De Mita di Paolo Patruno
De Mita De Mita denza andreottiana, intesa a far seguire un eventuale avvio di trattative sulla riduzione dei missili a breve gittata al raggiungimento di concreti, sostanziali risultati nei negoziati di Vienna sugli armamenti convenzionali. De Mita ha infatti dichiarato che «se e quando si arriverà a un accordo per le armi convenzionali, che prevede il censimento, il riequilibrio delle asimmetrie e la successiva riduzione, non è da escludere che anche l'equilibrio delle armi nucleari tattiche venga rivisto. Una decisione deve essere assunta entro il '92 e tutto è legato al risultato delle trattative appena avviate a Vienna.' Insomma, una via mediana che viene incontro alle sollecitazioni di Bush e della Thatcher e che potrebbe essere ben accetta da Kohl. Ma anche i Lance sono già entrati nel campo della pole¬ mica politica intema. Dopo le critiche espresse nei giorni scorsi dal pri per il voto del Senato contrario a scelte che possano riaprire, con l'ammodernamento dei missili a corto raggio, -rincorse al riarmo atomico-, ieri è tornato sull'argomento, dalle colonne della Voce repubblicana, l'on. Pellicano, che definisce -fragile e pericolosa- la posizione del governo De Mita. E ciò per due ragioni: perché il negoziato di Vienna non potrà chiudersi prima del termine ultimo per avviare l'ammodernamento dei Lance, e perché se si avviasse una trattativa sulla loro riduzione sarebbe poi difficile evitame la completa eliminazione dall'Europa. Una eventualità che spaventa anche il ministro della Difesa, il liberale Zanone. e il settimanale del suo partito l'Opinione, che si schiera a favore degli Usa sul rinnovo dei vecchi missili in modo da rafforzare la posizione negoziale della Nato. Paolo Patruno
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