Per fare un Trovatore bergamasco sono diventato romanziere

Per fare un Trovatore bergamasco sono diventato romanziere Il regista Bettetini parla del suo esordio c Per fare un Trovatore bergamasco sono diventato romanziere MILANO — -L'ho scritto con gioia, dimenticando per una volta la dimensione teorica: Interrotto dalle telefonate che piovono sistematicamente sul suo tavolo di assistente alla direzione della Rai milanese, il regista, semiologo e docente di comunicazioni di massa Gianfranco Bettetini descrive il suo ultimo e insolito parto. Un romanzo, frammento diverso e molto amato che si aggiunge a una folta produzione di sceneggiati, film (come L'ultima mazurka o Lo stregone di città), saggi (da L'occhio in vendita a La conversazione televisiva). Con 11 titolo Deserto sulla terra, è presentato in questi giorni da Bompiani (pag. 160, lire 22.000). Nel titolo ogni melomane avrà già riconosciuto le prime parole cantate da Manrico, sfortunato eroe del Trovatore verdiano. Centro del romanzo è una rivoluzionaria messa in scena dell'opera di Giuseppe Verdi. A realizzarla è un burocrate piccolo piccolo dell'assessorato alla Cultura della Regione Lombardia, Luigi Armati, che nelle ore lunghe e vuote del grande organismo ha scavato una nicchia dove coltivare la sua unica, delirante, vocazione: vendicare Manrico, la zingara Azucena, il Conte di Luna, indegnamente serviti da tutti i precedenti registi, Zefflrelli In testa. Contro l'ostilità della Regione, ingannandola quando è necessario, lo scatenato ayatollah della lirica Armati coronerà il suo sogno. Spedito per punizione (stava rovinando i rapporti tra Scala e Regione) in un paesotto uel Bergamasco, il non meglio identificato Z., convincerà popolazione locale, parroci e consiglieri comunali a rinunciare al tradizionale e folcloristico carnevale per sostituirlo con 11 suo Trovatore. Lo spettacolo risulterà così insolitamente bello, nella sua Inedita prospettiva scenica, da essere immediatamente concupito dalla Regione, che vorrebbe affidare la regia all'odiato Zéffirelli. Nel suo esilio a Z., lugubre centro oscurato dalle Orobie, Armati conoscerà la consacrazione a maestro della regia lirica; vincerà il duello sentimentale con il consigliere missino Acerboni per la conquista della graziosa Marta. n Trovatore nelle valli lombarde è la storia di un sogno realizzato; l'appassionata analisi del semiologo-regista sui rapporti tra magia scenica e realtà vi è perfettamente di casa. Con ironia, leggerezza e non poca malizia. — Professor Bettetini, cosa l'ha poi campo nuovo del romanzo? «Di base c'era questa idea di una ' scena innovativa dell'opera di Verdi, getto a cui ho sempre creduto indip mente dal romanzo. All'inizio pensavo un film, come altre volte, ma mi sono de mare perché il Trovatore di Armali di tare di una bellezza straordinaria e imi mente riconoscibile. Deve convincer uno spettatore cinematografico. Cosa ; le. E cosi è nata l'idea del romanzo-. — Perché il Trovatore? -Prima di tutto perché Verdi: Verdi niale in questa storia per il ruolo poi ebbe in Italia nel secolo scorso. Per Ani gura del compositore diventa un simbe deologia locale contrapposta all'inge parte del potere lontano; nel caso del questo è rappresentato ovviamente dal ne. "Al Trovatore sono arrivato perchi piacermi molto, ha un libretto scadent fronto alla musica. Poi è un'opera carii veramente popolari, come "Di quella p Un'antica stampa del «Ti

Persone citate: Acerboni, Bettetini, Gianfranco Bettetini, Giuseppe Verdi, Luigi Armati, Professor Bettetini, Scala, Verdi

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Milano