Storie di guerra e femminismo

Storie di guerra e femminismo NEI PRIMI ROMANZI DI DUE SCRITTRICI TORINESI Storie di guerra e femminismo Un viaggio attraverso il tempo, in una recherche femminile di ricordi e d'identità. Due generazioni di donne: una passata attraverso la drammatica esperienza della seconda guerra mondiale e della Resistenza, l'altra segnata dagli sconvolgimenti interiori portati da un femminismo vissuto in profondità. Due linguaggi diversi: uno. nitido, incalzante, quasi cinematografico, filtrato dalla catarsi; l'altro, onirico, destrutturato, insofferente delle leggi rigide della grammatica e della sintassi, attraversato dalla passione e dal corpo femminile nel suo disperato bisogno di dirsi. Due autrici torinesi approdate ai loro primi coinvolgenti romanzi: Colore di pioggia, di Eva Franchi (Todariana Editrice. Milano) e Io, la strada e la luce di luna di Agnese Soranis (Edizioni del Leone, Venezia). Eva Franchi ha svolto una lunga attività teatrale come insegnante di recitazione, attrice e regista e ha scritto molti radiodrammi realizzati dalla Rai. Il lavoro l'ha portata a vivere a Roma, ma è rimasta legatissima alle sue radici piemontesi. Colore di pioggia è un romanzo della memoria con forti componenti autobiografiche, ma è anche un'opera narrativa con una efficace elaborazione fantastica che ruota attorno a un grande e tormentato amore, offrendo cosi due diversi piani di lettura. Scenario prin¬ cipale è una cittadina vera, a pochi chilometri da Torino, ribattezzata «per rispetto ai vivi e ai morti» Colle San Martino. -Dopo decenni d'incubazione, racconta Eva Franchi, sono approdata al romanzo che inseguivo fin dalla prima giovinezza, ma avevo bisogno di trovare in me la serenità necessaria per ricordare col giusto distacco sofferenze e gioie: Le vicende «di guerra- della protagonista di Colore di Pioggia sono rigorosamente vere: -Sono le mie esperienze di allora, fatti realmente accaduti-, dice Eva Franchi Ci sono le affannose, eppure allegre, pedalate in bicicletta alla ricerca di pane, le esaltazioni e le delusioni dell'autrice allora ragazzina. Come sono veri alcuni episodi carichi di pathos, raccontati con gli occhi e la sensibilità dell'adolescente che li ha vissuti senza sbandierare facili eroismi, i partigiani raccolti su un prato assieme ad alcune compagne, un atto di coraggio e di pietà feniminili, capace di sfidare i fucili puntati dei tedeschi, n giovanissimo fratello scappato di casa e finito in prigione, portato in salvo con l'anomalo aiuto di un fascista non cercato, ma anche la tragica esecuzione in piazza di due uomini accusati di collaborazionismo che mette in crisi la coscienza della giovane Eva e che sarà rivissuta attraverso i tormenti della protagonista Edvina. •E sono autentici gli incontri con Augusto Monti, solido scrittore piemontese, guida di Cesare Pavese, e con Massimo Mila-. Come è incredibilmente autentica la ricostruzione della cittadina di provincia con le sue tradizioni e vitalità, con uno -spaccato» di -tipi umani - legati, spesso soffocati, da regole e conformismi sociali. Il romanzo lirico di Agnese Soranis — fisica, lavora in un laboratorio torinese di ricerca, con una passione, da sempre, per la scrittura — appare la risposta soggettiva a un interrogativo che nasce dalla consapevolezza di non voler vivere in esilio dal proprio Io: può una donna esistere senza essere -alla mercè degli altri... alla mercè dell'amore degli altri?'. Scrive la neo-romanziera: 'La tua vita è già fatta prima che tu la cominci è tutta dentro il vocabolario e uno a forza di sentire quelle parole non sta più attento a quello che ha dentro e diventa come cieco e sordo-. n «silenzio» diventa insopportabile, e nasce un disperato bisogno di narrare quello che è rimasto stratificato per lunghi anni nell'inconscio. «La scrittura mi pernuitte di esprimere in modo più completo quella che io sono veramente, nella mia complessità. Io ho un grosso interesse per la scienza, ma è solo una parte di 11U3-. Agnese Soranis rifiuta però la definizione di romanzo au¬ tobiografico: 'Certo, ci sono i miei pensieri, il mio percorso spirituale, e anche il mio incontro col femminismo che ha deteminato una svolta totale della mia vita, ma il romanzo resta un'invenzione letteraria-. Ma è indubbio che Io. la strada e la luce di luna è un romanzo femminista in cui si possono ritrovare, in un linguaggio molto onirico e coinvolgente, pensieri e riflessioni patrimonio di una generazione di donne passata attraverso una tormentata ricerca d'identità fuori da schemi e modelli. •Mi sono accorta presto, scrive Agnese Soranis. che per me non c'erano luoghi ovunque non c'erano luoghi per una donna che diceva solo no no no ormai non potevo che dire no a tutto perché in ogni cosa c'era un pericolo perché ormai scoprivo in ogni luogo un inganno perché in ogni luogo io mi scoprivo inesistente che non ero che l'ombra deiloro desideri o dei loro bisogni mentre io volevo essere io...'. Pagine cariche di tormento, ma anche poetiche, spesso impietose, come quelle nei confronti degli uomini, del loro modo di vivere le donne e l'amore. Il viaggio di Alice, la protagonista del romanzo di Soranis, è senza ritorno: -Devo cercarmi prima io devo cercarmi in qualche parte del mondo devo rinascere...-. E compagno di viaggio è solo la Luna, simbolo femminile. Stefanella Campana

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Venezia