Colombia, santuario di droga e violenza

Colombia, santuario di droga e violenza Viaggio nella Macarena, struggente riserva naturale e microcosmo turbolento dei problemi del Paese Colombia, santuario di droga e violenza Dalle giungle ai «llanos», i campesinos non hanno altra alternativa che coltivare la coca -1 guerriglieri (che hanno rapito i due italiani) contro il governo, i narcotraficantes contro i «coloni»: ogni giorno 54 assassinii - Una tragedia senza fine che oscura i profitti delle risorse naturali L'autore di questo articolo, Alan Weisman, è uno scrittore di Prescott, in Arizona, che ha recentemente svolto un lavoro di ricerca in Colombia, durato oltre quattro mesi. •E' un tesoro nazionale di valore incalcolabile', mi ha detto il dottor Carlos Castano, direttore dei parchi nazionali colombiani. Eppure, quando ho affermato di voler visitare la riserva naturale più antica e più famosa, la più nota tra gli studiosi a livello intemazionale. Castano si è allarmato. "Ma è molto pericoloso'. Una settimana dopo, di mattina, in compagnia di un agronomo di Bogotà assistevo all'attacco sferrato all'alba dall'aeronautica militare colombiana contro il tesoro nazionale. D pomeriggio del giorno prima un piccolo ritardo ci aveva forse salvato la vita. Dopo aver arrancato faticosamente attraverso la giungla per diverse ore, con il sole ormai prossimo a scomparire dietro le Ande, avevamo finalmente raggiunto il punto dell'affluente dal quale una canoa, scavata nel tronco di una grossa ceiba, doveva portarci al nostro campo, a un'ora di distanza sulle rive del Rio Duda nella Colombia centrale. Ma il barcaiolo non se la sentiva di affrontare le rapide al tramonto; rassegnati, appendemmo le nostre amache e le reti anti-zanzare sotto la tettoia di frasche e dividemmo la .sua cena a base di riso e banane verdi cotte. Se avessimo proseguito, ci saremmo svegliati esattamente nel luogo dove ora vedevamo i due jet T33 di fabbricazione Usa emettere sbuffi di fumo c gli elicotteri Blackhawk per il trasporto truppe abbassarsi tra le palme. Ad ogni salva di artiglieria, ara scarlatti fuggivano stridendo tra i rami. Avevo camminato per tre giorni nel fango per arrivare in quel luogo, Serrania de la Macarena, proprio per vedere uccelli di quel tipo e tucani, pappagalli amazzorJci, orsi con gli occhiali del Sud America e giaguari. Ma ero venuto anche perché la Macarena rappresenta una sintesi quasi perfetta dell'intera Colombia: un luogo magnifico, la cui complessità e ricchezza hanno pochi estimatori, ed una terra straziata da un doloroso conflitto. •Esto es Colombia", mormorò con voce dolente l'agronomo, ed io sapevo a che cosa alludeva: la vera angoscia, qui, non nasce solo dalla droga e dalla violenza, ma dall'osservazione della rovina di un Paese, per tanti versi notevole, devastato da questi fatti e da coloro che li scatenano. In base al presupposto che la Colombia è un'enorme piantagione di caffé riconvertita alla produzione delle foglie di coca, i Colombiani sono regolarmente sottoposti a lunghe perquisizioni negli aeroporti di Miami e New York. In effetti, la Colombia, che è circa il doppio della Francia, possiede grandi depositi di carDone, riechi giacimenti petroliferi e un ecosistema che forse è il più diversificato del mondo, con un numero di fiumi maggiore rispetto all'Africa e accesso ai due oceani. Pacifico e Atlantico; la popolazione, di circa 30 milioni di persone, e ragionevolmente decentrata, oltrr al caffé, abbondanti sono i prodotti di r .'.portazione. corno la frutta, i fiori, i libri, i tessili e i pellami, che contribuiscono a dar vita a quella che è presumibilmente l'economia più solida di tutta l'America Latina; arte e letteratura sono di ottimo livello e la passione per la cultura ha fatto sorgere 33 musei e 27 università nella solr. Bogota. Eppure, una tragedia senza fine qscura questa ricchezza e questo potenziale, una tragedia che, alternativamente, riempie di orrore, affascina e paralizza la popolazione; in questa terra che concentra tante ricchezze e presenta contemporaneamente caratteri andini, caraibici, amazzonici e della costa del Pacifico, la maggior parte dei decessi maschili nella fascia tra i 15 e i 44 anni è di origine violenta. Ogni giorno si compiono circa 54 assassini!. Sebbene l'industria della cocaina dia un notevole contributo al massacro, comprese