Sui ticket richiamo di Forlani «ll governo va, se tutti tirano» di Emilio Pucci

Sui ticket richiamo di Forlani «Il governo va, se tutti tirano» Entro giovedì si deve trovare una soluzione, ma si rischia un rinvio Sui ticket richiamo di Forlani «Il governo va, se tutti tirano» «Ricordiamoci che sono esentati circa 10 milioni di italiani» - Altissimo: troppa instabilità ROMA — n toto-ticket andrà avanti fino a giovedì, quando il governo tornerà a riunirsi per il varo delle modifiche ai contestatissimi contributi sanitari. C'è bufera nella maggioranza e De Mita dovrà decidere anche sotto la minaccia dello sciopero generale proclamato dai sindacati per il 10 maggio. Non saranno scelte facili, perché sulla materia c'è un totale disaccordo, alimentato dalle tensioni politiche in vista delle europee. Ufficialmente il rinvio a giovedì (il varo del nuovo decreto era atteso per venerdì scorso) è motivato con il fatto che Palazzo Chigi preferisce attendere i risultati della riunione di dopodomani della commissione Affari sociali della Camera, incaricata di raccogliere gli emendamenti ai ticket su ricoveri e analisi avanzati da tutte le forze politiche. Ma in pratica si tratta dell'ultimo disperato tentativo di trovare la necessaria compattezza per affrontare l'esame del Parlamento. Speranze assai tenui, dal momento che lo stesso ministro Donat-Cattin, sia pure tra contorte smentite, sconfessa i ticket. Ci sarebbero tutte le premesse per una crisi di governo, ma la scadenza elettorale così ravvicinata impedisce uno sbocco immediato. Così, fino al 18 giugno, si andrà avanti tra polemiche e scontri senza arrivare ad una definitiva resa dei conti. A segnalare il crescente scollamento della maggioranza è lo stesso segretario de, Arnaldo Forlani: 'Nelle proteste diffuse — ha detto — si dovrebbero sempre distinguere gli elementi oggettivi e giusti di critica rispetto agli artifici e alle manovre organizzate. La campagna più aspra contro i provvedimenti del governo ha per oggetto i ticket sanitari, ma da questo aggravio vengono esentati circa dieci milioni di italiani ed è dunque evidente la preoccupazione di tutelare la fascia più disagiata della popolazione. E' vano predicare per anni la necessità di frenare gli sprechi, se poi ai primi provvedimenti e alle prime reazioni si batte in ritirata. La verità più in generale è che il governo funziona se le sue componenti tirano nella stessa direzione e sono tutte interessate a farlo funzionare». Anche nelle parole del segretario liberale, Renato Altissimo, c'è molta rassegnazione: «fi sistema politico italiano vive orami da troppo tempo in un clima di instabilità e di conflittualità permanente, che, nella migliore delle ipotesi, sfocia in tregue armate, sulla cui durata nessuno è in grado di scommettere. Le recenti vi¬ cende dei ticket sanitari dimostrano come ormai ogni decisione, anche se di rilevanza modesta, possa diventare motivo di scontro tra i partiti maggiori e costringere a rinvìi e logoranti patteggiamenti». Secondo il segretario liberale 'parlare di difficoltà del sistema non assolve dalle responsabilità chi, avendo avuto un vasto consenso dagli elettori, non è in grado di privilegiare gli interessi generali rispetto rispetto ai calcoli sulla convenienza della propria parte». Altissimo aggiunge che un contributo 'alla modernizzazione viene dai laici con l'accordo di grande respiro tra pri e pli», e parla di gioco istituzionale 'Ormai truccato». Di paralisi politica parla pure il segretario repubblicano, Giorgio La Malfa, mentre i socialisti accusano la de di fare solo confusione. Tutti questi scambi di velenose accuse rendono problematica qualsiasi modifica. Non è da escludere perciò un ulteriore rinvio, magari con la scusa di un confronto con i sindacati per scongiurare lo sciopero generale. Comunque, il decreto-bis dovrà attenuare le misure sulla sanità. Ma c'è il problema di coprire il «buco» in bilancio che provocherà la riduzione dei ticket. Si dovranno trovare entrate sostitutive per oltre 500 miliardi. In piedi ci sarebbe l'ipotesi di una maggiorazione dì imposte minori indirette o di un ritocco fiscale al prezzo della benzina. Tutte misure impopolari, che i partiti non vedono di buon occhio in vista della competizione elettorale. La bozza di accordo portata all'ultimo Consiglio dei ministri (che poi ha rinviato qualsiasi decisione) prevedeva, come principale proposta di modifica, il ticket ospedaliero limitato solo ai primi 10 giorni di degenza per un limite massimo di 20 giorni nel corso di un anno. Incerta l'esenzione dai ticket per le famiglie con un solo reddito in¬ feriore ai 30 milioni e più di tre figli. L'allargamento delle esezioni dovrebbe limitarsi ai pensionati con reddito lordo fino a 16 milioni annui (22 se con coniuge a carico). Per le ricette mediche, la quota fissa dovrebbe salire da 2 a 3 mila lire, ma il tetto di contributo per ciascuna ricetta scenderebbe a 20 mila lire. Per le analisi, il ticket sarebbe del 30 per cento con un tetto di 30 mila lire per diversi esami di un solo ramo specialistico. Resta ora da vedere quante di queste proposte passeranno giovedì. Emilio Pucci

Persone citate: Arnaldo Forlani, De Mita, Donat-cattin, Forlani, Giorgio La Malfa, Renato Altissimo

Luoghi citati: Roma