La Casa Bianca trattare con Mosca è un errore di Ennio Caretto

La Casa Bianca: trattare con Mosca è un errore La Casa Bianca: trattare con Mosca è un errore DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Un compromesso sulle armi nucleari tattiche in Europa tra gli Stati Uniti e la Germania Federale si è delineato ieri dopo un primo, frenetico round di discussioni della Nato. Vi ha accennato con riserva il premier norvegese Grò Brundtland al termine di un colloquio di oltre un'ora col presidente Bush alla Casa Bianca, e lo ha confermato in privato una «fonte autorevole» dell'Amministrazione — così ha chiesto di essere definita — a un gruppo ri¬ stretto di giornali europei tra cui La Stampa. Il compromesso, peraltro suscettibile di modifiche, sarebbe questo. Rifiuto della opzione zero, ossia di denuclearizzare l'Europa; ammodernamento delle armi tattiche in parte anche con missili non nucleari e senza scadenze rigide; negoziato sulla loro riduzione solo nel momento in cui si registrassero 'progressi significativi» nella trattativa sulla riduzione delle armi convenzionali. Al vertice della Nato a Bruxelles alla fine del mese si for¬ merebbe un comitato che avrebbe il compito di definire il piano nei particolari, con formule accettabili ai tedeschi e agli americani. In questo modo gli Stati Uniti respingerebbero la richiesta della Germania di negoziare subito sulle armi tattiche, ma le andrebbero incontro accettandone una futura riduzione nel contesto del disarmo convenzionale. Per vincere la resistenza dì Bonn, che uscirebbe in parte perdente dal confronto, nel quadro dell'ammodernamento Washington potrebbe sostituire alcuni missili nucleari Lance con gittata inferiore a 100 km con missili convenzionali FK90 di fabbricazione tedesco-americana con raggio di quasi 500 km. Attraverso il portavoce Fitzwater, Bush ha insistito che ^trattare a breve scadenza con l'Urss sulle armi tattiche sarebbe un grave errore». La «fonte autorevole» ha spiegato il perché ai corrispondenti europei. «La Nato è in una tale posizione di inferiorità nei confronti del Patto di Varsavia che dovrebbe aumentare, non diminuire i missili» ha detto. «/I deterrente inoltre serve da incentivo all'Urss a ridurre le armi convenzionali». Ma quando le riduzioni si prospettassero con chiarezza, ha aggiunto, «non ci sarebbe bisogno di attendere che vengano realizzate, il negoziato sulle armi tattiche diverrebbe concepibile». Dopo le prime consultazioni della Nato, la Casa Bianca pare decisa a sdrammatizzare la crisi ma dando un'impressione di fermezza. Ci è stato detto che non esiste la necessità di installare nuove armi tattiche in altri Paesi europei, e quindi non in Italia. 'Il problema non è tanto l'ammodernamento perché noi americani ci siamo mostrati molto flessibili. Il problema è il negoziato sulle armi tattiche con l'Urss. Ma non c'è una drammatica urgenza di risolverlo prima del vertice di Bruxelles alla fine del mese». Non è mancanza di leadership da parte degli Usa? Non significa alienare gli alleati, come ha ammonito il regista del disarmo di Reagan, Paul Nitze? «AI contrario. Leadership è non correre dietro agli alleati più allarmati. Quanto a Nitze, i contrasti con la Germania sono un effetto della opzione zero, ossia della eliminazione delle armi di teatro voluta proprio da lui. La Germania è rimasta l'unica nazione europea con missili nucleari sul suo territorio. Ciò ha spinto i sovietici a premere per la denuclearizzazione dell'Europa prima del disarmo convenzionale». Rispetto a Reagan, l'Amministrazione Bush intende usare maggiore cautela nel dialogo Est-Ovest. Al vertice della Nato gli Stati Uniti proporranno due principi di metodo: 1) Elaborare una linea che non sia di semplice reazione a Gorbaciov, che ha surplus militari tali da poter annunciare tagli a piacimento; 2) Rendere questa linea sempre reversibile perché la situazione in Urss potrebbe cambiare. L'Amministrazione concorda con il ministro della Difesa Cheney secondo cui Gorbaciov potrebbe cadere? 'L'amministrazione spera che Gorbaciov vada avanti, ma non può escludere che fallisca. Se i torbidi etnici nell'Urss — che finora hanno risparmiato Bielorussia e Ucraina — coincidessero con una forte scossa nell'Est europeo, Gorbaciov si troverebbe in pericolo. Per questo noi vogliamo procedere con prudenza anche in Europa Orientale». Ennio Caretto