Doccia fredda per la Ferrari

Doccia fredda per la Ferrari Oggi il Gran Premio di Monaco: nelle prove il duo McLaren sbaraglia tutti Doccia fredda per la Ferrari Senna rifila 1" a Prosi ■ Mansell dal 3° al 5° posto - Un po' di paura ricordando Imola: si è rotto un «baffo» dell'alettone anteriore DAL NOSTRO INVIATO "MONTECARLO — «Faremo una gara d'attesa' dicono gli altri. Attendere cosa? Cne la McLaren dia il giro a tutti, per spartirsi i posti che restano, a partire dal terzo? Questo è il motivo conduttore del Gran Premio di Monaco, edizione numero 47. Già, perché non sembra proprio che qualcuno possa infastidire le McLaren-Hondà. Ayrton Senna e Alain Prost dovrebbero rompere le vetture o scontrarsi fra loro per lasciar via libera ai rivali. Un'ipotesi improbabile. La verità è che la McLaren ha dominato in lungo e largo nelle prove; che la Ferrari sembra avere perso il ruolo di unica antagonista possibile del team inglese; che la gara oggi sarà quasi certamente uno show di Senna e Prost, impegnati in una lotta fratricida. E intanto il formidabile brasiliano ha stordito il compagno di squadra in qualificazione con un tempo-record: l'22"308, media km/h 145,561. Al francese la seconda* posizione, ma con un distacco abissale in questo circùito-salotto: 1"148. L'imputato del giorno, tuttavia, non è Prost, pur se Alain a parità di vettura ha subito un altro smacco (32* pdle position di Senna, la terza, consecutiva dall'inizio della stagione), quanto la Ferrari.. La scuderìa di Mannello ha fatto un passo da gambero! con Nigel Mansell, retrocesso dal 3° al 5° posto e superato anche da Boutsen con la i Williams (prevedibile) e dalla Brabham di Brundle (assolutamente imprevedibile)'. In più sono emerse ombre preoccupanti e nel team del Cavallino si è creata una situazione di disagio. Soprattutto dopo quanto era successo a Imola con Berger e il mistero ancora insoluto dell'uscita di pista dell'austriaco. TJ fatto allarmante è successo nella mattinata, quando la vettura di Mansell è rientrata al box con l'ala anteriore destra del «muso» incrinata trasversalmente. Si è pensato a una botta, ma in realtà quello che normalmente viene definito il «baffo» si era quasi spezzato perché la piccola paratia laterale che serve a creare un effetto aerodinamico toccava l'asfalto. L'alettone dopo Imola è stato rinforzato nella parte intema, ma evidente¬ mente — ammesso che il problema sia lo stesso — non è bastato. Ha detto Cesare Florio: 'Abbiamo dovuto intervenire rapidamente riducendo in altezza le bandelle laterali affinché non toccassero più terra e montando un materiale più morbido. La modifica ha avuto l'effetto desiderato sul piano detta sicurezza. Tuttavia la nuova configurazione non ha dato i risultati aerodinamici necessari perché la vettura è diventata difficile da guidare». Insomma, si tappa una falla e se ne apre un'altra. In effetti, e lo ha ammesso Florio, la Ferrari è ancora in fase di rincorsa. Cerca di recuperare, trova rimedi anche validi. Ma intanto gli altri vanno avanti e alla scuderia modenese il fiato si fa corto. Perché prima ci sono i problemi di affidabilità. Poi, una volta risolti questi, ne spuntano altri, quelli che si presentano quando si «forza» di più. E il tempo stringe, basti pensare che da Imola a oggi ci sono stati quattro giorni per lavorare a tempo pieno. I miracoli si possono fare in pista (come in Brasile), non in officina. Un po' il cambio con controllo elettronico, un sistema d'avanguardia che necessitava di una difficile messa a punto, un po' la ricerca di cavalli per il motore, qualche valutazione non troppo precisa nell'aerodinamica (anche Barnard non è infallibile, ma pretendere adesso il suo «licenziamento» immediato a guisa di un allenatore di calcio, come qualcuno vorrebbe, ci sembra esagerato), e si è creato un cocktail Imbevibile. Di qui l'ambiente teso della Ferrari, i malumori e le preoccupazioni del pilota. E' chiaro che si sta facendo il possibile per trovare i rimedi, anche se non sarà facile perché intanto gli altri vanno avanti, quando per altri si intende la McLaren. E quanto le vetture di Senna e Prost siano andate avanti lo dimostrano i distacchi nelle qualificazioni: 0,9" a Rio, l"6 a Imola, 2"4 a Montecarlo. L'interro gativo riguarda appunto il vantaggio che le McLaren riusciranno ad accumulare qui per poi giocarsi la vittoria senza patemi Dietro ovviamente ci sarà bagarre; le caratteristiche della pista (lo scorso anno 9 vetture al traguardo, ma c'erano i turbo) garantiscono spettacolo e sorprese. Da seguire anche il coriaceo Boutsen con la Williams. l'Inedito Brundle alla vertice con la Brabham, ed il «bombardiere» Warwick. Alle loro spalle il pacchetto degli italiani. Nell'ordine: Patrese, Modena, Caffi, De Cesarla, Martini, Albereto, Tarquini. Sono stati tutti bravi in situazioni diverse, qualcuno superando non pochi guai Ma una citazione particolare va a Michele Albereto che non aveva neppure provato giovedì e che guida una vettura completamente nuova. Una piccola riscossa per il milanese, finito nettamente davanti al compagno di squadra Palmer con la stessa Tyrrett. Cristiano Chìavegato Montecarlo. Mameli e Florio, visi cupi j Montecarlo. Mameli e Florio, visi cupi j Montecarlo. Senna ha dominato le prove con la McLaren-Honda ;