Modello Finlandia

Modello Finlandia ; FOGLI DI BLOC-NOTES Modello Finlandia FINLAND IZZAZIONE». Ancora venti anni fa, era un termine usato con un fondo polemico, provocatorio, un po' spregiativo. Voleva indicare i rischi di un'Europa svincolata dall'Occidente, interamente «neutralizzata», impotente di fronte alla minaccia dell'Unione Sovietica. Ci fu un momento, fra gli Anni Sessanta e Settanta, in cui quell'espressione fu usata con larghezza anche in Italia: e senza che mai le rappresentanze diplomatiche finlandesi potessero protestare, non foss'altro che per la delicatezza e la complessità del loro rapporto con Mosca. Era una doppia ingiustizia. Ingiustizia verso un popolo che aveva resistito ai sovietici nella guerra dei cento giorni, fra novembre 1939 e marzo 1940, come nessun altro popolo europeo, né prima né dopo. E ingiustizia verso una nazione che aveva saputo preservare le istituzioni libere, un libero Parlamento, una libera stampa, un'alternarsi di partiti senza condizionamento alcuno, sia pure negli obbligati rapporti di buon vicinato e di collaborazione con l'Unione Sovietica confinante con la Finlandia per migliaia di chilometri. Finlandizzazionc. Mi ha detto Walesa, prima a Danzica e poi a Roma: «E' il massimo cui guardi la Polonia». Un modello per Varsavia: buoni rapporti con I'Urss e una politica interamente libera all'interno. Lo riferisco al presidente della Repubblica, Koivisto, clic è in Finlandia — uno Stato a metà parlamentare e a metà presidenziale — il vero capo dell'esecutivo. E vedo che una smorfia di sorriso mitiga, per la prima volta, il volto cortese ma impenetrabile del capo dello Stato fìnlande se. Successore e continuatore di due presidenti che hanno difeso con pari costanza la «terza via» finlandese: i Paasikivi e i Kekkoncn. KOIVISTO mi riceve nel palazzo che si chiama dello Zar e che fu dell'antico governatore zarista (compreso quello assassinato all'inizio del secolo da un fin landcsc kamikaze). «Lo Zar Nicola I, che lo fece costruire nella prima metà dell'Otto cento — mi aggiunge, premuroso, il presidente della Repubblica — non ci venne mai. Il successore, Alessandro II, ci veniva invece abbastanza spesso per il timore ossessi vo che aveva degli attentati a Pietroburgo. Ma il più delle volte dormiva nella nave ormeggiata nel porto. E pensare che fu poi assassinato dai nihilisti di Pietroburgo». E' uno spaccato di storia della belle epoque. Koivisto vi si muove con discrezione e con misura. Antico militante socialista, ricorda un po' Attlee e i laboristi inglesi. Scaricatore di porto a Turku — la capitale dell'antica Finlandia svedese — si servirà del salario per studiare in quella università, per laurearsi in economia. E' un socialista che proviene dalla carriera bancaria, che è stato governatore della Banca di Finlandia, poi ministro delle Finanze e poi anche presidente del Consiglio. Uomo di poche parole, conoscitore profondo dei problemi e delle attese del suo Paese, democrazia sociale avanzata in tutti i sensi. Primo socialista che si sia misurato e si misuri direttamente col modello sovietico: Paasikivi. era conservatore e Kekkonen del partito del centro. KOIVISTO è tornato in questi giorni dalla Polonia. Io ho visto Walesa a Roma, dopo il lungo incontro di novembre a Danzica. Vogliamo confrontare le reciproche impressioni. 