le morti violente, e ricordiamo in questi ultimi anni, l'assassinio di un ministro della Giustizia, di un procuratore generale e di un grande editore di giornali, la propensione della Colombia per una forma masochista di sofferenza ha radici più profonde. Divisi da una topografia complicata, i suoi abitanti sono sempre stati inclini a contrastare, opponendosi anche con la forza, i decreti di un governo centrale che ai loro occhi appare di nessun, peso. Un turista non avverte alcuna sensazione di paricolo nelle città colombiane. Nei quartieri tipo La Candelaria, poeti e artisti fraternizzano ai tavoli dei caffé o nelle numerose accoglienti biblioteche; di notte la gente frequenta i club della salsa, del tango e del rock-enespanol. Ma al Teatro La Candelaria, borse e borsette sono perquisite da guardie armate. Al ritorno da una recente tournée in Europa, gli attori hanno ricevuto minacce di morte. La causa scatenante è questa volta un lavoro collettivo intitolato «El Paso», una parabola sulla minaccia che grava su una società in cui assassini mascherati mitragliano interi villaggi, dove è normale che i giornalisti debbano rifugiarsi a Lima o a Parigi, dove senatori e professori sono rapiti e uccisi e gli assassini restano impuniti, dove più di 1000 cittadini sono scomparsi. "Esprimiamo il nostro cordoglio per l'immatura scomparsa di... il prossimo weekend-, recitava il telegramma anonimo che mi è stato mostrato da Patricia Ariza, presidentessa de la Corporacion Colombiana de Teatro. Dal 1985 sono stati 5 gli attori assassinati a Bogotà. Gli occhi scuri di Ariza sfavillavano mentre mi diceva che persino bambini attori vengono minacciati; come alcuni militari vedano nel teatro un centro di indottrinamento sovversivo. Lei stessa viaggia con una scorta di sei poliziotti. "L'altro giorno ho preso parte ad un pranzo organizzato dal sindaco: 10 ospiti e SO guardie del corpo. Siamo tutti prigonieri politici a piede lìbero-. Qualche giorno dopo mi trovavo sulla crosta delle Ande e guardavo verso «to.s llanos-, le grandi pianure che si estendono fino alla foresta amazzonica e costituiscono la metà circa del territorio colombiano, sebbene vi risieda solo 11 10% della popolazione. Subito sotto c'è la provincia tii Meta, ove il senatore Hernando Duràn Dussàn, candidato del partito liberale per la presidenza della Repubblica ne! 1980, alleva bestiame e palme africane. Duràn Dussàn, che fu esiliato a Los Angeles durante -La Violencìadegli Anni 50, dove fece l'im¬ bianchino e il gelataio, ritiene che los llanos "Siano la risposta al sottosviluppo del Paese, basta che sappiamo approfittarne-. Ma il presidente dell'associazione nazionale degli allevatori, o Fedegan, ha qualche dubbio. "Los llanos mancano di infrastrutture, di autostrade, le strade sono impraticabili nella stagione delle piogge e i servizi sono a un livello troppo basso-, fa notare José Raimundo Soja. "La politica del governo non è migliorata e noi ci troviamo alla mercé della guerriglia-. I proprietari di aziende agricole sono stanchi dei metodi della guerriglia per estorcere denaro, un salasso di oltre 3000 dollari al mese che grava sulle loro tasche. «A causa della violenza e del disinteresse del governo, molti allevatori non hanno più interesse a tenersi la terra-. Cosi «los llanos» sono in vendita e i clienti più interessati sono i trafficanti di droga. Non c'è niente di romantico nella corsa dei narcotrafficanti all'acquisto di una tenuta agricola: è il modo migliore per ripulire il denaro e l'investimento non richiede un grande impegno manageriale. I tartassati rancheros non si fanno tanti scrupoli a vendere ai signori della coca, visto che questi ultimi non fanno certo questione di prezzo. L'attuale governo del presidente Virgilio Barco ha varato un piano nazionale di riabilitazione che prevede la creazione di servizi in settori di cui mai prima di allora il governo s'era occupato e ha fatto il primo vero tentativo di riforma terriera dopo più di vent'anni. I due progetti sono stati entrambi messi in difficoltà da ritardi negli espropri, ma, come tiene a dirmi con grande soddisfazione il professor Rodrigo Pardo, esperto di politica, entro il 1990 avranno distribuito più terra di tutte le distribuzioni dal 1966 a oggi sommate insieme. Pardo è uno dei molti giovani consiglieri dello staff del presidente Barco provenienti dalla prestigiosa università de los Andes e ritiene che il presidente sia sulla buona strada — se solo le varie fazioni che si combatti..', o gli permetteranno di agire. Molto più della guerriglia, che può essere riportata in ultima analisi sul terreno del dialogo politico, sono i narcotraficantes la vera spada insanguinata che incombe sul futuro della Colombia. Pardo è costretto ad ammettere che "hanno già comprato più terra di quella che distribuiremo-. E su questo guerriglia e governo concordano. 