«Vaticano autoritario» J'accuse dei teologi di Marco Tosatti

«Vaticano autoritario» J'accuse dei teologi Il centralismo di Roma sotto il tiro dell'Europa «Vaticano autoritario» J'accuse dei teologi La «valanga» dopo le dichiarazioni tedesche • In Italia nessun clamore CITTA' DEL VATICANO — L'Europa dei teologi è in subbuglio. La grande accusata è Roma e il centralismo vaticano. La dichiarazione di Colonia di 163 teologi di lingua tedesca è diventata una specie di valanga, che, con lo scorrere delle settimane, ha coinvolto altri studiosi, teologi, vescovi e fedeli, mentre il fuoco della protesta — o meglio, della richiesta di un dialogo meno segnato da autoritarismo con il centro della Chiesa—è stato alimentato da altri episodi, fra cui l'estromissione del gesuita Paul Valadier dalla direzione della rivista «Etudes», e dal rifiuto del Papa di ricevere in udienza il vescovo francese Monsignor Gaillot. Unica isola di silenzio, o quasi, in questo mare di perplessità e di irrequietezza è l'Italia, che sembra scontare ancora una volta gli storici legami con la gerarchia e con la curia. Persino la cattolicissima Spagna si è mossa. Sessantadue teologi hanno sottoscritto nei giorni scorsi un documento di appoggio ai colleghi di Colonia, accusando il Vaticano di praticare «una politica unilateralmente conservatrice nella nomina dei vescovi», e denunciando l'esistenza di 'Strumenti disciplinari di censura, di privazione del diritto di insegnare, di proibizione dell'attività teologica», n Vaticano mette in atto operazioni 'emarginanti, discriminanti e autoritarie», secondo gli spagnoli, e il clima di timore, 'sospetti e si¬ mulazione, contrario ai valori cristiani fondamentali», porta i teologi a mettere in atto 'l'esercizio dell'autocensura». Centosessanta teologi francesi si erano già schierati al fianco dei tedeschi, chiedendo in una lettera dai toni moderati al cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, di occuparsi delle questioni -gravi* sollevate dalla dichiarazione. Quasi nello stesso tempo 51 professori dell'Università cattolica di Lovanio, in Belgio, esprimevano solidarietà ai firmatari di Colonia: «Si coglie un crescente centralismo che lede gravemente le chiese locali e le diversità teologiche». n sasso è divenuto valanga in Francia, quando un mese fa, con un annuncio a pagamento su "Le Monde», è cominciata la raccolta delle firme per un 'Appello al dialogo». Sino ad oggi ne sono state raccolte 5 mila su iniziativa della rivista *Temoignage Chrétien». Nel suo manifesto chiedeva ai vescovi, e a Roma, di 'accettare il dibattito fra le diverse sensibilità della Chiesa». Jean Delumeau, Noel Choux e George Montaron, direttore di 'Temoignage Chrétien»; 'Non possiamo più tacere». 'Non ci riconosciamo più negli atteggiamenti pavidi dei più alti responsabili dell'episcopato e del Vaticano: Sorpresi del silenzi e delle censure -che servono a eludere il legittimo dibattito dei cristiani», lamentano che «le interdizioni morali, l'autoritarismo e il clericalismo, le pressioni del Vaticano sulle nomine episcopali» offrano della Chiesa 'Un'immagine mutilata». 'Il mare cominciava a ingrossare», scrive il libro di Giona, e proprio 'Jonas» si è voluto chiamare un gruppo di preti francesi (circa 250) che vorrebbe una Chiesa ispirata al Concilio Vaticano n, 'evangelica e aperta alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce del nostro tempo». Su questa strada sono nati ostacoli, 'bisogna constatare che si torna indietro». Molti cristiani hanno smobilitato per il «peso accresciuto del centralismo romano-. Marco Tosatti

Persone citate: Gaillot, George Montaron, Giona, Jean Delumeau, Lovanio, Noel Choux, Paul Valadier, Ratzinger