Katia «State distruggendo la Scala»

Katia: «State distruggendo la Scala» Gravissime accuse alla direzione del teatro, la Ricciarelli abbandona «Luisa Miller» Katia: «State distruggendo la Scala» MILANO — 'Basta. Con la recita di venerdì ho chiuso. Solamente l'idea di entrare alla Scala mi fa venire la nausea*. Katia Ricciarelli è partita ieri pomeriggio per la Sardegna con il marito Pippo Baudo, che nella notte, subito dopo la trasmissione tv «Serata d'onore», l'aveva raggiunta al residence di Milano. Mai più nella sala del Piermarini, e Luisa Miller avrà da stasera voce e volto di Kallen Esperian. Ma al teatro non è finora giunta alcuna comunicazione. Al direttore artistico Mazzonis, che ieri mattina aveva chiamato la cantante per chiederle se avrebbe preso parte o no alla recita di oggi, Katia ha detto che avrebbe risposto entro le 12 del giorno stesso dello spettacolo: una facoltà prevista dal contratto. Fino all'ultimo, la Scala non saprà se apporre sui manifesti la striscia verde con l'annuncio della sostituzione. E' l'ultimo — in ordine di tem- po — di tutta una serie di atti di insofferenza, di ostilità. Ma lei non ha dubbi sul fatto che non tornerà, e il marito si mostra d'accordo. Sono partiti per Villasimius; questa mattina alle 11,30 prenderanno un aereo per Roma, dove abitano. Sull'auto che li portava a Linate, tutti e due, nel rievocare la vicenda scaligera, erano talmente arrabbiati da non alzare nemmeno la voce. Completo grigio chiaro lui; camicetta, gonna e giacca in toni marrone lei, ben truccata, elegante. 'Canto a Londra, Parigi e Vienna con 50 minuti di applausi — ha esordito—sono considerata in tutto il mondo come una delle più grandi "Luisa Miller". E poi vengo alla Scala dove mi mandano al macello con una versione di quest'opera ch'era indegna. Non esisteva né regia né scene né nulla, nessuno sapeva la parte al di fuori di me e Zancanaro*. Subito, gli screzi comin¬ ciarono pesanti: 'Si sono dovute fare prove di sala perché loro imparassero. Io le ho rifiutate, ho detto "Vado direttamente in orchestra". Tra me e la Scala non c'è mai stato feeling neppure in passato, immaginiamoci adesso, con la notorietà che ho raggiunto. Infatti ci sono andata di mezzo io perché sono più popolare. Più popolare, ho detto, non più brava, rispetto ai miei colleghi*. Ricordando poi che Badini ha ipotizzato, nei suoi confronti, -vecchi rancori che risalgono a gestioni precedenti*, Katia si infuria ulteriormente: -Ci sono personaggi che non sono nemmeno degni di nominare Ghiringhelli o Giùàsi. Qui ero venuta altre volte e non era successo niente di simile. Sono loro che stanno distruggendo il teatro*, n sovrintendente le avrebbe usato un affronto anche personale: -All'inizio delle prove, dopo essere venuto nel mio camerino a darmi il benvenuto, mi invitò a cena per il 27. Invece scomparve, non si fece più vivo né con un biglietto né con una telefonata né con nulla. Al Covent Garden il sovrintendente è presente ad ogni recita, e quando non può intervenire manda un mazzo di fiori per scusarsi, spiegando le ragioni dell'assenza*. Ma l'ira fredda di Katia prende di mira specialmente Mazzonis. «Si sta autocandidando in tutti ì teatri, Parigi, Amburgo, dovunque, e non lo vuole nessuno. La rivolta di coloro che amano la lirica, ecco quel che ci vuole. Il fascismo regna alla Scala. I milanesi dovrebbero non rinnovare più l'abbonamento, disertare il teatro, costringere Mazzonis e tutti i suoi colleghi ad andare a casa*. Direttamente o indirettamente, alla conduzione dell'ente risalirebbe pure la responsabilità delle inciviltà del pubblico: -Attraverso "Luisa Miller", c'era chi intendeva protestare contro una gestione inesistente. E poi come si spiega che venerdì sera il primo atto, quando c'erano ancora alcune poltrone vuote, sia andato bene; il secondo, quando la sala era già più piena, abbia avuto un paio di momenti di tensioni; e il terzo, quando di posti liberi non se ne vedevano più, abbia registrato i 'buuu* e le contestazioni? Io mi chiedo chi abbia permesso a quelle persone di entrare, e perché*. Alla fine non è uscita per ringraziare il pubblico, ha preferito raggiungere subito il suo camerino: -E l'addetto a questi locali mi ha invitato ad andarmene in fretta perché doveva spegnere le luci. C'era il corridoio già buio, quando ho ricevuto chi veniva a salutarmi*. Ornella Rota (In pagina spettacoli - Mazzonis: «Alla Scala Katia ha sbagliato», di Ornella Rota).

Luoghi citati: Amburgo, Londra, Milano, Parigi, Roma, Sardegna, Vienna, Villasimius