II magistrato: non c'è stata leggerezza di Lorenzo Del Boca

II magistrato: non c'è stata leggerezza II magistrato: non c'è stata leggerezza TORINO — Sta montando un altro «caso Serena». Da una parte la gente che — sfruttando il tam-tam della solidarietà — organizza raccolta di firme, prepara petizioni, fa sentire la propria voce nelle sale dei ministeri romani. Dall'altra parte i magistrati: hanno applicato le disposizioni della legge. Il codice dice cosi. Cuore e ragione? Luciano Grasso è il giudice del tribunale dei minori che si è occupato della prima parte dell'indagine: quella che prevede la dichiarazione di «adottabilità». Precisa: -E' stata un'istruttoria lunga come sempre avviene in questi casi. Le verifiche sono state numerose, mirate, coerenti-. Demis e Christian Zanon erano ospiti dell'istituto "Casa del Fanciullo» di Domodossola. Avevano una famiglia •difficile- alle spalle «con una situazione compromessa per quanto riguarda i genitori-. Malattie, disoccupazione, incertezze economiche. I ragazzi sono stati lasciati in un istituto. «Per la legge — precisa il magistrato — quando un bambino viene lasciato in un istituto senza la prospettiva di essere ripreso in tempi ragionevoli, ciò equivale a un abbandono. Insomma: il genitore — per cause contingenti, giustificabili e brevi — potrebbe avere la necessità di lasciare il figlio in un collegio, ma deve avere la possibilità e l'impegno di riprenderlo non appena quelle cause si risolvono. Se questo non avviene vuol dire che il ragazzo non ha più la famiglia, è stato lasciato, è solo e, dunque, è adottabile-. Con la dichiarazione di «adottabilità" è infatti termi¬ nata questa prima parte dell'inchiesta del giudice Luciano Grasso. I genitori biologici di Christian non sono stati giudicati -capaci- di recuperare i figli e il senso della famiglia. •A questo decreto — precisa Grasso — si può opporre ricorso chiedendo una serie di nuove verifiche e, quindi, la revisione del giudizio-. Ma la famiglia del ragazzo aveva altre preoccupazioni che interessarsi delle decisioni dei giudici di Torino. Forse non hanno capito che cosa significavano quei decreti e quelle carte bollate e non hanno avuto nemmeno la percezione di che cosa stava accadendo. Per cui la «adottabilità», da figura giuridica teorica, ha preso la concretezza di una vera e propria possibilità di affidamento a un'altra famiglia. Questa seconda decisione — con l'istruttoria necessaria, le altre verifiche e le udienze — porta la firma del giudice del tribunale dei minori Anna Maria Baldelli. ■La scelta è stata oculata — sottolinea il giudice Luciano Grasso—. Quandononc'e più un bambino piccolo ma un ragazzino già grandicello non ci si possono nascondere le difficolta di un inserimento in un altro nucleo familiare. Quello che è facile per un piccolo in fasce diventa problematico per chi ha un carattere già abbozzato, con dei sentimenti e delle abitudini sue. Per cui si è badato proprio a tutto per evitare un trauma dannoso-. Chi può garantire un clima sereno per un ragazzino che ha già tanto sofferto? -La famiglia candidata ad adottare il ragazzo e stata studiata attentamente ed e stala scelta fra quelle più preparate che c'erano-. Ma il distacco dal fratello non può essere controproducente? -/ rapporti con il fratello possono continuare. Non è detto che debbano essere troncati. Certo, non si scrive — nero su bianco — in un decreto o in una sentenza, ma e possibile. Si lascia questa opportunità nell'ottica di un'evoluzione dei rapporti. A 18 anni ognuno è padrone della propria vita e può frequentare il fratello di sangue anche se. c.nagraficamente. risulta adottato da un'altra famiglia e, quindi, con un cognome diverso-. Lorenzo Del Boca Domodossola. I piccoli Christian e Demis Zanon. Accanto al titolo, padre Michelangelo

Persone citate: Anna Maria Baldelli, Christian Zanon, Demis Zanon, Luciano Grasso

Luoghi citati: Domodossola, Torino