Grido d'allarme dell'Enel
Grido d'allarme dell'Enel Utili record dell'ente (138 miliardi), ma si rischia il black-out Grido d'allarme dell'Enel Viezzoli: «Abbiamo importato 32 miliardi di kilowattora, il 35% in più» - Bloccati i lavori per 39 centrali idroelettriche - La dipendenza energetica italiana dall'estero ha raggiunto ormai l'80% ROMA — In questa esaltante stagione di bilanci societari, anche l'Enel annuncia il suo attivo record, pari a 138 miliardi, e ottenuto senza aumenti delle tariffe elettriche, n presidente Franco Viezzoli ha però avvertito ieri che il fabbisogno energetico è destinato a crescere fortemente nei prossimi anni. Per scongiurare il pericolo di black out c'è la necessità di mandare avanti il più presto la costruzione di centrali, oggi ostacolata da troppi intralci burocratici. Così come il Parlamento dovrà approvare in tempi rapidi il piano energetico nazionale. Lo scorso anno, ha precisato Viezzoli, l'Italia ha importato 32 miliardi di kilowatt dall'estero ( + 35 per cento rispetto all'87), toccando una quota di dipendenza per i consumi energetici vicina all'80 per cento. Una buona fetta di queste importazioni è stata per il momento accantonata come riserva. Ma la crescente domanda di energia porterà nel prossimi anni ad un esaurimento delle scorte. E allora potrebbero sorgere dei problemi, perché 'le linee elettriche internazionali sono sature come capacità di trasporto e non si possono importare maggiori quantitativi'. Di qui i pericoli di possibili e frequenti interruzioni di corrente. L'approvazione del Pen è essenziale, in quanto l'Enel avrebbe «ta certezza del pacifico sviluppo dell'intero sistema energetico'. L'altro «nodo» sono gli ostacoli burocratici alla costruzione di nuove centrali. 'Anche per quelle pulite—ha detto Viezzoli — una serie di veti incrociati di Comuni e Regioni ferma tutto. Attualmente sono bloccati i lavori per la costruzione di 39 impianti idroelettrici, e procedono con lentezza le realizzazioni degli impianti di Brindisi, Montalto, Tavazzano, tutti indispensabili per la copertura del fabbisogno'. Il presidente dell'Enel chiede norme chiare e precise: «£' inconcepibile che ogni sindaco italiano abbia il potere di veto, e al contrario, non abbia alcuna autorità per dare il via ai progetti-. Quanto alle tariffe, Viezzoli ha fatto presente che U massiccio piano di investimenti richiederà presto un adeguamento che dovrà essere deciso dal Cip. L'ente ha in programma investimenti quinquennali per 57 mila miliardi, di cui 9 mUa destinati aUa tutela ambientale. «E' opportuno — ha chiarito Viezzoli — mettere l'Enel in condizione di fare fronte al momento critico, quando cioè gli investimenti incominceranno a decollare. Allora bisognerà fare affluire nelle sue casse i fondi necessari, che potranno essere reperiti o con l'autofinanziamento, o con il trasferimento di risorse dallo Stato, o con il ritocco delle tariffe'. Del resto, ha aggiunto, le tariffe italiane sono le più basse d'Europa per i piccoU utenti e le più alte per gli utenti a consumo elevato. . Viezzoli ha infine escluso una possibile privatizzazione dell'Enel.-Sul problema è da tempo aperto un dibattito politico. L'Ente ha fornito un buon servizio a costi decrescenti e sarebbe un peccato sottoporlo allo choc della privatizzazione. Ci penserei molte volle prima di fare un'operazione del genere-. e.p. Franco Viezzoli
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