E intanto nell'ora di religione si parla di società e di cultura

E intanto nell'ora di religione si parla di società e di cultura Alla Camera il dibattito sulla non obbligatorietà dell'ora alternativa E intanto nell'ora di religione si parla di società e di cultura Mons. Nosiglia: «Usiamo nuovi metodi e nuovi strumenti» - Preoccupazione dei laici. ROMA — Qualche giorno fa in una scuola di Terni, durante l'ora di religione, un'insegnante mostrò un documentario molto crudo sull'aborto. Più tardi il preside Flavio Molinari spiegò che si trattava di una supplente poco esperta e un po' imprudente. Poi aggiunse in sua difesa: «Afa se non mostriamo filmati sui fatti del giorno — come l'aborto, l'Aids, la droga — come terremmo in classe, durante l'ora di religione, 30 ragazzi di 15 anni?-. L'episodio di Terni ha colpito l'opinione pubblica e spinto i comunisti a presentare un'interrogazione parlamentare al ministro della Pubblica Istruzione Galloni. Ma non si tratta di un evento isolato: quello stesso documentario, del resto, è stato visto in decine di altre scuole italiane ed è uno degli «strumenti didattici» più in voga in questo momento. L'intesa concordataria del 1985 (oggi alla Camera comincia il dibattito conseguente alla sentenza della Corte Costituzione secondo la quale l'ora alternativa a quella di religione non è obbligatoria) ha portato ad una vera rivoluzione dell'insegnamento della religione in Italia. Il programma è svrictsd'slsCldrgdpqfr stato completamente rinnovato, dalla materna alle superiori. E la tradizione parrocchiale, in cui si cercava soprattutto di suscitare la fede, è stata abbandonata in favore di un approccio più scolastico. 'Oggi cerchiamo di far conoscere la religione attraverso la via della cultura, la conoscenza critica — spiega mons. Cesare Nosiglia, direttore dell'ufficio catechistico nazionale della Cei —. Gli insegnanti di religione hanno di fronte degli alunni e non più dei credenti-. Il recentissimo rinnovo del programma — soprattutto quello delle medie superiori — fa sì che in molti casi l'ora di religione rappresenti un momento d'avanguardia, rispetto all'insegnamento desueto che prevale negli altri corsi. 'Abbiamo cercato di intuire dove andrà questa nostra scuola, introducendo tematiche che rispondono alle esigenze degli studenti — sostiene Nosiglia —. Si va dall'ecologia al mondo del lavoro, dalla politica al problema droga». Su un punto solo il nuovo programma elaborato dalla Conferenza episcopale è esplicito: l'insegnamento deve ispirarsi al Vangelo e allo spirito dlsmpsmtccptgnlduddcgs delle Sacre Scritture. Ma al di là di questa «lìnea guida», l'insegnante gode di un ampio margine di discrezionalità e può appoggiarsi ad una industria fiorente di riviste, libri e materiale audio-visivo che trattano una vasta gamma di controversi temi sociali in chiave cattolica. Oli strumenti più costosi, come i documentari, circolano tra le scuole grazie a quelle che la Cei definisce «catene di affitto». Ciò permette di mantenere le aule relativamente affollate durante l'ora di religione. 'C'è una grande attesa da parte dei ragazzi perché cerchiamo di affrontare i problemi concreti della loro vita di tutti i giorni-, afferma don Carlo Galli, assistente ecclesiatico dell'Associazione genitori di studenti cattolici. -Non c'è resistenza ad una proposta che è soprattutto culturale. Ma sono anche molto critici: rifiutano l'ovvio, il ripetitivo, l'astratto: Ma molti genitori laici sono preoccupati dall'evoluzione dell'ora di religione. 'Proprio l'altro giorno — dice Barbara Accetta, del Coordinamento genitori democratici — un insegnante di terza liceo a Roma ha detto in consiglio di classe che gli studenti erano a o o molto interessati al suo corso, dove si era parlato soprattutto di adozioni e di inseminazione artificiale-. 'Non è che questi temi non vadano affrontati — prosegue Barbara Accetta —. Ci sono insegnanti che ne parlano in modo equilibrato, non ideologizzato. Ma ce ne sono anche che li trattano in modo francamente bieco, politico. E il problema è che non abbiamo modo di controllare nulla, poiché si tratta di materia extra-curricolare e non è verificabile nei consigli di classe-. Un esempio? Di nuovo salta fuori il documentario americano sull'aborto, -Urlo silenzioso», che circola da un po' di tempo nelle scuole italiane. Dopo una denuncia fatta dal consiglio di classe dell'Istituto Einstein, di Firenze, la Usi locale ha dichiarato che le immagini hanno un forte contenuto ideologico e sono fuorvianti perché non corrispondono alle tecniche prevalenti in Italia per l'interruzione di gravidanza. Ma l'Associazione genitori (Age), di orientamento cattolico, appoggia comunque la diffusione del documentario. 'Sono gli studenti che chiedono di vederlo-, dice la presidente Angela Crivelli. Andrea dì Robilant

Persone citate: Angela Crivelli, Barbara Accetta, Carlo Galli, Cesare Nosiglia, Flavio Molinari, Galloni, Nosiglia, Robilant

Luoghi citati: Firenze, Italia, Roma