Denunciati i genitori del bimbo in toma

Denunciati i genitori del bimbo in toma Per i carabinieri di Napoli non ci sono dubbi: sono stati papà e mamma a picchiare Nicola Denunciati i genitori del bimbo in toma Sono accusati di maltrattamenti e lesioni - Un medico dell'ospedale di Napoli: «I segni delle percosse sono chiari» Con un. provvedimento d'urgenza sono stati tolti alla coppia gli altri due figli: ora sono in un istituto di suore NAPOLI - Le fratture, i lividi, le ustioni non sono frutto di un incidente. Per i genitori del piccolo Nicola il bimbo di un anno ricoverato in coma profondo all'ospedale Santobono, è scattata la denuncia dei carabinieri. Clemente De Biasio e Gelso mina Curci sono accusati di maltrattamenti e lesioni nei confronti del figlio: sarà il magistrato, il sostituto procuratore Amato Barile, a decidere se procedere o meno all'arresto dei coniugi. Nel frattempo gli inquirenti sono intervenuti con un provvedimento d'emergenza per sottrarre alla tutela dell'operaio e della moglie 1 due fratellini di Nicola, Antonio, suo gemello, e Fiorentina, di 2 anni. I bambini sono già ospiti dell'istituto delle suore di Santa Teresa a Solofra, il comune irpino dove vive la famiglia I carabinieri hanno ritenuto, d'intesa con il Tribunale per i Minori, che sussistevano per loro «condizioni di pericolo». Avvalendosi di un articolo del codice civile che prevede l'intervento dell'autorità pubblica in casi analoghi, gli investigatori hanno stabilito il temporaneo allontanamento dei piccoli, tenuto anche conto che non ci sono parenti in grado di occuparsi di loro. Resteranno in ospizio fino a quando i giudici non chiariranno la posizione dei genitori. Nel rapporto inviato al magistrato, sono contenuti i risultati delle indagini: le testimonianze raccolte e soprattutto le conclusioni dei medici che hanno in cura il bimbo. Nicola è -clinicamente morto», lo stato di coma è irreversibile e per lui si spera oramai soltanto in un miracolo. L'esame radiografico cui è stato sottoposto ha rivelato la presenza di un edema cerebrale con probabile emorragia "Non è possìbile — sostengono i sanitari — che sia stato provocato da un rigurgito, come affermano i genitori. Resta per noi l'ipotesi di un trauma cranico-. E poi ci sono le tracce evidenti di violenze che le giustificazioni dei coniugi non hanno spiegato. Ieri i due giovani sono tornati al capezzale del bimbo. Tesi, preoccupati, hanno atteso notizie fuori la porta del reparto di rianimazione. "Sono state dette un sacco dì bugie», ha gridato il padre di Nicola "Noi vogliamo soltanto — ha aggiunto — che nostro figlio guarisco. Ma c'è chi per loro invoca una "punizione esemplare». "1 segni delle percosse sono chiari — sottolinea il direttore sanitario del Santobono, Carlo De Vita—e sono indice di un livello di barbarie assolutamente inaccettabile». Due persone incapaci di alle vare un bimbo, vittime esse stesse di ignoranza e miseria? Oppure genitori divenuti carnefici? I vicini di casa tendono ad assolverli: «Sì — dicono — a volte sentivamo i bambini piangere, ma questa è brava gente». Neppure le assistenti sociali del Comune avevano mai ricevuto richieste di intervento, né di sostegno familiare per i De Biasio. La loro casa è un prefabbricato alla periferia del paese, sono 11 da dopo il terremoto e in quegli «scatoloni» abitano una decina di famiglie. E' un'esistenza difficile, complicata dalle ristrettezze economiche che il precario reddito dell'operalo non riesce a colmare. La «diagnosi» del prof. Adolfo Ruggiero, primario del reparto rianimazione del Santobono, è sintetica "Questi coti non sono per fortuna molto frequenti — sottolinea — ma sono comunque dolorosamente presenti nelle nostre statistiche. In genere sono il risultato di scarsa attenzione da parte dei familiari. Non mancano però famiglie che sono particolarmente poco disposte ad accudire un bambino in maniera civile». Mariella Cirillo Napoli. Clemente De Biasio e Gelsomina Curci, i genitori del piccolo Nicola (Telefoto Ap)

Luoghi citati: Napoli, Solofra