La Malfa, Altissimo e la fusione a freddo di Daniela Daniele

Un milione di donatori di sangue aspetta una legge da dieci anni Manca la regolamentazione dei centri trasfusionali Un milione di donatori di sangue aspetta una legge da dieci anni DAL NOSTRO INVIATO GIULIANOVA ' (TERAMO) — Sono ottoiniia, in Italia, i politrasfusi cronici, n 39 per cento di questi malati è diventato sieropositivo al virus dell'Aids in un periodo dì tempo che va dal 1981 al 1984, quando gli emoderivatl importati dall'estero non erano ancora sottoposti a controlli. Lo ha riferito il presidente della Fidas (Federazione donatori di sangue), Dario Cravero, al 28° congresso nazionale che quest'anno si tiene in Abruzzo. «Nei paesi dove il piano sangue è operante da anni, come per esempio la Svezia — ha continuato Cravero —, la sieroposìtività si è attestata su percentuali del 3-6 per cento». Ma in Italia una legge sulla regolamentazione dei centri trasfusionali è attesa da circa un milione di donatori ben da dieci anni. Un primo progetto, passato alla Camera con l'approvazione di tutti i partiti, è poi rimasto in ghiacciaia per un anno intero al Senato. Nel frattempo un gruppo di senatori (Azzaretti ed altri) ha presentato un nuovo disegno di legge. Dall'assemblaggio dei due piani è nata, proprio in questi ultimi giorni, una terza proposta. Sarà la volta buona? Di certo il donatore di sangue vuole essere protagonista nel Servizio sanitario nazionale, lo dimostra la presenza all'assemblea di oltre duecento delegati provenienti da ogni parte d'Italia, ben decisi a far valere un servizio indispensabile all'assistenza sanitaria e totalmente basato su un atto volontario di coscienza civile. Per questo motivo le associazioni hanno chiesto un incontro urgente con le commissioni Sanità del Senato e Affari Sociali della Camera, «per dissolvere ogni ombra di dubbio e insistere sull'approvazione sollecita della legge». Un punto sembra fondamentale: la legge deve favorire la produzione di emoderivati in Italia. In questo modo si eviterebbero i rischi derivanti dall'acquisto di prodot¬ ti all'estero (con l'Aids in agguato) e, naturalmente, una spesa di circa 200 miliardi all'anno, prezzo pagato alle multinazionali per poter disporre di quanto necessita agli utenti italiani. I dubbi, comunque, rimangono, n vecchio testo, ad esempio, prevedeva la creazione di un centro trasfusionale ogni 400 mila abitanti, mentre quello fresco di stampa porta a 150 mila gli abitanti necessari per giustificare la creazione di una struttura per la plasmaferesi produttiva. «Ci auguriamo — ha commentato il professor Cravero — che non sia un altro pretesto per creare nuove cattedrali nel deserto. Il Servizio sanitario non ne ha di certo bisogno». Presente in sala, tra gli altri, il senatore Glauco Torlontano, primario del Centro di ematologia dell'ospedale di Pescara e capogruppo comunista nella commissione Sanità. Dal suo Intervento è risultato evidente che il progetto di aumentare i centri trasfusionali, che lo vede contrario, risponde più ad esigenze di clientele ed «appettiti di potere» che alla necessità di creare servizi efficienti sul territorio nazionale. A lui i donatori hanno chiesto quanto tempo dovrà ancora passare prima che la nuova legge veda la luce. Dopo dieci anni, all'improvviso, c'è adesso una gran fretta e 10 spartiacque è rappresentato dal 18 giugno prossimo, con l'appuntamento delle elezioni europee, n timore è che, dopo quella data, ci si ritrovi con un tutto da rifare, n professor Torlontano si è però dichiarato ottimista al riguardo: il Senato licenzierà 11 progetto di legge entro maggio e, con un atto di buona volontà da parte della Camera, l'approvazione definitiva dovrebbe poi essere questione di giorni. Oggi i lavori proseguiranno con una tavola rotonda scientifica su Piastrinoferesi e leucoaferesi produttive. Daniela Daniele

Persone citate: Azzaretti, Cravero, Dario Cravero, Glauco Torlontano, Torlontano

Luoghi citati: Abruzzo, Giulianova, Italia, Svezia, Teramo