La Stampa - Consultazione Archivio

Una marcia di 700 km per salvare il Po Una marcia di 700 km per salvare il Po VALENZA — Da Porto ToUe (Rovigo) ai 2000 metri del Pian del Re (Cuneo), a piedi per 6f>2 chilometri, alla ricerca del fiume perduto. A Valenza, la città degli orafi, Giorgio Roggero, 29 anni, di Brescia, giornalista verde e maratoneta solitario, è stato accolto dall*«Associazione piemontese per il parco del Po»-, che ha presentato ai sindaci dell'Alessandrino il «Progetto Po», per salvare il fiume in Piemonte. Sono 270 chilometri di sponde, inquinate, violentate o cementate: infatti il percorso si è accorciato di 12 chilometri, l'alveo abbassato di 2 metri e la velocità dell'acqua raddoppiata. Partito il 24 marzo Roggero arriverà nel cuore delle Alpi il 14 maggio. Tutto per realizzare un dossier sulle sponde del Po, che sarà inviato al ministro dell'Ambiente Ruffolo. E ieri una prima schedatura sul fiume è stata consegnata al presidente dell' «Associazione piemontese per il parco»-. Elio Cazzuli del Wwf. Perché a Valenza il lancio di questa iniziativa sul Po? Perché crè la Garzaia, la prima riserva naturale del Po (200 ettari), ora regno degli aironi. «Ma anche perché nella zona — spiega il direttore Dario Zocco — vi sono i peggiori interventi sulle sponde, ccmentificate per chilometri». Mancano 9 mesi alla scadenza della tutela regionale per le rive del Po. "Se non verranno tramutati in legge le tre proposte per il corso fluviale piemontese — dice l'architetto Mino Stanchi di Torino, autore del "Progetto Po" — tutto sarà stato inutile». -Ce la faremo — promette Piero Genovese, assessore regionale all'Urbanistica —: e in gioco la credibilità della Regione». Poi escursione sul Po con gli «Amici del fiume» di Torino, con starter il presidente del Consiglio regionale Angelo Rossa che dice: -Sì al progetto, ma con le spojidc fruibili ci turismo, prelievi vcnalori e possibilità anche di costruire». g. dol.