Morto Janigro fondò «I solisti da Zagabria»

Morto Janigro, fondò «I solisti da Zagabria» Morto Janigro, fondò «I solisti da Zagabria» li grande violoncellista, 71 anni, fii uno dei maggiori interpreti della scuola di Casals MILANO — Antonio Janigro, 71 anni, violoncellista e direttore d'orchestra, è morto ieri mattina a Milano. Milanese, dopo gli studi al Verdi con Gilberto Crepax ed a Parigi con Alexanian e Pablo Casals, iniziò una fortunata carriera di solista e di direttore. Dopo la guerra Janigro diede vita al gruppo d'archi / solisti di Zagabria, che si impose sulla scena concertistica e discografica. Fu considerato uno dei maggiori interpreti della scuola di Casals. I funerali di Antonio Janigro saranno celebrati questa mattina a Milano, con partenza dalla sua abitazione di piazza Erculea. Scompare con Antonio Janigro una delle più belle figure della musica italiana del nostro tempo; l'abusata espressione •■servire la musica» gli si adatta perfettamente: non hafatto altro tut¬ ta la vita, come violoncellista, direttore, insegnante, anche rinunciando a notorietà e vantaggi personali pur di restare fedele all'ideale di profondità e serietà artistica che lo ha sempre animato. A Torino, poi, ha lasciato una traccia particolare: qui ha tenuto per vari anni quei corsi di perfezionamento ideati da Francesca Carnerana e organizzati dal Conservatorio in collaborazione con la Fiat che per tanti giovani sono stati uno stimolo fecondo (furono anche una delle rare occasioni di averlo a portata di mano, perché la maggior parte della sua attività didattica si era sempre svolta nelle più prestigiose piazze straniere); ebbe anche uno stretto rapporto con la nostra orchestra sinfonica della Rai, un ramo della quale, il Complesso d'archi, compi sotto la sua direzione un'importante tournée negli Stati Uniti. Di famiglia abruzzese, Antonio Janigro era nato a Milano nel 1918 dove aveva studiato il violoncello con Gilberto Crepax; a Parigi si era perfezionato con Alexanian e Pablo Casals, e già a 16 anni aveva incominciato la carriera del conceriista; a 21 anni gli era stata offerta la cattedra di violoncello al Conservatorio di Zagabria, posto che mantenne fino al 1953. L'anno successivo fondò I Solisti di Zagabria, forse la sua creatura più illustre, modello per i tanti complessi del genere nati negli anni successivi; come direttore e solista del gruppo, Janigro si fece ascoltare in tutto il mondo, contribuendo alla diffusione della musica barocca, ma sema chiudersi nella specialità di repertorio; il Novecento non mancava mai nei suoi programmi, e tenne a battesimo molte prime esecuzioni di Ligeti, Penderecki, Roussel; in quanto al grande repertorio classico-romantico, basterà ricordare i suoi concerti in trio (purtroppo non numerosi, ma memorabili) con il violinista Jean Fournier e il pianista Paul Badura-Skoda. Quella mitteleuropa che stava diventando un mito artistico degli anni post-bellici era una patria reale, un nutrimento costante per Janigro; tanto che alcuni, anche per il lungo sodalizio con i Solisti di Zagabria, lo credevano straniero; era invece italianissimo, e proprio dal connubio delle sue radici con una cultura internazionale derivava il suo modo di suonare e di agire nella musica: asciutto e sobrio, ma pronto ad accendersi (anche nel modo di discorrere e giudicare), aperto alla seduzione del suono pieno e trasparente, ma sempre subordinato al rigore dello stile, all'eleganza innata e vivacissima dell'architettura complessiva. g. p.