Uruguay, referendum tranquillo

Uruguay, referendum tranquillo Uruguay, referendum tranquillo S'è votato per «perdonare» o no i militari incorsi in violazioni dei diritti umani nella passata dittatura » Stamane i primi risultati MONTEVIOEO — Gli uruguayani si sono recati ieri alle urne per decidere — in un referendum definito -storico» — se avallare o abrogare una controversa legge che concede l'indulto ai militari incorsi in gravi viola/ioni dei diritti umani durante la passata dittatura. I primi risultati sono previsti all'alba di oggi. La legge, approvata dal Parlamento due anni fa. in circostanze quasi d'emergenza, venne subito impugnata dai gruppi di difesa dei diritti umani e dai familiari delle vittime della repressione, con l'appoggio di tutto lo schieramento politico di sinistra che. sfidando governo e Parlamento e aprendo un fronte dialettico su uno degli aspetti più controversi della transizione democratica, invocarono il ricorso al sistema di democrazia diretta e riuscirono a raccogliere le 000.000 firme richieste dalla Costituzione per indire il referendum che ieri ha impegnato circa 2 300.000 elettori. Lunghe code di votanti davanti ai seggi elettorali sono stale osservate In dalle prime ore del mai tino di ieri. Il governo ha mobilitato in tutto il Paese 20.000 agenti di polizia per prevenire eventuali incidenti, mentre 28.000 soldati sono consegnati nelle caserma Gli spettacoli pubblici stati sospesi per agevolare il voto. Nella sola Montevideo tremila agenti sono stati incaricati della custodia delle urne, mentre ad altri settemila e stato affidato il compito di assicurare l'ordine pubblico. Non si ha notizia finora di incidenti di rilievo. Durante tutta la giornata gli elettori sono affluiti nei 7071 seggi sparsi in tutto il territorio della Repubblica, con l'assistenza di 30.000 dipendenti pubblici e sotto la supervisione dei diversi partiti. Al posto del tradizionale -si» e -no" dei referendum, questa volta gli elettori dovevano depositare nelle urne una scheda color verde per 1' abrogazione della legge, o gialla per la ratifica. 11 voto e obbliuatorio e gli osservatori ritengono che le astensioni possano superare il 12 per cento, tenuto conto delle migliaia di uruguayam che si sono trasferiti all'estero. Il presidente della Repubblica. Julio Maria Sanguinetti — uno dei più attivi promotori della pacificazione interna — che, già all'indomani del suo arrivo a! potere nel 1985, dopo 12 anni di dittatura, aveva liberato tutu i prigionieri politici, ha detto di confidare nella vittoria del voto giallo, ossia nella ratifica. I promotori di questo referendum sono convinti che il Parlameli! o approvò la legge, denominata ufficialmente -caducità dell'azione penale dello Stato- contro i repressori, nel timore di atti d'insubordinazione collettiva da parte dei militari imputati o. addirittura, di un nuovo colpo di mano delle forze armati1 che. anche qui come altrove, considerano la -guerra sporca- un'azione eroica. In altre parole, il voto del Parlamento favorevole all' amnistia -sarebbe stalo estorto con il ricatto-, a giudizio dei -verdi-. Ma mentre in altre nazioni che hanno vissuto lo stesso dramma il conflitto tra la società civile e i militari continua a dare preoccupazioni ai singoli governi, condizionandone lo sviluppo democratico, a causa appunto di una mancata chiarificazione definitiva, basata su decisioni morali oltre che politiche. 1' Uruguay ha affidalo alle urne la sorte di quei militari repressori che non hanno reso conto alla società delle loro azioni. II referendum di ieri, indipendentemente dal risultato — come e stato rilevato — sarà comunque un banco di prova non solo per l'Uruguay ma per tutte le altre nazioni che hanno vissuto esperienze analoghe. i 1 iii Maria Sanguinctti

Persone citate: Julio Maria Sanguinetti

Luoghi citati: Montevideo, Uruguay