Referendum: la parola ai lettori

Referendum: la parola ai lettori Pubblichiamo un'altra scelta di lettere che hanno accompagnato il voto Referendum: la parola ai lettori Lasciamo ancora la parola ai lettori: ecco un'ampia scelta di lettere che hanno accompagnato le schede del referendum sulle dieci letture più utili per la scuola. Indubbiamente il libro che mi sta più a cuore c 'Il deserto dei Tartari» di Buzzati, che come nessun altro configura, rende palpabile, il sentimento della pazienza. La pazienza e la coerenza dell'uomo che, fatta una scelta di vita, la porta con sé difendendola a qualunque costo, anche di fronte alla più beffarda evidenza o al nulla. Un libro del genere può rivelarsi fondamentale nell'adolescenza, nel periodo scolastico; a suo tempo ne rimasi indubbiamente colpito, come pure, in parte, dal conseguente film. Ha infine il grande pregio di rientrare, come altri che ho privilegiato nella scheda, in quella parte di letteratura contemporanea italiana (e straniera, che pure è fuori dal nostro tema), purtroppo cosi poco considerata nella scuola italiana. Maurizio Temesio procuratore legale, Imperia Si avvertiva proprio l'esigenza di un simile concorso perché così si vedrà che Dante e Manzoni, incredibilmente contestati, avranno moltissimi consensi in modo da rendere improbabile e impopolare l'idea di farli diventare facoltativi nelle scuole. Ho molto apprezzato anche la vostra scelta di diversi scrittori siciliani. Giuseppe Abbate impiegato, Modica (Ra) Perché un saggio come quello di Bobbio «Stato, governo, società»? Beh, avevo già considerato ineliminabile Machiavelli, mi ci voleva qualcuno che gli facesse da contraltare, senza proporre soluzioni ai dubbi sollevati dal «Principe», ma con conoscenza dell'argomento e con lucidità descrittiva. Conoscere criticamente qualcosa di politica è fondamentale per chiunque, e seppure la lettura di queste opere non potrà ridurre il numero degli imbecilli, ridurrà per lo meno quello degli imbecilli ignoranti. Pietro Paolo Miani studente Gradisca (Gorizia) La mia scelta del saggio di Roberto S. Lopez «La nascita dell'Europa», potrebbe sembrare un po' fuori luogo, ma non penso che lo sia: in effetti, leggere un saggio come questo è veramente pregiudiziale per chi vuole davvero capire la storia europea, poiché getta luce, In maniera chiara e organica, sulle vicende di storia politica, militare, economica, sociale e culturale, dal V al XIV sec, le quali, senza dubbio, hanno fortemente contribuito alla creazione dell'Europa moderna e post-moderna. Rocco Panetto studente, Senise (Pzi Propongo fuori lista: 1) Edoardo Firpo — poeta dialettale genovese — limitatamente agli studenti della Liguria. Anche per onorare la memoria, il maggiore poeta in dialetto genovese di cui ricorre il 20 c. m. il centanario della nascita; 2) Trilussa, poeta in dialetto romanesco per tutti. Sommo poeta satirico: la sua fama di poeta satirico si conosce in tutta Italia; 3) Pietro Aretino, scrittore antipedantesco e insofferente di ogni disciplina (come i giovani d'oggi) dotato di straordinaria vivacità espressiva e chiaro per tutti. Eugenio Repetto pensionato, Genova Sestri Voto "Il quartiere- di Pratolini. L'analisi approfondita degli stati d'animo, l'incisività dello stile narrativo, il tono vivace e la sincerità comunicativa, fanno di Pratolini uno scrittore che fortunatamente non abbisogna di pretenziose appendici o di glossari filosofici per essere capito. Mi sembra un grosso pregio, questo, vista la prerogativa oggi di tante tendenze narrativo-culturali, che riuscendo solo in parte a fabbricare un linguaggio comunicativo, si affidano ad additivi terapeutici perico¬ losi (vedi le ridicole appendici alla Umberto Eco): questi, anziché stimolare l'interesse per una lettura personalizzata e quindi una scelta, fungono da anoressici a quella poca che ancora è rimasta. Lucia Bruni docente universitario, Firenze Scelgo "Se questo è un uomo- di Primo Levi: il libro che è doloroso leggere, che si vorrebbe non aver letto, che non si può fare a meno di leggere, rileggere e meditare. Dopo aver letto questo libro, non si è più la stessa persona. Giuseppe Federico ingegnere. Milano Ho scelto -Il maestro di Vigevano- di Lucio Mastronardi in quanto inventore di una lingua originalissima, impasto del dialetto pavese con la lingua nazionale e poi come portavoce di quei ceti impiegatizi e piccolo borghese in genere non toccati dal boom economico degli Anni 60. Gilberto