Armistizio va in scena il Maggio

Armistizio, va in scena il Maggio Domani debutto con «Pelléas et Mélisande», poi rischio di scioperi Armistizio, va in scena il Maggio FIRENZE — Non ci sono più dubbi sulla prima del 52° Maggio Fiorentino, in programma per domani sera. E' tutto pronto al Comunale per il capolavoro di Debussy, il Pelléas et Mélisande, dramma lirico in 5 atti e 12 quadri scelto per l'apertura della stagione. Già il fatto che ieri si fosse svolta regolarmente la prova generale dell'opera lasciava ben sperare. L'ultima parola è stata quella del sindacato autonomo degli orchestrali, che si sono riuniti ieri a tarda sera in assemblea per valutare un documento del Consiglio di amministrazione sul rinnovo del patto integrativo aziendale e per prendere una decisione in conseguenza. Nel documento del Consiglio, messo a punto martedì in una lunghissima riunione, sono state espresse alcune aperture. -Non ci dovrebbero essere motivi di rissa per quel che riguarda la prima — aveva detto il sovrintendente Giorgio Vidusso — Semmai qualche problema potrebbe sorgere dopo». Infatti la dimostrazione di buona volontà di accordo su integrazioni retributive e riparametrazioni è stata valutata positivamente e ha cancellato la minaccia di sciopero per l'inaugurazione. Sottoposte a rischio resterebbero invece alcune repliche. La versione fiorentina del Pelléas et Mélisande, l'opera polemica che Debussy volle senza arie particolari e spettacolari impieghi del coro e che termino dieci anni dopo l'ispirazione, meglio la folgorazione, ricevuta dal simbolismi e dalle atmosfere del testo del poeta belga Maeterlinck, è stato presentato ieri mattina dal regista Liviu Ciulei e dal giovane direttore finlandese, fi trentunenne Esa Pekku Salonen. «Per averlo a Firenze — ha tenuto a sottolineare il sovrintendente Vidusso — ho particolarmente insistito». 'Per me si tratta del debutto operistico in Ita¬ lia — ha detto Salonen — avevo diretto più volte il "Pelléas " in concerto ma mai informa scenica. L'ho scelta perché mi piace dirigere opere che mi hanno colpito da bambino». E se infatti il testo poetico affascinò Debussy, oggi è la volta del suo esecutore a sentirsi soggiogato dal linguaggio musicale del compositore francese. «// lirismo dell'opera — spiega il direttore — è tutto affidato all'intreccio tra la musica e la lingua francese che produce un'armonia continua, senza poli di attrazione, che rappresenta una sorta di codice genetico di tutto il lavoro». Un codice, quello di Debussy, che l'edizione fiorentina ha tenuto a «salvare» presentando il capolavoro in versione originale con sopratitoli in italiano. •Ho seguito le tracce dell'arte visiva al tempo di Debussy», ha esordito il romeno Liviu Ciulei, il regista che ha firmato anche le scene, an- ch'egli affascinato dal capolavoro che rompe con la tradizione operistica di cui ha cercato di conservare sulla scena la fluidità di linguaggio. »Ho tentato di riuscirci attraverso la luce anche se resta difficile curare la regia di un testo così nebuloso». Di un testo, cioè, che accavalla simbolismo e impressionismo. -Per ricalcare Debussy ho pensato a un allestimento moderno e astratto con citazioni sceniche dai preraffaelliti fino a Gaudi e Magritte. Ho considerato il Pelléas un'opera aperta cosi da lasciare invariato lo schema del triangolo amoroso su cui s'incentra la trama trasponendo però la storia dal Medio Evo al salotto borghese dell'Ottocento». Pelléas sarà il tenore Malcom Walker, il soprano rumeno Ileana Cotrubas sarà Mélisande e il basso canadese Victor Braun rivestirà i panni di Golaud. Enrico Buffoni

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