I disagi della mezza età si possono curare

I disagi della mezza età si possono curare I disagi della mezza età si possono curare E' diverso per uomo e donna una certa misura. Questa ristrutturazione è malamente vissuta da taluni, che cadono allora in uno stato di malessere, di disagio. L'età dei 50 anni è poco conosciuta dal punto di vista biologico. Si sa che le crisi cardiache si manifestano con particolare frequenza, e altre cose del genere come le artrosi, ma è un fatto che molto più sovente si parla dei 40 (-la vita comincia a quaran- Una situazione di malessere a cui è necessario reagire t'armi») e dei 60. che si possono in qualche modo considerare la soglia dell'invecchiamento. Invece da qualche tempo i 50 attirano in particolar modo l'attenzione. I francesi hanno coniato una sigla, Dnbc, che equivale a «deficit neurobiologico della cinquantina». Gli autori anglosassoni parlano di una miacile-life crisis. Recentemente Science Times, il supplemento scientifico del New York Times, ha titolato a piena pagina: -Per molti il disordine dell'invecchiamento spunta nei 50». con una serie di considerazioni di sociologi psi- letto di terra e che si prestano a essere seccati, prolungando nel tempo la loro bellezza di forme e colori, per la gioia degli occhi. Quelle belle composizioni che si vedono in certe vetrine e che costano talvolta un occhio della testa, ma che piacciono a tutte le donne e durano a lungo in casa: quei bei mazzi o mazzetti di fiori secchi insomma, sono in realtà alla portata di qualunque giardiniere, anche del più dilettante di tutti. Occorrono poche cose. Un pezzetto di terra, qualche sacchetto di bustine di semi (poche migliaia di lire), una zappetta, un po' di concime, un briciolo di passione e di cura; e poi saperequando e come raccoglierli, e come farli seccare. In più si avrà comunque — perché dovremo far le cose in modo da non raccoglierli tutti — qualche aiuola splendidamente fiorita a portata di sguardo. Il che non è male. Ci sono fiori, è risaputo, che pretendono di stare in pieno sole, altri invece che gradiscono l'ombra, altri ancora che vogliono un po' l'uno e un po' l'altra: facendo un sommario elenco di fiori adatti a essere seccati e a ben figurare in un mazzo, teniamo quindi d'occhio cologi e geriatri. I cinquant'anni rappresentano un giro di boa. Questa età è un periodo di transizione sovente difficile a causa delle varie e inevitabili modificazioni del quadro di vita professionale e familiare. to, e si comincia a pensare al tempo che rimane più che a quello trascorso, e al modo di usare meglio gli anni che restano. Si riflette sul pensionamento, e il sentirsi al tempo stesso lontani e vicini viene vissuto con disagio. Mentre i 50 anni potrebbero essere l'età della pienezza della vita, del guardare la vita in una maniera più libera, ampia, aperta, costoro rischiano di sentirsi degli esclusi. Certo all'origine di questo quadro possono esserci numerosi avvenimenti d'ordine psicologico, fisico, sociale. Sono i famosi stress. In risposta ad un fatto stressante il giovane ha delle capacità di adattamento che col passare degli anni diminuiscono. L'arrivo della cinquantina si accompagna con un certo numero di accadimenti che possono costituire uno stress. A questa età compare molto sovente una diminuzione delle soddisfazioni professionali (e magari all'opposto un maggiore interesse per le attività sociali e politiche), la preoccupazione che la situazione economica sia insufficiente ai bisogni dei figli. Oppure i figli sono ormai cresciuti ed hanno lasciato la casa, magari si è anche diventati nonni e questo può sembrare un segnale d'invecchiamento. Sempre a questa età lo scienziato che non ha fatto scoperte notevoli prende coscienza che forse non ne farà mai. e lo stesso si dica per l'attore che non ha mai avuto grandi ruoli. La lotta per la vita a 50 anni si fa aspra. Gli studiosi del sistema nervoso ritengono che la -crisi della mezza età- sia dovuta essenzialmente a un gli uomini e le donne reagiscono all'invecchiamento in modo diverso. A cinquant'anni gli uomini, che spesso stanno raggiungendo il culmine della loro carriera, possono pensare con rimpianto a tutti gli anni che hanno lasciato sul lavoro, mentre le donne, alla fine del loro ruolo di madri, sono spesso ansiose di buttarsi in un lavoro fuori casa. Nonostante lo choc dell'invecchiamento, i cinquant'anni non sono affatto sgradevoli. Aumenta lo stimolo alla riflessione e. insieme, spesso compare una sensazione di saggezza che prima non si provava. Molti si sentono più liberi di godersi la vita, meno irritati dalle cose, passano molto meno tempo a preoccuparsi, litigano meno spesso Tutte le inchieste sui cinquantenni confermano la presenza di un senso di liberazione, della possibilità di guardare alla propria vita in maniera più ampia. L'introspezione porta uomini e donne a desiderare cose molto diverse. Una delle differenze più grandi sta nelle conseguenze psicologiche della fine del ruolo attivo di genitori. Quando ci sono i figli da tirar su. si tende a vivere in una sorta di emergenza cronica, una continua vigilanza