Casati studente, Mirandola (Mo) Spero che molte persone condividano la scelta da me espressa in favore della •Storia della letteratura italiana- del De Sanctis. Di quest'opera conservo un ricordo molto piacevole più dell'età adolescenziale, quando diventò per me un punto di riferimento insostituibile nell'avvicinamento allo studio della letteratura non solo italiana, ma anche europea. Oltre a costituire già di per sé un'opera di assoluto interesse e bellezza (nonostante il suo fine essenzialmente didattico, come molte altre «storie della letteratura»), questo libro riveste un insostituibile ruolo per l'apprendimento delle origini e dello sviluppo della letteratura italiana: nonostante alcune imprecisioni (la storia della letteratura era ancora scienza giovane), contribuisce a eliminare tutta la composita realtà della nostra letteratura, eliminando molti fastidiosi dubbi su questa complessa materia, e prò- , ponendo una chiave di interpretazione letteraria di assoluto valore storico e filosofico da non dimenticare. Maria Vilma Bruneschi casalinga, Domodossola A mio parere gli studenti dovrebbero leggere o alme¬ no conoscere la raccolta ■Ossi di seppia- di Eugenio Montale. Ma perché? Perché sono liriche brevissime ma dense di significato: come il mare liscia e leviga con le sue onde gli ossi di seppia, cosi il poeta lima e leviga le sue poesie fino a ridurle all'osso, all'essenziale. Tiziana Scaglioni studentessa. Alessandria Chi non vota Manzoni e Dante ha capito poco e rimane ignorante. Dopo Dio ci sono questi due. Giovanni Pippione pensionato. Luino (Va) All'elenco ho aggiunto una antologia che ci fu proposta in V ginnasio nel lontano 1964 che talvolta consulto: 'Poeti del Novecento- dello Spagnoletti. Ben curata non solo nella scelta dei brani e degli autori, raccordati da ampi cenni storico-critici, presenta una particolarità: riproduzioni a colori di quadri di pittori del Novecento coevi ai poeti, nel tentativo di legare i movimenti letterari con quelli pittorici e in genere con la cultura e l'arte del tempo. Del resto una antologia che inizia cori Guido Goz¬ zano e finisce con Pasolini, ed ha un supplemento dedicato alla poesia dialettale rappresenta a mio avviso l'immagine del perfetto libro per la scuola, e questo vale anche per i secoli che vanno dal «Decamerone» ai «Malavoglia»: poche grandi opere lette per intero, ma senza farne un mito da venerare, il resto, la presentazione di stimoli ed idee per il futuro dell'allievo Ottavio Pilotti notaio, Tortona Fondamentale, secondo me, abituare i giovani prima di tutto a conoscere i vari problemi, a sviscerarli e a giudicarli oggettivamente e onestamente. Per questo la lettura di Slataper che, negli Scritti politici, al di là dell'attaccamento alla sua terra, ci da un quadro reale della situazione triestina e italiana in genere prima della I guerra mondiale. "Il mio Carso- per la grande, luminosa forza giovanile che ne scaturisce. Laura Ferrazza insegnante. Roma Nell'elenco di libri proposti da «La Stampa» nel referendum sulle letture per la scuola si sarebbe dovuto includere il romanzo -Una vita violenta- di Pier Paolo Pasolini, in luogo di •■Ragazzi di vita». Secondo la critica più autorevole, il cui giudizio condivido pienamente, il primo si distingue — tra l'altro — per la capacità veramente straordinaria dell'Autore di rappresentare, con intima partecipazione umana, il brulicante mondo delle borgate romane e, in pari tempo, di raccontare una storia compiuta, avvincente ed anche educativa per un lettore adolescente. Ciò che non mi pare si possa dire, in verità, di «Ragazzi di vita». Benedetto La Marca ingegnere. Ascoli Piceno Nell'indicare dieci autori ho pensato di suggerire qualcosa per ricordare un po' di dove veniano e che cosa abbiamo vissuto nell'ultimo secolo. Per questo — oltre agli obblighi Dante Boccaccio Leopardi — metto De Sanctis Salvemini ("Storia d'Italia del secolo XIX-) e Croce (-Etica e politica-). L'essenzialità ungarettiana poi la vedo utile per ripulirci dalla verbosità. Infine i contemporanei <Lampedusa, Silone \-Fontamara-] Rigoni Sterni mi paiono illuminazioni necessarie su tre epoche-clou di questi cento anni. Lelio Logorio avvocato. Firenze Sono stato sorpreso di ' non trovare nella lista — redatta dal giornale di Tonno! — un libro come La chiave a stella di Primo Levi, che avvicina tecnica e poesia, il gusto del lavoro ben fatto alla fantasia ed alla sensibilità. Gabriele Berruti impiegato, Alessandria