Il computer entra in chiesa

Il computer entra in chiesa Una banca regala a 350 parrocchie i programmi per gestire gli archivi Il computer entra in chiesa L'operazione partirà a maggio - Alla presentazione, l'arcivescovo Giovanni Saldarini e il presidente del Nuovo Banco Ambrosiano - La «rivoluzione» taglierà i tempi per documenti, certificati, dati - In seguito il sistema sarà collegato alla Curia e attraverso questa al Vaticano Il computer entra in chiesa. Servirà per guidare le 350 parrocchie di Torino verso il Duemila. I «programmi» li ha preparati la Unitelm. una società di informatica sorta all'ombra del "Messaggero di Sant'Antonio» dei frati minori conventuali. Li pagherà (oltre un milione l'uno) il Nuovo Banco Ambrosiano con una bella iniziativa di marketing. I parroci dovranno però acquistare (da chi vogliono) un modello qualsiasi di computer (purché compatibile con i programmi predisposti). Il «grande fratello» dunque sta per violare gli archivi più vecchi ed esclusivi del Piemonte, per leggere la bella calligrafia di milioni di certificati che da secoli raccontano la storia di milioni di persone, per scrutare bilanci e consuntivi, per cancellare i tempi morti di una burocrazia senza fine che oggi ruba troppo tempo e tante energie ai preti. L'operazione a maggio. Il 10 appuntamento per tutti i sacerdoti nel teatro Valdocco. Ci saranno il vicario generale, don Franco Peradotto, don Gianni Sangalli, responsabile dell'Ufficio diocesano comunicazioni sociali, esperti. Parleranno del ruolo della informatica nel contatto con i fedeli. A benedire il tutto il nuovo arcivescovo, monsignor Giovanni Saldarini e, molto probabilmente, il presidente del Banco Ambrosiano. Un anno fa il progetto era stato illustrato. Ma sono stati necessari mesi e mesi di lavoro per renderlo possibile. Diffidenze, timori, paure spesso infondate hanno rischiato di mandare a monte tutto. Il confronto sulla opportunità di aprire le porte di chiese e sacrestie alla telematica è stato serrato, a volte anche polemico. Infine il «nulla osta-. D'altra parte la rincorsa è cominciata da tempo. I primi elaboratori sono entrati in chiesa tanti anni fa. E il loro uso con la firma del nuovo Concordato e la necessità di gestire in modo moderno ed efficiente la cosiddetta «paga del prete»» è cresciuto. Ormai ce l'hanno tutte le diocesi che, a loro volta, sono collegate con il Vaticano. Lo usano per calcolare le -paghe dei preti» dopo la fine del regime delle -congrue» (i contributi che lo Stato versava a chiese, cappellanie e conventi). Ora tocca alle parrocchie. Sono meno di venti quelle che già affidano all'informatica i problemi dei loro uffici Saranno molte di più tra qualche mese. Basterà pre mere un tasto, dare un co mando e sul video appariranno statistiche, documen ti, testi di incontri e di predi che, passi scelti del Vecchio e del Nuovo Testamento. E una necessità. -L'esperienza insegna — ammette don Sangalli — che per svolgere bene il nostro compito, dobbiamo conoscere perfettamcnle la situazione. Non è forse scritto nel Vangelo che il Buon Pastore deve contare le sue pecore ad una ad una e chiamarle per nome?-. Ora i parroci potranno farlo col computer in pochissimi istanti. Senza i nuovi strumenti, soprattutto nelle grandi città, i preti sono obbligati a perdere un sacco di tempo. Migliaia di famiglie si spostano in continuazione da una zona all'altra. La conseguenza è un vorticoso rincorrersi di certificati di matrimonio, di cresima, di battesimo. Un lavoro immenso che è destinato a crescere ancora e a soffocare le giornate (sempre troppo brevi) a disposizione di chi vive in parrocchia. La Unitelm ha messo a punto i programmi per la gestione degli archivi, per la guida amministrativa delle chiese, per gli indirizzi e 1 certificati. Ma ha una banca dati che può riversare a tutti in poco tempo i documenti del Concilio, della Cei, articoli di riviste. Primi passi. Subito dopo i computer delle parrocchie saranno collegati con un terminale alla Curia, potranno dare e ricevere in tempo reale dati e informazioni. E cosi il cerchio si chiuderà e la Chiesa potrà usare un circuito «interno» di trasmissione come le banche o le grandi aziende. L'offensiva telematica è partita da Roma. Il 13 marzo '89 il cardinal Ugo Poletti ha scritto a tutti i suoi preti pregandoli di accettare, senza paure, le novità. Nel Triveneto è già realtà, a Milano lo sarà tra qualche giorno. Per un atto qualsiasi non sarà più necessario consultare i vecchi libroni. Basterà dare un comando. Un «corso» spiegherà come. E' una rivoluzione senza precedenti. E una parte del clero la guarda con sottile ma profonda e radicata diffidenza. Sono pochi. La maggior parte dei sacerdoti è d'accordo. Con il nuovo sistema gli schedari parrocchiali saranno rapidamente aggiornati, si potranno selezionare le informazioni desiderate, eseguire sintesi, analisi, ottenere documenti in pochissimi istanti, trasferirli su stampante, firmarli e via. Ma il computer potrà facilitare il lavoro anche in altri settori del mondo della Chiesa: la gestione delle biblioteche, quella della Caritas, della didattica religiosa, la preparazione di conferenze, il bilancio. Ci sono già programmi con la Bibbia, i commenti, spunti per le omelie. Insomma, non si è che all'inizio. Per portare la fede alla gente i parroci avranno d'ora in poi, oltre al Vangelo e a tantissimo coraggio, anche l'aiuto (insperato) del più bel gioiello del progresso. Gian Mario Ricciardi

Persone citate: Gian Mario Ricciardi, Gianni Sangalli, Giovanni Saldarini, Sangalli, Ugo Poletti

Luoghi citati: Milano, Piemonte, Roma, Torino