Cengio, tensione e pugni tra liguri e piemontesi dopo la Messa al campo per i «morti dell'Acna»

Cengio, tensione e pugni tra liguri e piemontesi dopo In Messa al campo per i «morti dell'Acna» Cengio, tensione e pugni tra liguri e piemontesi dopo In Messa al campo per i «morti dell'Acna» Le due fazioni attendono che il ministro Ruffolo venga a verificare la situazione - Il pei chiede la chiusura cautelativa dello stabilimento accusato di inquinamento e i sindacalisti Cgil minacciano di dimettersi dal partito comunista CENGIO —Questo non è un presidio ina un pellegrinaggio di gente che si trova su due fronti opposti. E' la cattiva organizzazione della società che ci porta ad essere su posizioni contrapposte. La Messa però può essere un momento di unione perché tutti noi vogliamo vivere in armonia in un mondo senza inquinamenti-. Cosi don Pierpaolo Riccabone, parroco di S. Giorgio Scarampi ( Asti), il cui motto è -predico contro l'Acna e non me ne pento- ha esordito prima di celebrare la Messa sull'argine del fiume Bormida presidiato da mercoledì notte dagli ambientalisti della «Associazione per la rinascita della Val Bormida» che lottano per la chiusura dell'Acna. L'ennesima protesta si era iniziata dopo che gli ambientalisti avevano denunciato una nuova fuoriuscita di veleni dall'Acna. La società invece aveva smentito e aveva parlato di sabotaggio. Una delle pompe che riportano i liquami ai bacini di stoccaggio sarebbe stata secondo l'Acna rimossa. La Messa doveva essere celebrata in suffragio delle vittime dell'Acna e a seguirla ci sarebbero dovuti essere stati solo i piemontesi. Ma la gente di Cengio. sebbene il sindaco Sergio Gamba ieri mattina avesse invitato la popolazione a non accettare alcun tipo di provocazione, ha voluto assistere al rito. Così sotto lo scarico del depuratore, dove in questi giorni sono in corso i lavori, si sono trovati contrapposti circa 250 piemontesi e oltre 50 liguri. Quando il sacerdote ha detto: -Scambiamoci il se¬ gno della pace- le due fazioni si sono ignorate. Un imponente schieramento di polizia e carabinieri ha fatto sì che i due gruppi non venissero mai a contatto. La tensione è sempre stata alta. Don Pierpaolo ha paragonato la zona all'Amazzonia. Ha detto: -Come l'Amazzonia è il polmone del mondo, cosi la nostra valle è il polmone di Liguria e Piemonte. Dobbiamo unire gli sforzi per far cessare ogni forma di inquinamento-. Dopo la fun¬ zione la gente si è ritirata. L'unico incidente si è verificato quando Flavio Strocchio, responsabile per la Liguria degli «Amici della Terra» è stato riconosciuto da un gruppo di operai dell'Acna e preso a pugni. E' stato tratto in salvo dai carabinieri. Mentre alcuni ambientalisti non si muoveranno dal greto del Bormida fino a che non verrà Ruffolo, ieri mattina anche gli abitanti, al termine di un'assemblea di 200 persone hanno chiesto che il ministro venga a Cengio e vogliono l'intervento dell'esercito per difendere la fabbrica. Intanto il sindacato ligure continua a sostenere che il risanamento dell'Acna è possibile solo con gli impianti in funzione. Ha detto Giampiero Meinero, ex dipendente dello stabilimento e rappresentante della Cgil: 'Le colpe più gravi sono del governo che non sta seguendo come dovrebbe le fasi del risanamento dell'Acna. C'è un piano che deve essere rispettato, lo stabilimento si è impegnato a rispettare i programmi. La chiusura della fabbrica a questo punto sarebbe assurda». La senatrice Carla Nespolo, con il consigliere regionale Mario Bruciamacchie e il responsabile ai Problemi Ambientali del pei di Alessandria Rocco Muliere che sabato si sono recati a constatare direttamente a Cengio la situazione, hanno dichiarato: "Esiste un grave fatto di inquinamento causato dall'Acna. Sul posto abbiamo verificato che, per un fronte di oltre 50 metri, fuoriescono liquami marrone-rossastro. schiumosi e molto puzzolenti. Ciò avviene da giorni ormai, come hanno confermato i cittadini che, sostando sul greto de' fiume, controllano l'emissione di questi liquami inquinanti dal percolato della fabbrica e da una pozza che l'azienda cerca inutilmente di svuotare. Abbiamo constatato che la situazione è drammatica. Per questo riteniamo che il Governo e la Regione debbano intervenire immediatamente, per la chiusura della fabbrica. Ogni rinvio di questa decisione è assolutamente inaccettabile. Basta con una fabbrica che uccide un fiume e avvelena una valle». Già il responsabile nazionale per l'Ambiente del pei Fabio Mussi aveva chiesto senza mezzi termini la chiusura cautelativa dello stabilimento. A questo proposito il segretario regionale dei chimici della Cgil Bruno Spagnoletti ha annunciato che si dimetterà dal pei. Ha commentato: "Io a questi giochi veramente non ci sto-. Molti comunisti della Val Bormida minacciano di non rinnovare la tessera del partito. g.p.c. Cengio. Don Riccabone celebra la cerimonia religiosa sul greto del torrente Bormida