Appena libera litiga col marito di Pierangelo Sapegno

Appena libera litiga col marito E* finito il sequestro di Silvana Dall'Orto, quattro miliardi di riscatto Appena libera litiga col marito «Durante la prigionia credevo non volesse pagare» - L'uomo: «Ho ricevuto dieci tue lettere piene di accuse» -1 rapitori le hanno regalato profumi, dischi e occhiali firmati - Il giudice minaccia un'inchiesta sulla famiglia per favoreggiamento DAL NOSTRO INVIATO CASALGRANDE (Reggio Emilia) — Nella notte, abbandonata su un prato, vicino all'autostrada. -Perdonaci, se puoi...», le hanno sussurrato i due banditi, prima di sparire. Mani e piedi stretti da legacci, un paio di calzoni per coprirle il volto, una coperta per ripararla dal freddo. Silvana Dall'Orto, 44 anni, è tornata libera all'una e un quarto del 2 maggio. Il marito, Giuseppe Zannoni, titolare di una fabbrica di ceramica, aveva pagato venerdì notte: tre miliardi e 840 milioni. Tutti soldi puliti, com'era nei patti Forse è per questo che la Procura di Reggio s'è infuriata: -Non escludo provvedimenti giudiziari nei confronti del marito, del fratello e di tutti coloro che hanno contribuito a questa situazione». I rapitori l'hanno lasciata su quel prato, la signora Silvana, a un chilometro dal casello di Parma Ovest, sull'autostrada che porta a La Spezia, con la tuta mimetica addosso, e una casacca militare. Nel tascone della giubba, un paio di occhiali Christian Dior, ultimo regalo dei malviventi. E poi i nastri con le romanze di Pavarotti, le canzoni di Pierangelo Berto li, i profumi Trussardi e i «Versi satanici» di Rushdie. Dopo quasi un'ora sono arrivati gii uomini della polizia stradale, le hanno sciolto i legacci. In questura, a Parma, ha abbracciato la mamma, signora Lina: «ri ringrazio d'avermi fatto così forte». Ha indossato il vestito elegante che le aveva portato Ilaria, la figlia più grande. Al beggiava, e s'è infilata gli oc chiali da sole Christian Dior per proteggersi dalla luce. E' finita, dopo 195 giorni. Nell'ingresso della villa, sulla credenza e sul tavolo, fiori e telegrammi. C'è la televisione, ci sono i fotografi, i giornalisti. Fermi tutti. La signora Silvana, bellissima, con il vestito nero, lungo, da sera, chiede scusa, ma adesso non può. Prima, l'estetista e il parruc- chiere. Poi, la conferenza stampa. Sandro Maggi, anche lui industriale della ceramica, l'uomo che ha fatto da intermediario nei sei mesi del sequestro, racconta di aver consegnato i soldi su una stradina spersa nella Maremma, sotto Grosseto, a due banditi incappucciati, vicino a un altro con il radiotelefono sempre schiacciato all'orecchio. Giuseppe Zannoni s'arrabbia: «La prossima volta con quei soldi me la spasso, a che serve lavorare sodo?». Ma anche Elio Bevilacqua, il procuratore capo di Reggio Emilia, annuncia iniziative giudiziarie nei confronti dei familiari: •Favoreggiamento è l'ipotesi minima, n sequestro di persona è una cosa seria, non un affare privato. E' davvero molto strano il comportamen¬ tocnnccplimtsLpPbm•msrsnad to tenuto dal signor Zannoni che ha sborsato i soldi sema nemmeno memorizzare il danaro». Aggiunge: «Se è vero che hanno pagato 4 miliardi, come dicono loro, è il riscatto più alto mai pagato in Italia». Alla fine, eccoli assieme, marito e moglie, per raccontare il sequestro. Lei seduta sul divano; lui sulla poltrona. La signora Silvana comincia a parlare serena, tranquilla. Poi, affiora la tensione. Unico bersaglio delle sue frecciate, il marito. Chiedono: paura? •Non riguardo all'atteggiamento che avevano i sequestratori nei miei confronti; risponde lei. -Anzi. Loro mi stavano vicino, mi aiutavano. Mi dicevano: Silvana, aspetta a pensar male. Quando sarai a casa giudicherai. Vedrai perché tuo marito s'è comportato così. A volte io, lo confesso, ho avuto molte perplessità». Aggiunge: «Ho cercato di mettermi spesso in contatto con mio manto. Mi lasciavano scrivere». E lui: •Ho ricevuto dieci lettere, ed era sempre la stessa musica. Che io non volevo pagare». Lei: •Di lettere, ne ho scritte quattro». Ancora Zannoni: •Cosa c'era scritto? Che mi facevano lo sconto quando mi avrebbero trovato impiccato in un cesso pubblico. Poi c'è una lettera che io non ho mai visto: per chiedere me al posto di mia moglie. Non so, mai arrivata...». Lei: «Sapevi dov'erano...». Lui: «Ci sono andato anch'io. E non ho trovato nessuno». Lei: 'Ci sono arrivati mio fratello e il mediatore. Potevi arrivare anche tu..... Poi, le domande sul sequestro. «7 guardiani erano due. Stavo in una stanza grande, divisa da una tenda Un letto, una luce flebile, un bagno. Mi parlavano sempre sottovoce. Nessun accento, non riuscivo a coglierlo. Erano molto gentili, sembravano istruiti. Quando sono stata male, uno mi ha fatto un massaggio cardiaco- me l'avevano fatto anche in ospedale una volta, e non ho trovato differenza», n marito commenta: •Gentiluomini, davvero gentiluomini..». Lei mostra uno smeraldo al dito: •Quando mi hanno portato via avevo quest'anello e me l'hanno lasciato. Mi davano da mangiare quello che volevo. L'ultimo giorno, ho chiesto gorgonzola, noce, caviale e salmone: e quello ho avuto. Mi hanno regalato biancheria intima per cambiarmi, una vestaglia, un paio di pantofole. Anche gli occhiali Christian Dior». E 11 marito, sottovoce: •Offerti dalla ditta Te li hanno comprati con i miei spiccioli». La signora continua l'elenco dei regali: «... profumi, mazzi di fiori». Lui la interrompe: «Ce n'era mica qualcuno con la dedica?». E lei s'infuria: • Taci. Non sei tu l'interrogato». Giocavano con lei a parole crociate, suggerendole le risposte dall'altra parte della tenda. La consolavano nei momenti di disperazione. Una volta, lei piangeva e una voce le sussurrò: •Ehi, burdela, non ti friggere. Hai due ragazze che t'aspettano a casa». A Pasqua, le comprarono un televisore se assalissimo. Per la festa della donna, mimose c un libro: «Versi satanici», di Rushdie. Ma sempre una prigione era, nel buio di una stanza, dormendo solo due ore per notte. •Sapete, io sono un po' sensitiva Questo sequestro l'avevo sognato due anni prima: E anche la liberazione, me l'ero sognata, qualche giorno fa». Pierangelo Sapegno Reggio Emilia. Silvana Dall'Orto dopo la liberazione con il marito Giuseppe Zannoni

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