1 narcos, ben poco d'accordo a subire le estorsioni mensili della guerriglia, hanno creato milizie private. Per ora non si hanno notizie sicure di scontri diretti con i guerriglieri. Queste milizie attaccano invece più frequentemente le popolazioni rurali, laddove la guerriglia e 1 suoi simpatizzanti hanno spesso creato un sistema amministrativo dove prima non c'era nulla, e hanno riconosciuto apertamente la paternità di svariati massacri. Un rapporto confidenziale della D.A.S., il servizio di sicurezza e controspionaggio colombiano, attribuisce gli assassinii dellTlrabà ad una scuola di «sicarios- finanziata dai re ! della coca Pablo Escobar e Gonzalo Rodriguez Gacha, e fa i nomi di collaboratori tra gli ufficiali di polizia e dell'esercito, ri legame tra l'esercito e molti degli omicidi è stato denunciato più volte dai sopravvissuti e da organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International, ed è stato altrettanto decisamente negato dai militari. Ad ogni nuova atrocità, come l'uccisione di 12 investigatori che lavoravano per il tribunale, avvenuta a gennaio, si intensificano le accuse e le smentite. "La violenza e la corruzione sono elementi caratteristici del capitalis.no in fase di sviluppo-, mi ha detto lo scrittore Mario Arango. "Il narcotraffico non è più immorale della schiavitù che ha contribuito alla crescita degli Stati Uniti-. Forse è vero, ma è una | magra consolazione per i "Campesinos- colombiani, che vorrebbero solo la fine del terrore e qualche ettaro di terra da coltivare. Ho saputo che molti sono confluiti proprio nelle terre dove mi sono recato io: la Serrania de la Macarena. I geologi ipotizzano che il Sud America sia stato il primo blocco continentale a staccarsi dall'iniziale massa terrestre del pianeta; di conseguenza la sua flora e fauna sono tra le più primitive del mondo. Molto tempo dopo venne il turno del Nord America e nel punto dove i due blocchi si ricongiunsero, soltanto 3 milioni e mezzo di anni fa, prese avvio 'in intenso interscambio bio¬ logico. Quel punto era la Colombia, la cui topografia non avrebbe potuto essere più adatta. Trovandosi a cavallo dell'Equatore, la Colombia non presenta variazioni stagionali di temperatura, ma con le sue montagne e le sue valli offre una gamma completa di zone climatiche, dalla zona torrida alla tundra. Di conseguenza, la Colombia oggi ha più specie di uccelli di qualsiasi altro Paese del mondo; è al secondo posto per le piante e gli anfibi, al terzo per i rettili. La Serrania de la Macarena, un altopiano lungo 75 miglia, è una delle formazioni geologiche più antiche del continente, anche più delle Ande, a solo 20 miglia di distanza in dire- zione Ovest. Come un'arca di Noè, nel corso delle ere geologiche in cui gran parte dell'America Latina era coperta dalle acque, la Macarena servi da rifugio naturale per le specie animali e vegetali. B terzo giorno fui svegliato da qualcosa che spingeva contro 11 mio giaciglio. Era un tapiro: un animale robusto ed erbivoro che fa pensare ad un orso con un muso strambo ed è il più grosso mammifero terrestre originario del Sud America. B giorno prima, guardando un fiume, avevo incontrato un «chiguiro», o capibara, il roditore da 100 libbre che in Brasile viene allevato per la sua carne. Mi trovavo ancora molto in basso rispetto alla vetta della Macarena, a 5500 piedi di altezza, ma tra le palme della giungla, gli alberi di cecropia e i guaduas, una varietà locale di bambù, avevo già intravisto diverse varietà di pappagalli e cocorite, pecari dalle labbra bianche e varie scimmie dalla lunga coda. Ma c'era di più: giganteschi armadìlJi. ocelot' e delfini d'acqua dolce, che non potevo vedere perché da quel punto in poi si avvertiva la presenza dell'uomo. DI trentamila esseri umani. Erano arrivati durante gli ultimi 20 anni: per sfuggire alle violenze, in