Riaprono le «stanze della Storia »

Riaprono le «stanze della Storia » Il 24 giugno l'inaugurazione della nuova sede del museo torinese di antichità Riaprono le «stanze della Storia » La conferma durante una visita-anteprima dell'Associazione degli amici - La nuova sede in corso Regina Margherita ricavata nelle «orangeries» di Palazzo Reale - 1 restauri di Gabetti e Isola Il Museo torinese di Antichità, chiuso ormai da otto anni con l'eccezione della sua temporanea riapertura dell'85 con la mostra su «La Mesopotamia dei tesori-, riaprirà definitivamente i battenti il prossimo 24 giugno, festa di San Giovanni, nella sua nuova sede di corso Regina ricavata nelle Orangeries di Palazzo Reale. Sabato scorso la conferma ufficiale (saggiamente accompagnata dai debiti scongiuri -perché sino all'ultimo non si sa mai-) durante la visita in anteprima riservata all'associazione -Amici del Museo di Antichità», varata dal Lions Club Torino-Superga e dal suo presidente Giorgio Psacharopulo in base ad un programma culturale radicato nel mondo dell'archeologia piemontese, con il Museo di corso Regina quale perno di riferimento. Alla segretaria dell'associazione Maria Luisa Tibone ed alla dottoressa Giulia Molli Boffa in rappresentanza della Soprintendenza il compito di guidare questa esplorazione carica di fascino, festeggiata dal sole attraverso le vetrate aperte sul verde dei bastioni. E' straordinariamente accogliente, l'attuale Museo di Antichità. E lo diventerà ancor più una volta terminata l'ultima parte del progetto affidato agli architetti Gabetti e Isola, che han previsto di -stratificare- tramite apposite passerelle la seconda ala tuttora in costruzione scavando una serie di spazi sotterranei calamitati dall'anfiteatro romano di via XX Settembre. la visita e armoniosa l'esposizione. A partire dai ritratti statuari ellenistici e augustei che i progettisti han deciso di sistemare ciascuno su un •collarino- su misura realizzato dagli scultori dell'Accademia Albertina, dopo aver minuziosamente calibrato «come per un calco dentistico» la frattura anatomica di ogni testa. Un particolare in sintonia con la proverbiale passione piemontese per i lavori ben fatti. Mentre certamente godrà i favori del pubblico anche Y-imperator- che. prelevato acefalo dalle truppe francesi che lo completarono con un'effigie di Napoleone, fu poi restituito a Torino e qui ha finalmente messo a posto la testa che davvero e sua. Nelle prossime settimane gli ultimi tocchi dell'esposizione. Dove la raffinatezza del Fauno e della Danzatrice di Industria, lo splendore del Tesoro di Marengo e la maestosità delle copie romane ispirate ai capolavori di Fidia e Prassitele si mescoleranno alla meraviglia fiabesca delle piroghe salvaguardate dalle terre moreniche, le lapidi romane riutilizzate nelle tombe del Piemonte medioevale o nei bastioni della Consolata, le misteriose pietre subalpine a caratteri etnischi oppure la sequoia fossile uscita dall'alveo della Stura di Lanzo. Raccolte nella nuova cornice che, come si è intuito sabato, solo uno -.scaro- di eccezionale attenzione ha liberato dal soffocante labirinto delle leggi e dei regolamenti attuali. Luisella Re 9W: / - W Una delle sale del museo di Antichità, ora trasferito in una dependance di Palazzo Reale Anche se la personalità del Museo risulta già definita, in sorprendente e gradevolissimo contrusto con la precedente collocazione imponente e cupa del Palazzo delle Scienze: imbevuta di calore la predominante tonalità albicocca contro cui rivivono gli antichi marmi lucenti; fluide e razionali le rampe di un percorso agibile per qualsiasi portatore di handicap; senza angoli morti le grandi gabbie espositive di cristallo che i tubi di aerazione e umidificazione in sottolineata evidenza trasformano in altrettanti acquari d'arte. E dappertutto vasi apuli, lacrimali ellenistici, anfore altiche e bassorilievi romani affioranti dalle scatole e dai cartoni d'imballaggio, con un effetto a metà tra la caccia al tesoro e una performance d'avanguardia. Il Museo di Antichità, secondo le anticipazioni di sabato scorso, verrà inaugura¬ to in felice abbinamento con un catalogo scientifico -piccolo, pratico e attendibile-, preparato appositamente dal ministero. L'avvio saia inoltre caratterizzato, sulla base delle collezioni piemontesi del settore, da una specifica rassegna sulle tecniche attuali del restauro e sulle acquisizioni più recenti del museo stesso. E in più tutta una serie di piccoli, preziosi dettagli studiati per rendere più accattivante

Persone citate: Giorgio Psacharopulo, Giulia Molli Boffa, Luisella Re, Maria Luisa Tibone

Luoghi citati: Lanzo, Mesopotamia, Piemonte, Torino