L'albergo dove dormì Mozart e il teatro che ispirò Berlioz

Itinerario musicale fiorentino alla vigilia del «Maggio» Itinerario musicale fiorentino alla vigilia del «Maggio» L'albergo dove dormì Mozart e il teatro che ispirò Berlioz NEL concetto rinascimentale dell'ordine universale, la musica occupava un posto Importantissimo. Ma bisogna pure ammettere che per chi viene a visitare Firenze, culla del Rinascimento, la musica si trova un po' schiacciata dalle sorelle pittura, scultura e architettura. E questo nonostante il collocamento in «prima fila» sul campanile di Giotto della formella di Andrea Pisano che rappresenta la musica: nonostante le splendide cantorie fatte per il Duomo da Luca della Robbia e Donatello; e nonostante la cospicua vita musicale della città anche in epoche più recenti (si veda, per esempio, il libro -La musica del Granduca» di Marcello De Angelis, ed. Vallecchi). Per chi viene a Firenze, ad assistere specificatamente alle manifestazioni del Maggio Musicale, può essere affascinante abbinare una visita ai monumenti artistici della città ad un percorso dei luoghi musicali. Prendiamo come punto di partenza il più imponente di tutti i monumenti fiorentini, il Duomo, tenendo presente che la cerimonia di consacrazione della sua celeberrima cupola nel 1436 fu accompagnata da un mottetto scritto appositamente da Guillaume Dufay, il quale si trovò per caso nella città al momento giusto. E se Filippo Brunelleschi, l'ideatore della cupola, fu il più influente architetto del XV Secolo, l'influenza di Dufay sulla musica dello stesso periodo non fu di meno. Di fronte al Duomo, nel Battistero di S. Giovanni, il ferrarese Girolamo Frescobaldi,, uno dei più grandi compositori per la tastiera di tutti i tempi, fu organista nel 1630. Un secolo e mezzo prima il celebre musicista fiammingo Heinrich Isaac aveva fatto parte del rinomato coro di S. Giovanni; fu anche compositore alla corte dei Medici ed è probabile che dette lezioni di musica ai figli di Lorenzo il Magnifico, al vicino palazzo Medici-Riccardi. Praticamente nell'ombradi quel palazzo, nella chiesa medicea di S. Lorenzo, si trova la tomba (seconda cappella a destra) di uno dei più importanti compositori del Trecento, il fiorentino Francesco Landini, mentre dall'altra parte del palazzo, in via Cavour al n. 13, c'è la casa ove Rossini visse negli anni 1851-55 (il musicista pesarese è sepolto nella chiesa di S. Croce). La sera però egli spesso attraversava la strada e saliva le scale dei palazzo Capponi (via Cavour 20). che a quell'epoca fu abitato dalla nobile famiglia polacca Poniatowski, tutti musicisti. che. Rifiutarono le armonie, sempre più complicate, favorite dai compositori dell'Europa settentrionale fin dai tempi di Dufay e di Isaac (ciò che spiega il riferimento sciovinista, nell'iscrizione, alle «barbarie fiamminghe») e le sostituirono con il «recitar cantando». Il palazzo Bardi è oggi sede di un liceo scientifico e persino il suo cortile, che pure doveva essere bello a suo tempo, è ridotto male. Dopo un breve «sic transit gloria mundi», dunque, detto tra sé, si può attraversare l'Arno sul vicino ponte alle Grazie — magari girando un attimo per dare un'occhiata alla mo- Cinquecento e di composizioni e lettere autografe di Monteverdi e Rossini. Oggi il Conservatorio porta il nome di Luigi Cherubini, nato nel 1760 nella via Fiesolana, dietro la Pergola, ma come il concittadino Giovanni Battista Lulli prima di lui, anche Cherubini fece carriera in