cerca di terra libera o a poco prezzo, In taluni casi mandati qui dai responsabili delle riforme agrarie che trovavano più semplice far invadere una riserva naturale senza difese piuttosto che tentare di espropriare qualche centinaio di ettari ai grandi proprietari terrieri. Metodicamente, i coloni si erano fatti strada verso il centro della Macarena tagliando e bruciando la vegetazione. Lo strato sottile di terreno della foresta pluviale aveva ceduto, dopo uno o due raccolti di grano, e i coloni si erano spinti sempre più avanti. B governo non era mai abbastanza vicino per fermarli. Per anni, la regione, come molti dei 30 parchi nazionali della Colombia, è stata in mano alla principale organizzazione della guerriglia: le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane, o Fare. I pochi scienziati che vi si avventurano devono vedersela con loro, e stessa sorte toccò a me. I miei contatti avvennero tramite una università di Bogotà che coordina un progetto inteso da un lato a conservare l'ambiente della Macarena e dall'altro a proteggere i diritti dei "Colonos-; il mio compagno agronomo lavora per questo progetto. L'obiet tivo è quello di far capire ai co Ioni l'importanza della riserva e quindi trasferirli in altre terre o insegnare loro tecniche di coltivazione meno dannose per l'ecosistema. "Giusto> disse José Ignacio, un «cotono» che incontrammo. «Ho provato con la manioca e le banane, ma non ci sono strade. Marcisce tutto prima di arrivare al mercato. La sola merce che rende è questa». "Questa- è la coca, che sta invadendo la Macarena. Le foglie sono macinate e la farina è trasportata a dorso di mulo, evitando gli sprechi, ma dopo aver pagato 1 fertilizzanti, i pe sticicli e il prezzo richiesto dai mulattieri per il trasporto, il guadagno è poca cosa. Malgrado ciò, trovammo nella riserva interi villaggi dediti alla coltivazione della coca. Stavamo attraversando l'ennesimo campo di sterpaglie bruciate circondato da sottili arbusti verdastri di coca, quando ci si parò dinnanzi un giovane in abiti verde oliva armato di un fucile semiautomatico Galil di produzione israeliana. Quasi scusandosi, ci informò che non potevamo procedere finché non avesse accertato se eravamo attesi. B campo base delle Forze orientali del Fare è dotato di un acquedotto di bambù che prende l'acqua da un torrente sbarrato artificialmente per formare una piscina, di un ospedale da campo, di un generatore diesel di corrente e di una scuola che addestra i •guerrilleros-, quasi tutti ragazzi giovani provenienti da famiglie contadine. Chiesi ad una ragazza di 19 anni quale fosse stata la reazione dei genitori quando si era unita alla guerriglia. La domanda la sorprese: "Ne erano fieri-, mi rispose. B campo ospita circa 200 persone, ben nascoste dalla cortina verde della giungla. B Fare mantiene molte basi di questo genere sparse per tutta la Macarena e l'intero campo, compreso il generatore, può essere evacuato nel giro di cinque minuti, mi disse il comandante, Raul Reyes. Basso e di corporatura robusta, Reyes, che fa il guerrigliero da 23 anni, si rende conto che la difesa dell'ambiente è utile per le pubbliche relazioni. Spesso intercede personalmente per gli ecologisti che desiderano visitare questo «museo» di storia della genetica e dice di aver tentato di convincere un altro gruppo di guerriglieri che far saltare continuamente le condotte petrolifere serve solo a creare azioni sanguinose e impopolari e non è mai servito a scacciare le compagnie petrolifere dei «gringo». Durante la precedente amministrazione, il presidente Belisario Betancour creò una linea rossa con il quartier generale del Fare, a La Uribe, e varò un'amnistia garantendo agli ex combattenti il diritto di organizzare un'opposizione legale e candidarsi alle cariche pubbliche. Molti ebbero successo e dal 1985 ad oggi più di 600 leader del nuovo partito Union Patriotica sono stati assassinati. Quindi la tregua fu di breve durata. Nel 1988, Barco presentò il suo piano di pace, ma la maggioranza dei gruppi della guerriglia lo rifiutò in quanto troppo unilaterale e riprese la serie di agguati e delle azioni di disturbo che provocarono la rabbiosa reazione dell'esercito. Lo scorso novembre, dopo che il mini stro della Difesa aveva detto pubblicamente che il piano di pace era fallito, Barco fece il discorso antlsowersivo più duro