Nei cieli di Bertello memorie d'infanzia
Nei cieli di Bertello memorie d'infanzia Alla gallerìa Arte Club fino al 29 aprile Nei cieli di Bertello memorie d'infanzia ALL'«ARTE Club» di via Della Rocca 39, Guido Bertello, con una serie di grandi tele acriliche e acquerelli, dedica al padre, alla sua memoria, e alla sua terra, la Langa, questa mostra che si svolge fino al 29 aprile. Quindici tele di grande perfezione tecnica, elaborate in studio, attraverso appunti, schizzi e fotografie. Possono apparire come fedeli riproduzioni della realtà, ma io credo che siano, invece, delle invenzioni metafisiche del paesaggio; e parlo in particolare delle grandi tele, diciamo estive, senza cornice, più belle se non costrette in passe-partout: in particolare la n° 1, la n° 4 e la n° 5. Tele leggermente inquietanti per il tono sempre cupo dei verdi, dei grigi-blu, colti nell'ora crepuscolare, che si aprono come in un largo haendeliano, nella pienezza sontuosa dei colli, nella linea rnuosa delle strade, nel grande spazio del cielo sempre grigio, a volte appena sfumato di rosa: un mondo intimo che spazia nell'ampio respiro, un mondo molto diverso dalle precedenti opere di Bertello viste nell'87 alla Galleria Davico. Il taglio basso del paesaggio, che prende solo un terzo del quadro, può ricordare i grandi paesaggisti del Seicento olandese, ma la visione di Guido Bertello è più ferma ed immobile, più contenuta e semplificata; come vista da lontano, da una posizione dominante: una posizione di tranquillo ascolto e contemplazione. Le altre tele, in contrapposizione a queste, sul tema della neve, forse meno emozionanti e più meccaniche, sono mescolate a sette acquerelli di grande effetto, che ripetono sempre gli stessi temi dell'inverno e dell'estate, resi naturalmente più freschi ed ariosi dal colore stemperato sulla carta: tecnica peraltro dal pittore a lungo praticata e della quale è maestro. Paesaggi di memoria, come li definisce Guido Bertello: un avvicinarsi al padre, già anziano quando egli era bambino, un bisogno di riprodurre questi spazi, sentiti allora ed assorbiti nell'andare per strade o per boschi, rimasti nell'intimo come le piccole e le grandi cose dell'infanzia, che sono indelebili in tutti noi. Alanda Debenedetti Guido Bertello: «A mio padre», Arte Club, via Della Rocca 39, fino al 29 aprile, orario 16,30-20; chiuso domenica. Guido Bertello, «Lunga», cm 90 x 100
Persone citate: Bertello, Davico, Debenedetti, Guido Bertello
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