Intesa per Mazzotta all'Acri

Intesa per Mazzotta all'Acri Riprendono le grandi manovre sul sistema bancario Intesa per Mazzotta all'Acri Si delinea un compromesso rappresentato da una doppia nomina, una de l'altra socialista - Restano i contrasti sulla vicepresidenza - La Confindustria scende in campo contro il polo Bnl-Ina-Inps ROMA — E' slittata a martedì prossimo la nomina del democristiano Roberto Mazzetta, presidente della Caripio, alla guida dell'Acri, l'associazione fra le casse di risparmio italiane. Lo ha deciso ieri l'assemblea, riunitasi per eleggere il nuovo consiglio. Si è preferito prendere ancora tempo nel tentativo di appianare definitivamente 1 contrasti tra de e psi. Sul nome di Mazzotta non dovrebbero esserci più problemi, ma è ancora battaglia sulla scelta dei vicepresidenti. Il compromesso si troverà nominando un vicepresidente democristiano e un vicepresidente socialista. La de ha già scelto Giovanni Ferraro, mentre per il psi sono in co: sa Francesco Pass aro e Roberto Scheda. Comunque, tra i 27 nomi del nuovo consiglio' Acri, gli equilibri politici vedono ora gli esponenti democristiani scesi a sedici memmbri (due in meno rispetto al passato). I socialisti salgono da cinque a sette membri, mentre 1 restanti posti sono stati equamente divisi tra comunisti, repubblicani, socialdemocratici ed un esponente della svp. A conferma del consenso su Mazzotta, c'è l'approvazione ieri in assemblea di una mozione del presidente della Cariplo quale piattaforma sulla quale lavorare sulle strategie future delle Casse di Risparmio. In particolare, si auspica una sollecita approvazione del disegno di legge di riforma delle banche pubbliche. Per Mazzotta, infatti, la nuova normativa potrà costituire -un concreto strumento capace di consentire più ampia flessibilità anche alle Casse di Rispar¬ mio'. n presidente uscente dell'Acri, Camillo Ferrari, rispondendo alle perplessità sollevate dal sottosegretario al Tesoro, Sacconi, sul coefflcenti patrimoniali delle Casse di Risparmio, ha affermato che le Casse vanno avanti e si affermano nel credito. Per quanto riguarda 1 ratios, solo dodici istituti sono al disotto dei coefficienti fissati dalla Banca d'Italia per 325 miliardi, mentre altri settantuno hanno capitalizzazioni eccedenti per 6174 miliardi. Il saldo è dunque attivo per 5849 miliardi. Cresce intanto la polemica sulla nuova legge di riforma delle banche pubbliche. Nelle audizioni alla commissione Bilancio della Camere, la Confindustria ha ribadito ieri il suo giudizio negativo sull'ipotesi di alleanza tra Bnl, Inps e Ina. B vicepresidente Luigi Abete ha affermato che •sarebbe un grosso errore fare una commistione tra un ente pubblico in forte dissesto economico come Vltips e una banca di vaste dimensioni come la Bnl. Tale commistione sarebbe un paradosso, in quanto si afferma che non è lecito per un'impresa finanziaria gestire una banca a causa del potenziale conflitto di interessi e del rischio per la banca di essere coinvolta da eventuali dissesti dell'impresa'. Toni critici degli imprendirori privati anche sul proget¬ to che stanza 1800 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche pubbliche. 'Invece di alleggerire il debito pubblico con processi di privatizzazione, come avviene in altri Paesi — ha osservato Abete — in Italia si rischia di aumentare il debito pubblico per far fronte alle esigenze di capitalizzazione delle banche', che Invece, 'possono trovare denaro fresco sul mercato finanziario'. Nerio Nesl, presidente della Banca Nazionale del Lavoro, ha Invece osservato che 11 processo di ricapitalizzazione è importante ed urgente. Però, lo stanziamento che spetterà alla Bnl dalla nuova legge (circa 300 miliardi) «non risolverà i problemi di patrimonio della banca». Per questo motivo, e in prospettiva del '93. Nesl ha rivelato che il Tesoro 'potrebbe decidere di ridurre la sua partecipazione al capitale (ora del 74 per cento) verso il limite statutario del SI per cento». Soltanto questa operazione consentirà all'istituto di affrontare come banca forte la competizione sul mercato unico europeo. La ricapitalizzazione della Bnl dovrebbe ammontare complessivamente a duemila miliardi nel prossimo biennio. A sollecitare la ricapitate zione è pure il Banco di Napoli, n presidente Luigi Cocdoli ha ammonito che l'azienda di credito napoletana rischia di ridurre la propria operatività. 'Il Banco è ormai stretto nella duplice morsa della carenza di fondi patrimoniali e della esigenza di dover provvedere direi tornente al trattamento di quiescenza dei propri dipen denti». e. p.

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