II massacrante rally delle nevi
II massacrante rally delle nevi Si svolge la quarta edizione di «Raid Blanc», che si chiude domani II massacrante rally delle nevi La gara a squadre di sci-alpinismo, ideata da Thierry Sabine (creatore della Parigi-Dakar), tocca Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa e Cervino - Una media giornaliera di 7300 metri di dislivello - Buona prova della squadra di Campiglio - Pecche nell'organizzazione DAL NOSTRO INVIATO GRESSONEY — Monte Bianco, Gran Paradiso, Monte Rosa, Cervino: i monti più alti d'Italia, i cui nomi richiamano alla mente grandi imprese alpinistiche e incomparabili scenari. Ma per una volta i protagonisti delle prime non trovano il tempo per godere dei secondi: i 175 partecipanti alla quarta edizione del «Raid Blanc», la gara a squadre di sci alpinismo ideata da Thierry Sabine (il creatore della Parigi-Dakar) e patrocinata io Italia dalla rivista «Sci», non hanno il tempo, per guardarsi attorno. 'Tanto non avremmo visto niente — spiegano —. Sabato è stato il primo giorno di sole dopo una settimana di nebbia e bufera'. Giusto quel che serve per rendere massacrante una fatica già improba, n «Raid Blanc» nasce sul modello dei rally automobilistici. Ci sono trasferimenti — in pullman e sugli impianti di risalita — che non vengono conteggiati e «prove speciali»: in base ai risultati ottenuti in queste ultime (supergiganti, lunghissime discese controllate solo da poche porte direzionali e faticosi tratti in salita con le pelli di foca), viene stilata la classifica. Il tutto per una media di 7300 metri al giorno di dislivello. «Per affrontare gare come questa è indispensabile una metodica preparazione fisica — spiega il dottor Alberto Bonvecchio, del Centro di medicina dello sport di Pavia, presente alla manifestazione al seguito della squadra di Viola St-Gréé —.E'necessario avere quello che in gergo si chiama fondo, la capacità, cioè, di resistere per molti giorni di fila ad un costante accumulo di fatica. Reso ancora più pesante dalla quota e dagli sbalzi quotidiani. Le discese, poi, richiedono un grosso sforzo anaerobico, visto che l'ossigeno che si immagazzina con la respirazione non basta per compensare quello che i muscoli bruciano». Un significativo scorcio di gara. Salita con pelli di foca da Pont Savaranche al Rifugio Vittorio Emanuele (2750 metri di quota, giusto ai piedi del Gran Paradiso) per un dislivello di 830 metri. Pernottamento in rifugio e, al mattino, salita (sempre con le pelli) fino a quota 3700 da dove si ridiscende a Pont Savaranche. n tutto sempre in neve fresca di vario tipo, in ripidi canaloni, creste ventate e fitti boschi. Trasferimento in pullman a Pila e altra discesa... quasi libera. Ancora pullman fino a Cervinia, salita in funivia fino al Furggen (ancora oltre i 3000) e nuova vertiginosa picchiata in neve fresca fino a fondo-valle. I tempi sono da fantascienza. «Circa la metà di un turista normale, in salita — spiega Egidio Bonapace, leader della squadra di Madonna di Campiglio che, proprio per gli incredibili ritmi che sa tenere in salita è stata soprannominata "la squadra dei cammelli" —. Ma anche in discesa ce la caviamo. Salendo, tirano Leonardi e Dedantonio che sono campioni italiani di sci alpinismo; scendendo, sia davanti Cozio che è stalo azzurro di discesa libera. E bisogna essere sciatori completi. Ci siamo allenati duramente, pero. Il Raid Blanc non è più una gita per turisti». E se ne stanno accorgendo tutti. Cronometraggi «a braccio», programmi non rispettati, organizzazione improvvisata non possono essere accettati in una manifestazione che ha assunto tanto interesse. Proprio i ragazzi di Campiglio, che rischiano di essere derubati della vittoria (la gara si conclude domani) in nome del ben noto sciovinismo francese, stanno facendone le spese più di tutti (transalpina è la manifestazione, transalpini sono stati finora tutti i vincitori ). Giorgio Destefanis Gressoney. L'arrivo di una delle squadre impegnate nella dura gara del «Raid Blanc»
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