Riecco Gattai, come da copione

Riecco Gallai, come da copione Confermato alla presidenza del Coni con trentasei voti a favore su trentanove Riecco Gallai, come da copione Grandi e Nostini vicepresidenti - In giunta Mondelli, Vinci, Sordillo, Zerbi, Consolo e Lo Bello ■ Silurato Omini - Pescante rieletto segretario ROMA — C'era una volta il Coni, n capitolo dedicato all'anno di grazia '89 merita questo titolo, che si limita a una constatazione di fatto più che aver toni troppo accesi di rimpianto. C'era una volta il Coni gestito da Onesti e poi da Carraro, con la consapevolezza del potere ma con il pieno rispetto per l'istituzione. Adesso è cambiato molto se non tutto. Gattai tratta la propria rielezione mercanteggiando il consenso, per darsi coraggio si porta appresso la stolida claque dei muscolari della fede, e per dimenticare i procedimenti giudiziari pendenti assume la veste del perseguitato. Il palazzo è sempre li, fra i marmi del Foro una volta -Mussolini» e ora «Italico», ma com'è mutato il nome del contesto, è cambiato lo stile in senso inverso rispetto alla storia. Il copione preparato con revisioni successive in questo anno e mezzo di presidenza precaria, susseguita alle dimissioni di Carraro, è stato rispettato appieno. Il segretario generale Pescante era un potenziale rivale per il suo passato di atleta e uomo di sport: è bastato neutralizzare la sua autonomia funzionale per disinnescare il pericolo, e la rielezione e diventata praticamente automatica. Quindi è stata eliminata anche la presenza fisica del già sconfitto Nebiolo: l'inchiesta promossa dal Coni sulla federatletica ha determinato l'intervento della magistratura, mentre non c'è traccia di inchiesta sportiva per la federaci (e quindi Gattai) che in procura è finita direttamente. Qualche rischio poteva ancora venire dall'ultima figura carismatica rimasta, quella di Renzo Nostini: è stato inglobato con promesse e minacce nel nuovo governo, con la riconsegna della vicepresidenza, che già era stata sua dal '67 al '73. Nel segno del rinnovamento non c'è che dire: un gran futuro dietro alle spalle. Ma per arrivare al fronte unico ecco che bisognava soddisfare la marea montante del Movimento Sportivo Popolare, emanazione sportiva del movimento «Comunione e Liberazione». Nel breve volgere di quattro anni l'Msp si è sviluppato enorme¬ mente. Non alla base ma al vertice di sicuro. Grandi, Consolo e Lo Bello sono, per ideologia o per tattica difficile saperlo, legati alla dinamica lobby ed eccoli salire in giunta, il primo addirittura vicepresidente vicario. Un puzzle come questo non è stato facile da cqmporre e con i numeri bloccati ecco sacrificati il capo dei medici sportivi Tuccimei, con l'onore della rinuncia, ma anche brutalmente e senza rete, Omini. La gestione dello sport vero, quello praticato dalla base al vertice, i problemi dell'associazionismo, il blocco dei quadri tecnici, la mancanza di impianti di base non di stadi cattedrale, l'inesistente rapporto con la I scuola, quando mai si è po- tuto affrontare uno di questi problemi, o almeno una piccola parte di essi nell'ultima presidenza Gattai? Con tutte quelle manovre non c'era proprio il tempo, e al più c'era da tamponare in qualche modo quell'incredibile pozzo senza fondo che è la costruzione dell'Olimpico romano. Giusto l'ultima dilatazione ufficiale di costi da 80 a 123 miliardi e 800 milioni (ma poi ci sarà ancora da spendere per il rifacimento o ristrutturazione della Monte Mario, da 15 a 30 miliardi) è stata sottoposta all'approvazione del Consiglio nazionale, proprio per trovare una maggior base di consenso e responsabilità in presenza dell'inchiesta della magistratura. -Perché il Consiglio è così pesantemente coinvolto adesso, in un voto che è un atto amministrativo ben preciso-? Ha domandato il presidente della federboxe Marchiaro per poi concludere: -La documentazione ci è stata inserita per la prima volta questa mattina in cartella, nessuno sa nulla, nessuno può esprimere un giudizio sereno-. "Avete approvato il bilancio di previsione — ha ribattuto Gattai — in quello c'era il primo stanziamento per l'Olimpico-. Matarrese usciva dalla sala scuotendo la testa sconsolato, e dall'imbarazzato gregge dei presidenti venivano due pubbliche astensioni. E' già molto visto il nuovo stile! Giorgio Viglino ROMA — Ci sono volute oltre quattro ore e mezza per portare a termine il 109° Consiglio nazionale del Coni, sede elettiva delle cariche dell'ente. E' 11 record degli anni ottanta,con un imprevisto ritorno a una discussione pubblica, anche su decisioni delicate come le modifiche di bilancio e gli stanziamenti finanziari di grosso rilievo, come quelli per il pozzo senza fondo dello stadio Olimpico. In chiave elettorale le operazioni sono state un po' farraginose ma senza alcuna contestazione. Gattai, uscito temporaneamente dalla sala al momento del voto, è stato designato presidente con 36 favorevoli, due schede bianche e una per Nostini. Quindi per i vice presidenti plebiscito per Grandi (39 voti su 40) ed una buona elezione per il decano del gruppo, Nostini (28). Lotta aperta per i sei membri di giunta. Quattro conferme: Mondelli (33), Vinci (32), Sordillo (31) e Zerbi (30). Poi i nuovi, Lo Bello (28) e Consolo (27). Fuori ma con attestazione di stima Romanini (18), abbandonato Omini ( 11 ). Quindi la votazione per il segretario Mario Pescante: 40 voti sui 40 presenti. P| | Nostini, presidente della federscherma L'avvocato Arrigo Gattai, presidente del Coni fino al 1992 | | Nostini, presidente della federscherma

Luoghi citati: Roma