Torna il ricino

Torna il ricino Le colture emergenti Torna il ricino Nei prossimi giorni saranno impiantati in Puglia alcuni campi sperimentali di ricino, gestiti da Tecnagro, nelT ambito del piano di sviluppo delle colture alternative gestito dalla Regione. Attualmente nessun paese della Comunità economica europea coltiva ricino e nel periodo compreso tra il 1979 e il 1983 le importazioni medie di questa pianta oleaginosa hanno superato le 37 mila tonnellate di seme e le 68 mila tonnellate di olio. Questi dati corrispondono al 47 per cento della produzione mondiale di semi e al 37 per cento di quella di olio commercializzato e pongono il nostro Paese in testa alla classifica degli importatori mondiali di ricino. L'Italia aveva destinato, nella seconda metà degli anni '30 circa 4.500 ettari alla produzione di ricino ed ora è il primo paese comunitario a riavviarne la coltura. A che cosa serve il ricino, o meglio il suo olio? Lubrificanti, vernici, smalti, inchiostri, linoleum, creme cosmetiche, dentifrici e lozioni per capelli sono i prodotti che hanno il ricino come materia prima. La produzione mondiale si aggira intorno ai dieci milioni di quintali e la pianta è coltivata su una superficie di circa 1.680.000 ettari, localizzata quasi esclusivamente nei continenti asiatici e sudamericani: Cina India e Brasile riforniscono infatti il 75 per cento dei mercati mondiali. Nel nostro continente solamente l'Unione Sovietica può vantare una consistente produzione di ricino, con più di 600 mila quintali annui. Scopo della spenmentazione condotta da Tecnagro è l'individuazione delle varietà di ricino più adauc ai climi dell'Italia meridionale.

Luoghi citati: Brasile, Italia, Puglia, Unione Sovietica