sui ragazzi per proteggerne il benessere. In tutti quegli anni le donne tendono a reprimere le loro collere anziché sfogarle, mentre gli uomini tendono a soffocare le emozioni, la tenerezza, la sensualità, tutte qua¬ NONOSTANTE il loro significato nell'evoluzione della vita, i cinquant'anni sono un decennio relativamente poco conosciuto, poco discusso e ancor meno studiato. Secondo uno psicologo di Yale, ci sarebbero più tabù a riconsiderare la propria vita a cinquant'anni che in qualsiasi altro decennio prima e dopo. Per molti arriva una disperazione silenziosa, una paura incalzante di diventare inutili nel lavoro o nel matrimonio, di non avere nessuna reale alternativa in vista. Per altri, quelli che in questo decennio riescono a fare scelte più vitali, c'è comunque un duro periodo di lotte personali. La crisi inizia quando ci si interroga sul valore di un matrimonio e di una carriera o a quali cambiamenti occorra dar mano per avere una vita più significativa. Una inchiesta condotta nel '78 indicò che per la maggior parte delle persone sono i 45 anni il punto di transizione cruciale. Oggi si pensa che le battaglie interiori si ripetano con intensità rinnovata intorno ai 55. A dire il vero, dicono gli psicologi, non c'è un'età precisa per cambiamenti psicologici di questo genere: il loro momento dipende da punti di riferimento come il lavoro e la vita familiare più che non dall'età anagrafica. La lotta o la disperazione comunque non toccano tutti i cinquantenni, sebbene siano abbastanza diffuse. Aicuni studi hanno dimostrato che lità che potrebbero interferire con il loro ruolo di capifamiglia. Ma una volta che i bambini hanno imparato a badare a se stessi, quelle qualità soffocate tornano a galla. A partire dai cinquant'anni le donne esprimono più qualità aggressive, mentre gli uomini si sentono liberi di esprimere il loro lato più tenero e infantile. Il risultato è un'attenzione molto diversa che uomini e donne rivolgono alle cose. Gli uomini, sentendosi più liberi di perseguire tutto ciò da cui la carriera li ha tenuti lontani, diventano spesso più interessati a recuperare l'intimità dei loro matrimo nio. Le donne invece spesso vogliono buttarsi nelle loro carriere ora che sono libere dall'assillo quotidiano della famiglia. I cinquantenni, guardandosi mdietro. considerano i quarantanni la loro età d'oro: molti erano ben piazzati nel gioco del lavoro, avevano la loro vita familiare sotto controllo, godevano ancora di ottima salute Fra le esperienze più incoraggianti che si possono fare in questa età critica, c'è quella di incontrarsi fra coetanei. Vedere in faccia uomini e donne della stessa età permette di fare paragoni e trovare qualche giustificazione all'orgoglio che ci fa dire chistiamo invecchiando meglio della maggior parte delle persone. Si è meno agili e meno resistenti agli sport (ma questo avviene già a 30 e 40 anni), e guardandosi intorno si comincia a constatare che qualche coetaneo ha già avuto inconvenienti di salute d'una certa importanza. i è e I primi disturbi sono visti come l'iniziale annuncio della vecchiaia sebbene questa sia considerata ancora lontana. L'impatto psicologico di questi problemi è particolarmente forte perché i più vedono la vecchiaia non come il raggiungimento d'una specifica età della vita ma corno l'assalto impetuoso di menomazioni fisiche. Altri segnali provengono dal lavoro, n vertice della carriera, specialmente per i professionisti, è ormai raggiun¬ Senza dubbio esiste una connessione fra l'ambiente ed il funzionamento del sistema nervoso. I 40 anni sono ricordati come un periodo aureo, mentre nei 50 ci si rende conto di essere a circa due terzi del percorso, e di fronte per la prima volta ad una sorta di limite. A quasi tutti l'idea d'essere invecchiati perché si sono raggiunti i 50 sembra strana, eppure ci si accorge di non avere più molto tempo per essere giovanili. Daniel Goleman ( Hp> rij^ht «The V'w York Times» e per l'ilalia «La Stampa» difetto della dopamina. uno dei neiirotrasmeititori che hanno il compito di trasportare l'impulso nervoso dall'uno all'altro neurone (cellule nervóse). Senza dubbio questo modello può essere considerato con qualche perplessità giacché, se certi disturbi mascherati, e aitn ancora essere soltanto una reazione alle difficolta della cinquantina, durante la quale ci si può trovare di fronte a problemi di coppia, di famiglia, di professione, come si e accennato. Pero se veramente, come sembra, è coinvolto il neurotrasmettitoie dopa¬ possono essere collegati all'invecchiamento (relativo, ben inteso i de! cervello, di cui la scarsità di dopamina è un segno t il cervello non ha soltanto l'età delle sue arterie ma anche I età dei suoi neurotrasmettitoti), altri disturbi possono far parte dei soliti lievi stati depressivi mina. oltre alla psicoterapia ed ai consueti tranquillanti e antidepressivi, si potrebbero usare farmaci spallici, eapp.ci di supplire o di rafforzare il sistema dopamimeu. Nei laboratori si sta lavorando a questo proposito con buone prospettive Ulrico di Aichelburg

Persone citate: Daniel Goleman, Ulrico Di Aichelburg