La scommessa dei laici di Paolo Mieli

La scommessa dei laici Perché pri-pli puntano al 10 per cento La scommessa dei laici Nell'assegnarsi una meta per le prossime elezioni, de, pei e psi si mantengono assai prudenti e, se nutrono qualche ambizione cercano di occultarla più che possono. Giorgio La Malfa invece, presentando il congresso repubblicano che si aprirà a Rimini giovedì prossimo, ha indicato come traguardo elettorale per le liste federate pri-pli il 10 per cento. Ed esponenti liberali gli hanno fatto eco sbilanciandosi sulla medesima previsione-auspicio. Come è venuta fuori questa cifra? Repubblicani e liberali hanno sulla carta circa 11 6 per cento dei voti. Per arrivare al 10 ci vuole un altro 4 per cento. Nell'assegnarsi pubblicamente questo traguardo si comportano come se la de annunciasse di voler salire in un colpo solo dal 34 al 48 per cento. Tra l'altro, ogni volta che negli anni passati pri e pli hanno provato a presentarsi assieme l'elettorato li ha puniti dando loro meno voti di quelli che avevano conquistato, divisi, nel precedente turno elettorale. Né la presenza di Marco Cannella nelle loro liste può, da sola, far prevedere che d'incanto l'elettorato dei due partiti aumenterà del 40 per cento. Lo stesso La Malfa nei giorni scorsi, manifestando le sue perplessità sull'operazione l'annoila, ha dichiarato al VEspresso che la presentuzio ne di un personaggio di tale rilievo rischia di non essere capita appieno dai tradizionali simpatizzanti repubblicani. E il presidente del pri Bruno Visentini. pur rinunciando per correttezza ad esprimersi pubblicamente contro la scelta di candidare Palmellai in una riunione di partito s'è detto più che dubbioso sugli esiti di questo connubio con l'esponente radicale. A ciò si deve aggiungere che coloro che in passato furono elettori radicali saranno dirottati anche su altre liste: socialdemocratiche, VerdiArcobaleno e comuniste. Talché, sempre sulla carta, è legittimo ipotizzare che la presenza di Pannella, per quel che concerne la conquista di nuovi suffragi, potrebbe esser utile appena a compensare le perdite che, come s'è detto, storicamente hanno sempre penalizzato il matrimonio nelle urne tra pri e pli. E allora? L'idea di poter raccogliere quel dieci per cento non nasce da calcoli aritmetici sull'esistente mu è piuttosto una sfida dei laici a se stessi. L'esplicilarla è un modo per avvertire l'opinione pubblica del fatto che stavolta pri e pli fanno sul serio, hanno davvero intenzione di unificarsi in un futuro non troppo remoto e di voler approfittare dell'occasione per aggregare forze che nessuno dei due partiti, da solo, sarebbe riuscito ad attrarre a sé. Ma è altresì un modo per annunciare che se il progetto non riesce a prendere il volo e non è subito battezzato dal consenso degli elettori, nel giro di qualche anno i due partiti rischiano di essere del tutto marginalizzati se non addirittura spazzati via dalla scena politica. Quest'appello ad esser consacrati come IVarea del 10 per cento» è dunque ben diverso da quello che nelle elezioni politiche del 1 u87 socialisti, socialdemocratici e. ancora una volta, radicali rivolsero agli elettori presentando candidati comuni e autoproclamandosi «area del 20 percento». E non solo perché la meta che si assegnavano Craxi. Nicolazzi e Pannella era più facilmente raggiungibile. Ma perché adesso, anche in previsione di una legge che modifichi il sistema elettorale, è in gioco la stessa sopravvivenza dei partiti che aderiscono alla federazione laica. Quanto all'ostilità del «quarto polo» nei confronti di Craxi, che i socialisti individuano nella candidatura di Pannella, si può tranquillamente dire che essa si sarebbe avuta anche senza che nel- . le liste della federazione comparisse il nome del leader radicale. E' dovuta infatti alla necessità per i federati di presidiare i propri confini sulla sinistra e di difendersi elettoralmente dall'espansionismo del psi. Ma non è un'ostilità fisiologica, destinata a durare. Perché, per conquistar voti e farsi area del 10 per cento, è in campo democristiano che i federati dovranno sfondare, è la de il nemico contro cui si dovranno battere. Ed è per puntare meglio in tal direzione le loro armi che La Malfa e Altissimo prendono sempre più le distanze dal governo. Anzi si può addirittura prevedere che, nel caso la federazione ottenga per miracolo il risultato in cui spera, cercherà come primo interlocutore proprio il psi e ne adotterà immediatamente la politica di competizione-conflitto con la de. Con ciò provando a rimediare al grave errore che i due partiti hanno commesso nella storia dell'Italia repubblicana acconciandosi troppo spesso a muoversi come correnti esterne del partito di maggioranza relativa. Paolo Mieli

Persone citate: Bruno Visentini, Craxi, Giorgio La Malfa, La Malfa, Nicolazzi, Pannella

Luoghi citati: Italia, Rimini