I giudici non credono al pentito Marsala
I giudici non credono al pentito Marsala I giudici non credono al pentito Marsala Assolti in appello 39 imputati del maxi bis DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Mafia: un'altra sentenza mette in dubbio le rivelazioni di un «pentito», stavolta Vincenzo Marsala, figlio del vecchio boss di Vicari, Mariano, vittima della «lupara bianca» nel 1982. Dopo tre giorni di camera di consiglio, la corte d'assise d'appello ha assolto 39 imputati e ne ha condannati 37 a 251 anni di reclusione. E* questa la sentenza di secondo grado del maxiprocesso-bis a Cosa Nostra. Dopo 11 verdetto (e le manifestazioni di gioia dei sette imputati presenti) rimarranno nel carcere dell'Ucciardone meno di dieci imputati: gli altri sono da tempo in libertà o sono stati liberati ieri. In primo grado, il 16 aprile dell'88, furono inflitti un ergastolo e 430 anni di reclusione a 53 imputati (26 furono assolti). Dopo l'assassinio di Pietro Messicati Vitale e la morte per malattia di altri due imputati, erano comparsi in appello 76 presunti mafiosi. Sulle dichiarazioni del pentito Marsala (ha avuto ridotta la pena da 5 anni e 2 mesi a 4 anni e mezzo) il presidente Pasquale Barreca ha detto che -dove sono mancati i riscontri oggettivi non potevamo e non dovevamo credergli». E' sfuggito all'ergastolo Francesco Intile (già a piede libero) indicato come il capo della mafia di Caccamo e accusato di essersi disfatto di Mariano Marsala e di due guardaspalle. Intile è stato assolto per insufficienza di prove e i suoi tre presunti complici Salvatore Umina, Michelangelo Pravatà e Salvatore Macaluso, già condannati a trentanni ciascuno, hanno avuto adesso il primo 13 anni, e gli altri due undici anni di reclusione. Sono stati scarcerati tutti e tre. a. r.
Persone citate: Mariano Marsala, Michelangelo Pravatà, Pasquale Barreca, Salvatore Macaluso, Salvatore Umina, Vincenzo Marsala
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