Francia, alla corte di Napoleone (Lulli —Jean-Baptiste Lully, alla francese — invece era diventato personaggio di grande rilievo alla corte di Luigi XIV). Se si percorre la via Fiesolana verso l'Arno, essa diventa prima via Verdi e poi, dopo piazza de' Benci reca una lapide che vale la pena di leg- Pier Paolo Donati ed assistenti al Gabinetto Restauro Organi del vicino palazzo Pitti. L'équpe di Donati, una delle migliori del mondo, ha restaurato anche tre organi cinquecenteschi di Onofrio Zefierini da Cortona; essi si trovano nella Badia e nelle chiese di S. Trinità e di S. Giorgio sulla Costa. Chi vada a vedere S. Giorgio (sulla collina dietro il palazzo Pitti) e abbia voglia di continuare in salita oltre il Forte Belvedere può spingersi fino in fondo alla quasi rurale via S. Leonardo. Al n. 64 (Villa Bonciani) Ciaikovskij scrisse la sua «Terza Suite» per orchestra e lavorò Anche Donizetti si fermò in casa Poniatowski ed ivi scrisse l'opera «Parisina», che si rappresentò per la prima vòlta nel 1833 al Teatro della Pergola, nell'omonima via.'che dista appena quattro isolati dal palazzo Capponi. Dieci anni più tardi il teatro ospitò la prima esecuzione italiana de «Il franco cacciatore'- di Weber, e nel 1847 il «Macbeth» di Verdi ebbe la sua prima rappresentazione assoluta su questo palcoscenico, sotto la guida del compositore. Qui Berlioz assistette a recite de «I Capuleti e i Montecchi» e «La sonnanbula» dì Bellini; le opere non gli piacquero, ma si inna- Firenze: il Teatro Nictolini, in via Kicasoli, e (a destra) il Teatro della Pergola nella moro della città. Non c'è poi da meravigliarsi se proprio qui Berlioz ebbe l'idea di scrivere un'opera basata sulla vita del fiorentino per antonomasia. Benvenuto Cellini. Oggi la Pergola viene adoperata più che altro come teatro di prosa, ma ospita tuttora molti concerti dei maggiori artisti, sotto l'egida degli Amici della Musica, e quest'anno vi si rappresenterà l'«Idomeneo» di Mozart nell'ambito del Maggio. Sempre in via Ricasoli, all'angolo di via degli Alfani, sta il Conservatorio di Firenze, che ebbe tra i suoi allievi i compositori Luigi Dallapiccola (in seguito anche professore) e Mario Castel nuovo-Tedesco. La biblioteca possiede rarissimi manoscritti di musiche antiche, italiane e fiamminghe, di codici di madrigali del Quattro- gere, malgrado il suo linguaggio retorico: dichiara che nel tardo Cinquecento Giovanni de' Bardi, Conte di Vernio. qui ospitò la celebre Camerata, che intendeva riportare l'arte musicale dalle •barbarie fiamminghe» alle sublimità della melodia greca. E difatti in questo palazzo, progettato dal giovane Brunelleschi, i fiorentini fecero il loro contributo più duraturo alla musica: inventarono l'opera lirica. ! Come indica la lapide, i poeti e musicisti che parteciparono alla Camerata del conte Bardi, come anche un simile gruppo che si riuniva dell'altra parte della strada al palazzo Corsi (oggi sede del Museo Home), cercarono di creare una specie di teatro musicale che avrebbe assomigliato alle- antiche rappresentazioni delle tragedie gre- le della Biblioteca Nazionale, che possiede una raccolta di antichi manoscritti musicali ancora più ricca di quella del Conservatorio: vi è compreso anche il notissimo Fronimo dialogo—opere di Lasso, Palestrina ed altri, copiate da Vincenzo Galilei, membro della Camerata e padre dello scienziato. Di là dell'Amo si va in fondo a piazza de' Mozzi e si gira a sinistra su via S. Niccolò, n palazzo al n. 94 appartenne