11 presidente, fino allora riservato e schivo, si apre d'improvviso. «Tutto quello che avvjene in Polonia è sorpren dente — dice con voce ferma —. .Pensi che la Tv sovietica, gio«ni fa, diceva che la democrazia faceva dei progressi in Polònia ccn l'apertura a Soli darnosc!». E qui una risata: come se in Polonia ci fosse stato prima un regime ostile all'Urss! Il credito politico al «nuovo Corso» di Varsavia è gran de. Minore la fiducia nelle ri forme economiche. Questo socialista concretista e, vor Ilrenombveveè riEdtidddrclauèse1dcIubcpzMI remino dire, «salveminiano» non si fa abbacinare dalle formule. Ritorna sul peso del debito esterno: pesantissimo verso l'Occidente ma anche verso I'Urss, aggiunge. «Non è pensabile che Varsavia possa rimborsarlo in tempi brevi». E le note sull'apparato produttivo non sono più brillanti. Koivisto è anche un uomo di spirito. Quando gli parlo dell'atteggiamento equivoco dei sindacati ufficiali, egli mi risponde con una metafora che circola insistente in Finlandia: «La Polonia è come una carrozza in cui il governo è alla guida, Solidarnosc è al seggiolino anteriore, mentre 1 sindacato ufficiale sta sul sedile posteriore». Per fare che cosa è facile immaginare. IDENTICA la valutazione per i fatti sovietici. «II mercato non si inventa in un giorno». Koivisto è tutto per Gorbaciov ma non dimentica l'economia politica, né nella produzione né nella distribuzione. «Infatti nei negozi di Mosca non arriva niente». IL capo dello Stato è socialista; il primo ministro è conservatore. C'è una coalizione di quattro partiti presidiare la maggioranza: un po' all'italiana.. Ma la. funzione di raccordo e di.garanzia del capo dello Stato è molto maggiore che nelle democrazie parlamentari europee. Intanto il presidente della Repubblica non è eletto dal Parlamento, ma da un colle gio speciale di trecento «gran di elettori», che si forma per l'occasione. E adesso c'è una proposta, allo studio: eleggerlo direttamente dal popolo (secondo il modello austriaco). Ma in compenso diminuirne i poteri. II massimo dei quali è quello di poter sciogliere il Parlamento senza neppure avvertire il primo ministro e il presidente dell'assemblea. Non sarebbe un buon cambio. NEL dicembre del '39, durante la prima campagna sovietica contro la Finlandia (quella autorizzata dalle clausole del patto nazi-sovietico dell'agosto), Stalin oppose un governo fantasma al governo legittimo di Helsinki. Lo guidava un comunista il cui nome è rimasto nella memoria di chi era ragazzo in quegli anni e seguiva con aperta simpatia l'eroica resistenza dei finlandesi, i «cento giorni», come li chiamò Montanelli in una serie di corrispondenze mirabili: Kuusinen. Ebbene: a Kuusinen, l'uomo di Stalin (quello che sarebbe stato il comitato di Lublino per i polacchi), non fu mai riaperta la porta della piccola Finlandia. Neutralizzata, ma indipendente. Ifinlandesi sono prudenti nella valutazione della crisi delle etnie in Unione Sovietica. A cominciare da quella della Repubblica sovietica che più assomiglia loro, che pratica una lingua simile al finnico, che ha una storia per tanta parte comune, l'Estonia. Helsinki è la capitale dei diritti civili e dei diritti umani ma è anche la capitale degli equilibri di Yalta. LA Finlandia ha il più grande giornale della Scandinavia, ì'Helsingin Sanomat. Ha la più grande libreria dell'Europa, la Libreria Accademica. E' legatissima alle università europee, anche a quelle italiane (ma per la lingua italiana si potrebbe fare di più). Ha un tratto comune con la Polonia: non parla il russo. Due lingue sono obbligatorie in Finlandia: il finlandese e lo svedese. L'ancoraggio alla Scandinavia è la seconda forma di europeismo di questa estrema provincia d'Euro pa, legata all'Ungheria per il comune ceppo ugro-finnico. Il presidente Koivisto mi fa ridere ancora. A proposito dell'origine comune di Finlandia e Ungheria mi racconta come «i nostri antenati al l'Oriente si trovassero di fronte a un bivio con due frecce. Una indicava la direzione verso il clima caldo; l'altra verso il clima freddo. Tutti quell che sapevano leggere sono andati in Ungheria». I finlandesi sono egualmente orgogliosi di questa scelta. La democrazia qui si identifica con la natura. E i Parlamento nasce dalle fore ste° Giovanni Spadolini l presidente Mauno Koivisto

Persone citate: Alessandro Ii, Attlee, Giovanni Spadolini, Gorbaciov, Minore, Montanelli, Stalin, Walesa