Niente paura: il futuro è un buco nero ma noi non ci saremo
Niente paura: il futuro è un buco nero ma noi non ci saremo «11 destino dell'universo» spiegato dal fisico Islam Niente paura: il futuro è un buco nero ma noi non ci saremo TEMPO verrà che tutte le stelle della nostra Galassia saranno decadute in nane biaix he o steli*- di neutroni o buchi neri, mentre qua e ia vagheranno pianeti spenti di vita, asteroidi, meteoriti, frammenti di rocce, polvere. Dopo mollo tempo ancora, ammassi di galassie si uniranno in una snia, grandissima, che sprofonderà poi in un solo buco nero. Questi eventi, ipotizzati in un'opera r'.i J. N. Islam, il destino ultimo dell'universo, non dovrebbero impressionarci molto, perché sono previsti per un Inni ano futuro, lalutabile in miliardi di miliardi te diciamo ancora una tolta, -di miliardi-, cioè IO27) di anni. Allora non soltanto noi e i nostri figli e nipoti e pronipoti nun saremo più; ma la specie umana e tutte le specie di questo pianeta saranno estinte: la Terra forse sarà stala inglobata dal Sole, se questo 'sempre in un remoto avvenire) si sarà espanso oltre l'orbita del nostro pianeta, in una stella rossa. Quando gli eventi sono tanto remoti, il tempo non è più tempo: non è quello dell'esperienza che possiamo averne fatto noi, nel corso della nostra vita, e che ci accompagna, mentre si campa, ammonendoci però ch'esso porta via tutte le cose, ivi comprese — per buona sorte — le nostre tribolazioni. Ma, a voler dire oltre, a questi preannunziati eventi noi non crediamo granché. Le cosmologie, cioè le idee che noi abbiamo del mordo, cambiano: e noi ne ao biamo fatto esperienza an¬ che nel breve corso Clelia nostra esistenza. Perciò le estrapolazioni verso l'avvenire, che sono sempre fatte in relazione al concetto che si ha del mondo, nel momento in cui esse tengono formulale sono soggette a mutare esse pure. In addietro, ma a memoria nostra, la fine del mondo era dipinta ie anche figurata nelle illustrazioni dei libri) come di un gelo mortale, per l'estinzione della fornace solare. Allora non si conoscevano cncora le reazioni nucleari, grazie alle quali adesso si può far conto di una rassicurante longevità del Sole. Al presente, invece, c'è chi è angustiato, per un imminente troppo caldo (dovuto, si pensa, all'effetto ser*a, prodotto questo da un eccesso di anidride carbo¬ nica nell'atmosferai; per cui si scioglieranno i ghiacci polari, crescerà il livello del mare, fino a sommergere le città costiere. Domani si potranno antivedere altri cambiamenti, oggi impensati: sciagure sempre saranno, perché la nostra sopravvivenza come individui e come specie è legata al mantenimento dell'ambiente, che ci ha fatti come noi siamo. Ciò non significa che il libro, scritto bene e chiaro (quanto consente l'oscurità della material, non sia utile. Anzi, il tema della fine del mondo presume un'esposizione, sia pure parziale, della fisica moderna: e perciò deve toccare oggetti controversi, spazi chiusi e aperti, euclidei e no; buchi neri, quasar, nonché altri concetti. Tale il Big Crunch.- la sistole, l'implosione, la riconcentrazione dell'Universo; l'evento inverso al Big Bang, al grande scoppio, alla grande espansione. Quel crunch (chiamiamolo cosi sull'esempio dell'autore) potrebbe prodursi se si ammettesse che l'Universo, dopo l'espansione (ch'è in atto) si arrestasse e prendesse a contrarsi, per ricongiungersi alla fine nelle sue varie parti. Nell'intrinseca oscurità e impensabilita che è propria della fisica moderna, il volume è un'occasione, fra altre, di qualche fugace illuminazione sui suoi oggetti e concetti. . . Didimo Jarnal N. Islam, «Il Destino Ultimo dell'Universo», trad. di M. Fischetti, Zanichelli, 13H .;.■■■ fine, 22.000 lire.
Persone citate: Fischetti, Zanichelli
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