Alia Sai c'é aria di Francia di Ugo Bertone

Alla Sai c'é aria di Francia Giorgio Brinatti spiega i retroscena dell'accordo con il colosso d'Oltralpe «Gan» Alla Sai c'é aria di Francia In programma investimenti e acquisizioni comuni - Il gruppo è aperto ad altri partner europei e guarda soprattutto all'Austria - Non è prevista un'uscita da Interbaros TORINO — Non e stata una trattativa facile. C'è voluto un anno e mezzo per chiudere quell'intesa che schiude alla Sai le porte dell'espansione all'estero e che permette alla Promafin di Salvatore Ligresti di rafforzare il controllo sulla compagnia lanciando l'alleanza con il colosso transalpino Gan. controllato dallo Stato. Ma adesso è l'atta. La Sai formato '93 e già disegnata come ci spiega Giorgio Brinatti. una lunga carriera nella compagnia, viro artefice di quest'intesa. E' lui quindi l'uomo giusto per spiegare i termini dell'accordo, pensato per la prima volta nell'ottobre '87, in tempi tempestosi per la Sai (erano i giorni dello strappo con Enrico Piantai e incerti per la stessa Gan, in teoria ancora nell'elenco delle società da privatizzare secondo i disegni di Chirac, destinati a cadere con il governo a guida socialista. Adesso le tensioni sembrano tutte superate: la Sai è a prova di scalata dall'esterno e accanto a Ligresti in consiglio siederà un personaggio del calibro di. Francois Heilbronner. potente patron di Gan. capace di affondare progetti sgraditi (tipo la fusione Agf-Gan) e di metter la briglia ai vassalli riottosi della Cir. la finanziaria da cui dipendono le banche destinate a far da corona all'espansione della compagnia. E Salvatore Ligresti andrà a sedersi nel consiglio di Gan International . con la prospettiva in caso di privatizzazione Gan. di far parte del vertice che. dal grattacielo della Défense, governa uno dei grandi imperi assicurativi di Francia. Ma com'è quest'alleanza? "Noi — spiega Brinatti — abbiamo rilevato il 9r'r di Gan International e rilevato un diritto d'opzione per trasferire l'investiménto nella holding di controllo, nel caso che lo Stato intenda cedere quote di capitale». E loro? ■■La Gan ha acquistato il 10% della Sai. Nasce un nuovo sindacato di controllo forte del 520,. Il 42 è di Premafin». E Interbaros? "Ligresti ha dichiarato a Parigi che non è prevista un'uscita da Sai di Interbaros. Mi rimetto al presidente». E' vero che quest'intesa l'avete studiata voi managers? ■■I primi contatti li ho avuti io. Poi. Ligresti, che e stato costantemente informato, ha dato il suo assenso di massima. Quando la trattativa ha preso corpo e si è passati dalla parte tecnica operativa a quella finanziaria, è scesa in campo Mediobanca. E' stato un apporto decisivo». E adesso che cosa farete? -Abbiamo in programma tante cose. Innanzitutto faremo assieme degli investimenti. Stiamo studiando acquisizioni in comune di compagnie nel Sud Europa». E poi? »Vede, di fronte al '93, sono possibili diverse strategie. O restare in un solo Pae¬ se, magari in posizione di forza. Ma noi della Sai, forti in Italia e deboli fuori, abbiamo deciso di fare un passo verso l'Europa. E allora? Potevamo tentare la via delle scalale. Ma ci vogliono tanti soldi eppoi noi siamo controri a questo tipo di aggressività. Infine c'era la strada dell'alleanza. Ecco, ci siamo alleati con Gcn e abbiamo formato un gruppo aperto, pronto a recepire nuovi pariners». Vuol dire che in futuro qualche altra compagnia potrebbe aggiungersi all'abbinata Sai-Gan? -Esatto. E' più di un'ipotesi, c'e già qualche discorso in piedi». Con quali Paesi? -Sarebbe interessante espanderci in Austria. Al di la del mercato comune, il vero futuro sono i grandi contratti sulla strada dell'Est Europa». Cosa ci possono insegnare i francesi? «Io non credo che i prodotti assicurativi siano esportabili, ma le idee si. La Gan piazza quasi un terzo delle sue polizze vita tramite gli sportelli bancari e già possiede una banca, tipo quella che intende costituire la Ras in Italia». E farete qualcosa del genere in Italia? -Siamo già alleati con la Popolare di Novara. Poi potremmo fare un passo in avanti e magari integrare, le nostre iniziative con la banca francese. Ma ci sono altri terreni in cui possiamo imparare». Cioè? -Pochi anni fa in Francia c'e slata una crisi terribile dell'assicurazione auto. E questo perché si è scatenata una concorrenza selvaggia sulle tariffe con compagnie che offrivano un servizio modesto a basso costo. La Gan ha resistito con una gamma di prodotti molto differenziali. Qualcosa del genere dovremmo fare noi». E punterete sulla fascia alta o bassa? -Io credo che i guadagni si possano fare sulla fascia alta, offrendo tempi di liquidazione e automatismi di pagamento migliori. Devo vendere al cliente un prodotto nuovo e più ricco». Come pesano le nuove tariffe sulle compagnie? -L'impatto sarà negativo. Gli aumenti sono insufficienti e il sistema resta per ora confuso Mi auguro che il governo detti regole del gioco che impediscano il dumping e ci permetta di lavorare in maniera nuova». Intanto i grandi del mondo assicurativo stanno impegnando il lungo ponte di fine aprile per mettere a punto una strategia comune: si punta ai caricamenti più alti, ma i dissidi non mancano. Infine, dottor Brinatti, come mai la Gan ha scelto proprio voi? -La Gan ci stima e Heilbronner ha detto parole molto lusinghiere sulla Sai che considera, per la capillarità della rete e la tempestività nelle liquidazioni, tra le migliori compagnie italiane» Ugo Bertone