della sua carriera, che il mio amico agronomo ed io, in sieme alle due guide del Fare assegnateci da Reyes per scortarci sulle montagne, ascoltammo dalla radio portatile del barcaiolo. La mattina seguente ve demmo l'attacco dell'aero nautica militare contro il 45° Fronte del Fare, accampato su una pista di atterraggio utilizzata per ricevere le armi e spedire la coca, il campo che non potemmo mai raggiunge re. I militari annunciarono l'uccisione di 21 guerriglieri e lo smembramento del 45° Fronte. Le truppe governative avanzarono nella regione. Scortati da un gentile coltivatore di coca, il mio compagno agronomo ed io coprimmo in un solo giorno quasi 50 chilometri marciando lungo piste secondarie per metterci In salvo. Una settimana dopo, a Bogotà, ascoltavo il senatore Alvaro Leyva, candidato del partito social-conservatore per la nomination presidenziale discutere sul radiotelefono una nuova proposta di negoziati di pace con il comandante in seconda del Fare, Jacobo Arenas. Con colonne operative in tutto il Paese, il Fare non è stato affatto sbaragliato dall'intervento dell'esercito nella Macarena: ma Arenas era interessato. Improvvisamente, non appena il piano di Leyva divenne di dominio pubblico, in tutta la Colombia si svilupparono fervide iniziative di pace. I Governatori annunciavano piani per trattare con i gruppi di ribelli regionali e persino il partito comunista chiedeva un cessate il fuoco e un termine alla redditizia pratica guerrigliera delle estorsioni e dei rapimenti, in seguito, l'M-19, un gruppo di guerriglieri tra le cui audaci imprese va annoverato il sequestro dell'intero edificio deùa Corte Suprema (un'azione che costò 100 vite), depose effettivamente le armi. Malgrado le sue afflizioni, la Colombia è riuscita a portare avanti una crescita economica annua del 5%, dovuta, secondo gli economisti, più alle sue industrie e alle molteplici risorse, che all'afflusso dei «narcodollari». La bilancia dei pagamenti del Paese, con un addebito estero relativamente ridotto di soli 16 miliardi di dollari, è pressoché impeccabile e questo fatto ha suggerito un'idea a German Marquez, ecologo della Università Nazionale. «/ Paesi creditori dovrebbero premiarci lasciandoci convertire una parte del debito in un vero programma di conservazione-, mi propose Marquez. Le foreste pluviali come la Amazzonica e quella della Macarena, spiegò, sono i polmoni del mondo; preservarle è interesse di tutti. Dirottare una parte delle somme pagate per gli interessi dalla Colombiai per finanziare un'alternativa alla coltivazione di coca e al relativo metodo di far terra bruciata, sarebbe più economico e più sicuro degli inutili programmi di annientamento della droga con i diserbanti: "Una guerra chimica che avvelena sia l'ambiente sia la pubblica opinione contro gli Stati Uniti-. Era appena rientrato dall'Amazzonia, e la scala delle operazioni di colonizzazione sul versante brasiliano lo aveva spaventato. Ma l'idea della conversione del debito lo induceva a sperare. Eccitato, mi trascinò fuori per una passeggiata attraverso il campus erboso. Era una ventosa mattina a Bogotà e malgrado gli scioperi e gli attacchi con i lacrimogeni di cui ero stato testimone proprio li, ascoltare Marquez e vedere i capannelli di studenti infervorati nella discussione mi sollevò il morale. Gonzalo Sanchez, storico della Universidad Nacional, nonché uno dei massimi «uiolentologi- della Colombia, mi aveva spiegato questo tipo di sensazione. "Dopo il massacro di Urdbà avevo scritto che l'intera nostra società stava commettendo un suicidio. Segovia, pensai, ne era la conferma. Ma gli esseri umani hanno un bisogno psicologico di speranza. Forse anche più forte del nostro bisogno di autodistruggerci. Forse persino in Colombia-. Alan Weisman Copyright «N.Y. Times Magatine» e per l'Italia «La Stampa» Serrania de la Macarena: è anche il regno della fauna e dei guerrilleros «Gli esseri umani hanno un bisogno psicologico di speranza: forse più forte del bisogno di auto-distruggersi» Pablo Escobar il boss che addestra i killer Los llanos mancano di infrastrutture e di autostrade: e i rancheros svendono tutto La cultura colombiana è andina, pacifica caraibica e amazzonica Una contadina con un sacco di coca appena raccolta (Reuters) Poliziotti colombiani sorvegliano una raffineria di cocaina scoperta nella foresta (Ap)