Caso Cirillo, parte il processo politico di Ruggero Conteduca

Caso Cirillo, parte il processo politico A otto anni dal rapimento ora indaga la Commissione parlamentare Caso Cirillo, parte il processo politico ROMA — A otto anni esatti dal rapimento dell'assessore napoletano Ciro Cirillo da parte delle brigate rosse, con un procedimento giudiziario ancora alle prime battute dopo una difficile istruttoria le cui conclusioni sono state al centro di violentissime polemiche, sul rilascio dell'ostaggio e sulle trattative per la sua liberazione, si apre un altro processo parallelo. Questo secondo «processo» è affidato alla commissione parlamentare chiamata ad indagare sulle stragi che dovrà accertare se nel corso delle trattative vi furono -comportamenti non conformi di organi dello Stato e di altri soggetti istituzionali e politicied esaminare la vicenda nel ■ quadro dei rapporti tra criminalità comune e terrorismo-. Dopo la presentazione e la discussione di tre diverse relazioni — del comunista Francesco Macis, del socialista Giuseppe Visca e del democristiano Silvio Coco — l'ufficio di presidenza della commissione allargato ai capigruppo deciderà dopodomani quali persone sentire per dare cosi inizio all'-istruttoria» vera e propria. Si tratta di un passaggio molto delicato per il quale non è difficile pronosticare una dura battaglia. I comunisti, infatti, non rinunceranno a chiedere le audizioni del vicesegretario della de, Enzo Scotti, e del ministro dell'Interno. Antonio Gava, entrambi indiziati (anche nella sentenza di rinvio a giudizio) di aver influito nelle trattative con la camorra e le Br. Ma c'è anche chi si augura che i due notabili de chiedano spontaneamente prima di mercoledì al presidente Gualtieri di essere ascoltati per chiarire una volta per tutte se e quale ruolo ebbero nelle trattative che portarono alla liberazione di Cirillo in cambio di tre miliardi. Nel frattempo, il senatore Macis conferma che solleciterà le audizioni di tutte quelle persone, politici nazionali o regionali o possibili testimoni che all'epoca detenevano incarichi istituzionali, i quali in qualche modo parteciparono o furono a conoscenza dei fatti o si adoperarono per il successo dell'operazione Cirillo. Il presidente Gualtieri ha preannunciato invece che probabilmente i primi ad es¬ sere ascoltati saranno i ministri dell'Interno e della Giustizia dell'epoca che presero parte, il giorno dopo il sequestro dell'assessore napoletano, al comitato nazionale pei l'ordine e la sicurezza pubblica. Nell'aprile 1980 al Viminale c'era Virginio Rognoni e alla giustizia Adolfo Sarti (entrambi dei 1 quali, assieme agli altri componenti il comitato, decisero di affidare ai servizi segreti il compito di entrare in azione per scoprire la prigione di Cirillo ed even¬ tualmente liberarlo. Uno dei gialli ancora irrisolti di tutta la vicenda, sul quale lo stesso giudice istruttore espone nella sentenza di rinvio a giudizio forti perplessità, riguarda infatti proprio 1 primi momenti del dopo-sequestro e la decisione di far entrare in gioco i servizi segreti. Non si è ancora riusciti chiaramente a capire, in particolare, per quale motivo al posto del Sisde (il servizio segreto civile) al quale il comitato assegnò il compito di intervenire, si sostituì, dopo appena due settimane, il Sismi (servizio segreto militare) comandato allora dal piduista Giuseppe Santovito. Il primo ordine di contattare Raffaele Cutolo nel carcere di Ascoli venne difatti dato dal capo della polizia Vincenzo Parisi che all'epoca era il numero due del Sisde. Presto però il suo servizio venne completamente tagliato fuori dal generale Musumeci e dagli altri uomini dei servizi deviati di Santovito i quali cominciarono ad entrare ed uscire dal carcere marchigiano cori notevole facilità. Prima delle audizioni di Rognoni e Sarti, la commissione stragi acquisirà agli atti il j verbale della seduta del comitato per la sicurezza del 28 aprile 1981. Proprio per capire perche il Sismi soppianto il Sisde e. soprattutto, per conto di chi agivano il gene- I rale Musumeci. il colonnello Belmonte e lo stesso Francesco Pazienza. Raffaele Cutolo. già interrogato dal presidente della corte d'assise di Napoli dinanzi alla quale in questi giorni si sta celebrando il processo, ha fatto scena muta ma ha promesso che parlerà in seguito. Forse anche per questo motivo il relatore socialista, senatore Visca, insiste affinché la commissione •Si ponga il problema del rapporto fra i suoi lavori e quelli della magistratura-. D'accordo con lui è il de Coco secondo cui nel caso Cirillo non c'è più nulla di-11100100 o inspiegabile-. Macis sostiene che non ci sarà nessuna interferenza con l'autorità giudiziaria che persegue responsabilità personali penalmente rilevanti: -Il compito della commissione è diretto a una valutazione politico-istituzionale del comportamento degli organi letto Stato e di altri soggetti politici-. Ruggero Conteduca

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