per molti anni al contralto autriaco Caroline Unger, che aveva cantato alla prima esecuzione assoluta della «Nona sinfonia» di Beethoven sotto la guida del compositore. In fondo alla strada si trova la chiesa di S. Niccolò, ove è collocato uno splendido organo costruito da Dionigi di Agostino Romani nel 1581 e recentemente restaurato da Nel grande Nord alla ricerca dei luog sito nel 1600 della prima rappresentazione della prima opera lirica che si conosca — I'«Euridice», composta da Jacopo Peri sul libretto di Ottavio Rinuccini per le nozze di Maria de' Medici (lo sposo, Enrico IV di Francia, era troppo indaffarato perpotervi assistere, perciò la Medici fu spostata per procura). Anche il Giardino di Boboli, dietro del palazzo, ha ospitato molte stravaganze musicali dai tempi dei Medici in poi; due anni fa ci fu una edizione spettacolare della «Faerie Queen» di Purcell, messa in scena da Luca Ronconi per il Maggio Musicale. Persino il Salone dei Cinquecento del Palazzo Vecchio (torniamo all'altra parte dell'Amo) è stato ed è tuttora adoperato ogni tanto per avvenimenti musicali, malgrado l'acustica poco adatta. Oggi il palazzo ospita la bellissima raccolta di strumenti musicali, che comprende strumenti ad arco di Stradivari, Amati e Buggeri, un antico «sciofar» ebrico e una «tibia» (bisnonna del flauto) romana trovata a Pompei. Il primo curatore della raccolta fu il padovano Bartolomeo Cristofori, inventore del pianoforte proprio alla corte medicea nel 1709. Purtroppo non sono rimasti a Firenze esemplari dei suoi strumenti, ma la raccolta comprende un primitivo pianoforte verticale costruito nel 1739 da Domenico Del Mela. A tre minuti a piedi da piazza della Signoria, all'angolo di via Tomabuoni e via della Vigna Nuova, c'è l'ex Hotel Suisse (ora Esplanade), dove Verdi alloggiava durante i suoi soggiorni fiorentini. A proposito di alberghi: se si prosegue lungo via della Vigna Nuova ci si trova, dopo piazza Goldoni, in Borgo Ognissanti, e in uno dei primi palazzi sulla destra (nessuno ci ha potuto dire quale) si trovava una nota locanda. l'Aquila Nera. Mozart quattordicenne si fermò qui nel 1770 durante una delle sue toumées da bambino (o ormai giovanotto) prodigio; sia lui sia il padre che lo accompagnò furono colpiti dalla città. «Vorrei che tu potes. si vedere Firenze stessa e la campagna circostante e la posizione della città» scrisse Leopold Mozart alla moglie a Salisburgo, «perché diresti che bisognerebbe vivere e morire qui». Da borgo Ognissanti una breve passeggiata porterà il visitatore al Teatro Comunale (corso Italia), fulcro dell'attuale vita musicale fiorentina e sede quest'anno, come negli anni precedenti, del Maggio Musicale. via omonima al "Capriccio italiano» e a «La pulzella d'Orléans» (è possibile che la salita gli fosse troppo ardua, perché quando tornò un altro anno a Firenze affitto camere in centro, e li lavorò a «La dama di picche» e al sestetto per archi che si chiama «Souvenirs de Florence»). La sua protettrice, Nadezhda von Meck, abitò vicino alla via S. Leonardo, nella Villa Cora (già Oppenheim) inviale Machiavelli. Nel 1880 invitò Debussy, diciottenne, a viverci e a dare lezioni di musico a sua figlia, ma il giovane francese s'innamorò della ragazza e fu subito licenziato. I melomani che visitano il palazzo Pitti dovrebbero tener presente che questo luogo, cosi ricco in opere d'arte, è quasi altrettanto ricco in ricordi musicali. La grande Sala Bianca, per esempio, fu il hi immortalati dall