a fianco di questi fiumi e rivoli di libri, le mostre, i convegni, i film, gli incontri con gli autori. Dice Luigi Malerba, con un po' di voce ritrovata, 'bisogna non farsi confondere. Scegliere, scegliere quelle tre o quattro cose da vedere. E' già una festa». Nuova animazione. Arriva un'gruppo di cinesi.-Fra di loro c'è U ministro della Cultu¬ ra Wang Meng. Ha scritto un romanzo, Figure intercam.Mobili, è appena uscito da Garzanti e fra poco lo presenteranno. Ma Wang Meng vuol vedere cosa si stampa in Italia. Non è l'unico. Per gli stand girano anche agenti e editori inglesi, francesi, americani, di Collins, Pantheon, Piper, Flammarion. E' una attenzione della grande editoria internazionale. Buon segno. Ma altrettanto buono è quello che vede i visitatori comuni aumentare. Nico Orango Torino. Uno scorcio del Salone che occupa 26300 metri quadrati («La Stampa» - G. Giovannini)