«Senza la parata del 2 giugno risparmiamo 8- 10 miliardi» di Eugenio Ferraris

«Senza la parata del 2 giugno risparmiamo 8- 1O miliardi» Intervista al ministro della Difesa, Valerio Zanone «Senza la parata del 2 giugno risparmiamo 8- 1O miliardi» Salta solo quest'anno «per contenere le severe restrizioni imposte al bilancio del ministero» ROMA — Onorevole Zanone, la sua decisione di rinunciare alla parata del 2 giugno non è piaciuta a molti. Perché ha detto no ad una tradizione così popolare? Valerio Zanone, ministro della Difesa, sa benissimo che la soppressione della rivista di via dei Fori Imperiali non è stata accettata di buon grado da taluni ambienti (soprattutto militari) ma sostiene con foga la sua scelta. -E' una rinuncia solo per quest'anno — premette —, dettata dalle severe restrizioni imposte al bilancio della Difesa dalla necessità di contenere il disavanzo dei conti pubblici. Pochi lo sanno e meno ancora lo ricordano, ma nell'esercizio in corso il bilancio della Difesa è già stato tagliato tre volte. Il primo taglio, di 1000 miliardi, per rientrare nell'impostazione complessiva del bilancio dello Stato; il secondo, di 160 miliardi, per dare copertura a leggi di interesse sociale connesse con la condizione militare (indennizzi per le servitù, miglioramento degli ospedali militari ed altro); il terzo, di 212 miliardi, per ridurre del due per cento l'acquisto totale di beni e servizi con la recentissima manovra del rientro del disavanzo. Qualcuno, forse anche in Parlamento, immagina che i tagli al bilancio della Difesa possano essere indolori, ma non è affatto così. La gran parte del bilancio è rigida in quanto vincolata da obblighi di legge, i risparmi si posso- no fare soltanto sulle spese discrezionali. La rinuncia alla sfilata per la festa della Repubblica equivale ad un risparmio di 8 o 10 miliardi: una goccia nell'oceano della spesa pubblica, ma la prova che almeno da qualche parte i tagli si fanno-. Dunque, niente parata. Ma allora come sarà celebrata la festa della Repubblica? *Con manifestazioni alternative, meno onerose dal punto di vista finanziario ma egualmente consone alla dignità storica e morale della ricorrenza. Vi sarà una solenne cerimonia all'Altare della Patria alla presenza del Capo dello Stato con la partecipazione delle associazioni d'arma e combattentistiche e di rappresentanza di tutte le Forze Armate. L'Altare della Patria sarà nuovamente aperto al pubblico insieme ai musei militari ed alle principali infrastrutture militari della capitale. E' in corso di preparazione una grande manifestazione pomeridiana che impiegherà i reparti militari di stanza a Roma e consentirà perciò, senza spese di trasferta, una valida dimostrazione del consenso popolare verso le Forze Armate, in analogia con quanto avviene in molti altri paesi occidentali". D'accordo. Ma non basterà certo l'annullamento della parata per ridurre le spese militari. Quali altri provvedimenti intende adottare? "Già quest'anno la leva è ridotta di 20 mila soldati ed è vi corso una ristrutturazione cominciata in questi giorni con la soppressione di 21 fra magazzini, depositi di materiali e infrastrutture sanitarie il cui personale sarà utilizzato presso altri enti militari situati nella stessa località o nelle sue immediate vicinanze. Lo snellimento della struttura logistica e territoriale è soltanto il primo passo di una più ampia ristrutturazione, delle forze armate che riguarderà la riduzione degli apparati di supporto, la semplificazione degli enti amministrativi, le dismissioni immobiliari e una ulteriore riduzione numerica del contingente di leva. Le risorse che saranno così recuperate verranno utilizzate per migliorare l'efficienza dei mezzi e delle infrastrutture. Insomma, il programma è mirato a realizzare le economie possibili senza ledere le capacità operative". Il problema di ridurre le spese militari non è solo italiano, ma comune a molti Paesi, anche non occidentali. Quali ostacoli in più intravede nella ristrutturazione delle nostre Forze Armate? «Va tenuto sempre presente (anche questo è un dato che pochi sanno e quasi nessuno ricorda) che l'Italia, in rapporto al suo prodotto interno, destina alle Forze Armate una quota di bilancio che è meno della metà rispetto a quella di Francia, Germania e Regno Unito. C'è dunque una sproporzione tra l'entità numerica delle forze e l'entità degli stanziamenti. Questa sproporzione non può durare se vogliamo destinare all'esigenza primaria della sicurezza nazionale uno strumento militare efficiente. A risorse limitate deve perciò farsi fronte con una riduzione progressiva della quantità numerica, nella misura possibile senza intaccare le capacità operative. L'efficienza dello strumento militare dipende ormai in larga misura da programmi di alta tecnologia già stabiliti con accordi multinazionali dai quali un Paese importante come l'Italia non può onorevolmente ritirarsi. Ho pronto il programma di ciò che ragionevolmente va fatto nell'arco di 10 anni, da oggi al 2000. Il programma sarà illustrato al Consiglio Supremo di Difesa che sarà prossimamente convocato dal Presidente della.Repubblica». Eugenio Ferraris

Persone citate: Valerio Zanone, Zanone

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, Regno Unito, Roma